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Monti spazza via le province ma in Sardegna lo avevamo già fatto noi sardi con i referendum.

La drammatica situazione di crisi dell'Italia impone al Presidente del Consiglio Monti una riforma delle autonomie locali che vada nel senso della efficacia dei servizi forniti al cittadino e della miglior spesa delle risorse pubbliche.

La circolare del Governo si abbatte come una valanga sul sistema delle Province italiane che vengono decimate. L'applicazione delle norme sulla Sardegna avrebbe un effetto paradossale: rimarrebbe in vita una sola Provincia, quella di Cagliari, con territorio che -alla fine - corrisponderebbe a quello della Regione.

E' evidente che sarebbe un ente totalmente inutile: fortunatamente in Sardegna ci sono stati i referendum del 6 maggio che hanno consentito di abolire tutte le province per ripensare un sistema delle autonomie che riduca i costi e riporti le competenze verso i Comuni, applicando il federalismo municipale.

La decisione del Governo fa dunque giustizia in un colpo solo dei tanti "piccoli giapponesi nella foresta" che sino all'ultimo hanno cercato di difendere nei tribunali il costoso e inutile sistema delle Province sarde e hanno sproloquiato sui presunti "disastri" creati dai referendum!
Ma soprattutto indica in modo inequivocabile l'unica strada possibile perché la Sardegna esca dal pantano dell'attuale crisi: quella delle riforme coraggiose, rivoluzionarie rispetto alla stagnazione della politica sarda che sembra ancora incapace di abbandonare la scelta dell'assistenzialismo burocratico-clientelare che, è ormai evidente, non porta da nessuna parte, se non al disastro. Com