Mancano appena quattro giorni alla scadenza dei tempi previsti dalla legge e, come sempre, il Consiglio Regionale sfarfalla e affanna in ritardo.
Il 31 ottobre è il termine ultimo per la nuova legge che deve segnare la sorte delle Province e deve dare un nuovo assetto alle autonomie locali. Il termine del 31 ottobre è stato fissato dallo stesso Consiglio Regionale che però, come sempre, è abilissimo a cincischiare tra ordini del giorno e mozioni, ma sembra incapace di risolvere i problemi veri della Sardegna.
Sulle Province, il mandato dei cittadini sardi con i referendum è stato chiarissimo: è necessario abolirle tutte perché sono centri di potere e sottopotere della politica, che ingoiano soldi pubblici e non servono allo sviluppo dell'Isola. Se il Consiglio Regionale intende rispettare il mandato dei sardi, la legge conseguente è semplicissima. Basta scrivere nel testo l'abolizione immediata delle quattro nuove province e la riduzione all'osso delle competenze delle restanti province, che non possono essere immediatamente abolite in quanto protette dalla legislazione costituzionale. In altre parole, le Province restanti perdono comunque tutte le loro competenze, tranne quelle di programmazione e vengono cancellati i consigli provinciali e gli assessori, sostituiti dalle assemblee dei sindaci del territorio. Com