Barack Obama ha convocato alla Casa Bianca per il fine settimana i suoi consiglieri per la sicurezza per discutere sulle opzioni americane, inclusa un'azione militare, contro il regime siriano, accusato di aver usato armi chimiche contro i civili. Lo hanno reso noto fonti dell'Amministrazione Usa.
Per il presidente americano sara' il primo incontro con i responsabili della politica estera e di difesa da quando mercoledì scorso le forze di Bashar al-Assad avrebbero sferrato un attacco con il gas nervino in un sobborgo di Damasco.
Fonti dell'Amministrazione hanno messo in guardia dall'attendersi che la riunione del weekend produca una decisione finale su un eventuale intervento militare. Agli incontri alla Casa Bianca, pero', dovrebbe partecipare anche il generale Martin Dempsey, il capo di Stato maggiore interforze, proprio per illustrare le possibili opzioni militari. Lo stesso Dempsey nei giorni scorso aveva espresso perplessita' su un eventuale attacco contro le forze lealiste affermando che i ribelli non appoggiano gli interessi americani
Gli Stati Uniti vedono nella guerra aerea della Nato in Kosovo del 1999 il modello per un possibile intervento militare in Siria per rispondere agli attacchi con armi chimiche. A riferirlo è il New York Times, secondo il quale l'amministrazione Obama sta studiando l'intervento di 14 anni fa contro la Serbia come precedente su cui fondare "un'azione senza il mandato delle Nazioni Unite", visto il probabile veto della Russia a qualsiasi intervento.
Il Kosovo, rileva il quotidiano Usa, ha molte analogie con la Siria perche' anche li' c'erano state stragi di civili e la Russia aveva legami di lunga durata con il governo che ne era considerato responsabile. "Nel 1999 il presidente Bill Clinton aveva usato l'appoggio della Nato e il fondamento logico di tutelare una popolazione vulnerabile per giustificare 78 giorni di incursioni aeree", ha osservato il Nyt. Fonti dell'Amministrazione Obama hanno pero' precisato che si tratta solo di valutazioni preliminari in quanto non c'e' ancora alcuna decisione su un eventuale intervento militare.