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La corruzione costa 10 miliardi di Pil: Presentato il dossier di Libera, Avviso Pubblico e Legambiente

"Una tassa occulta, che impoverisce e inquina il Paese": così viene definita la corruzione nel dossier preparato dalle associazioni Libera, Legambiente e Avviso Pubblico, presentato a Roma nella sede della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani. Basti pensare che la corruzione in Italia 'pesa' per circa 10 miliardi di euro l'anno in termini di PIL e quindi di perdita di ricchezza, per limitarsi ai danni economici cui vanno aggiunti quelli altrettanto gravi del degrado etico e sociale.

Don Luigi Ciotti: "Ora basta" - "Servono scelte chiare e nette, anzi categoriche - ammonisce don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione antimafia Libera. Come nella lotta alla mafia, non sono possibili mediazioni nella lotta contro la corruzione, che tiene in ostaggio la democrazia e si affianca all'emergenza etica".

L'Italia in "coma etico" - "Il nostro Paese - non usa mezzi termini, don Ciotti - versa in uno stato di 'coma etico' ed è culturalmente depresso; è un Paese in cui si considera normale tutelare i tornaconti personali. La situazione è davvero grave, se oltre a chi fa il male c'è anche chi guarda e lascia fare".

Numeri da far paura - Il dossier contiene valutazioni quantitative impressionanti: cifre che parlano da sole. L'onere sul bilancio pubblico italiano è stimato, per difetto, in 50-60 miliardi di euro l'anno; mentre è di 10 miliardi la perdita di ricchezza causata dalla corruzione, pari a 170 euro di reddito pro capite e al 6% in termini di produttività.

Su 100 cittadini italiani, 12 di loro si sono visti chiedere una tangente contro gli 8 della media europea. In termini assoluti, vuol dire che ben 4 o 5 milioni di italiani hanno ricevuto una richiesta di tangente.

Grandi opere, grande corruzione - Tra il 2007 e il 2010 il costo sostenuto per 33 grandi opere è passato dai 574 milioni previsti a 834 milioni di euro: un aumento pari al 45% sul prezzo di aggiudicazione degli appalti.
Molte indagini, poche condanne - La magistratura è impegnata in prima linea sul fronte anticorruzione: dal primo gennaio 2010 a oggi sono state 78 le indagini relative alla "corruzione ambientale" che avvelena il Paese; 1.109 gli arresti con al primo posto la Calabria (224 persone arrestate). Nonostante questo il numero delle condanne è però in forte calo: si è passati da oltre 1.700 nel 1996 a 295 nel 2008.