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Liberalizzazioni, da oggi si misurano con le varie piazze italiane: si comincia con i tassisti e poi i farmacisti, avvocati e benzinai.

Le cosiddette liberalizzazioni appena approvate dal Governo monti da oggi si confronteranno con le varie categorie che si sentono danneggiate dal provvedimento. Ma, secondo molti, i veri danneggiati sono ancora gli italiani che si aspettavano vere liberalizzazioni andando a toccare in modo concreto le corporazioni, abolendo ordini professionali che hanno bloccato e bloccano l’ingresso dei giovani alle professioni, mettendo mano alla vera liberalizzazione del mercato dei derivati da petrolio (ma i petrolieri sono troppo potenti ed hanno spaventato subito Monti ed il suo governo) e le assicurazioni che ancora una volta sono state lambite e non aggredite come si dovrebbe fare per ridurre i costi tra i più alti al mondo e non solo dell’Europa. E poi in questo decreto non vi è traccia di una serie legge che metta fine al reato (che esiste e contempla anche l’arresto ma che non viene mai applicato) dell’evasione fiscale. Che doveva essere tra i primi punti con una provvedimento chiaro e non lasciando come sempre il compito di esattore cattivo Equitalia e la Guardia di Finanza che con i suoi mezzi già fa anche troppo. Ed infine, da un governo di banchieri ex difensori di banche, cosa ci si poteva aspettare? Non certamente un attacco come era previsto alle Banche che di solito prendono gratis e poi fanno pagare a caro prezzo i soldi che gli sono stati quasi regalati dallo stato e dalla banca europea.

Si pensava e sperava che finalmente i costi bancari italiani fossero riportati nel giusto alveo della normalità (tra i più alti anche in questo caso al mondo) invece si è preferito salvare la loro categoria di appartenente continuando a lasciare il popolo in balia dei ricatti bancari, costretti a pagare sempre di più qualsiasi cosa sia erogato dalla banche nazionali, altrimenti non potranno avere nulla.

Siera anche convinti che sarebbero state obbligate ad abolire quei costi che non esistono in altre paesi sui conti correnti, sui prelievi nei bancomat e tutte le atre operazioni bancarie dove oggi, per mantenerti i tuoi soldi (che le banche usano per guadagnare loro) devi pagare invece di essere pagato. Quindi, come scritto prima queste pacchetto non contiene liberalizzazioni ma palliativi alle liberalizzazioni. Ed il governo monti si è fermato pavidamente sotto i ricatti dei partiti e delle corporazioni come quella dei farmacisti che hanno vinto ed hanno perso su tutti i fronti i farmacisti titolari di parafarmacie, istituite da un uomo come Bersani che nonostante avesse interessi a lasciare tutto come stava, avendo la moglie titolare di farmacia, aveva previsto vere liberalizzazioni che alcune sono andate a buon fine ma altre sono state abolite dai nefasti governi del re del ‘bunga bunga’. Ora i secondi con l’apertura di nuove farmacie vedranno scomparire i loro esercizi perché sono rimaste sole e continuano a vendere solo alcuni prodotti che pochi comprano. Quindi ci saranno altre nuove farmacie ma ci saranno di più piccole imprese del settore che falliranno schiacciate dalla opprimente concorrenza delle farmacie nuove.

Ed allora oggi questa finte liberalizzazioni oggi cominceranno con la prova delle varie piazze e si comincia già oggi con una lunga serie di agitazioni indette dalle categorie colpite dai provvedimenti varati dal Consiglio del ministri. In mezzo altre agitazioni che toccano ferrovieri ed autotrasportatori. Ad aprire le danze saranno i tassisti che hanno deciso di non rinunciare alle maniere forti. Le auto bianche hanno confermato lo stop dalle 8.00 alle 22.00 in tutte le città italiane. I tassisti chiedono un nuovo incontro con il governo per discutere della licenza part-time e dell'Authority delle reti, incaricata di decidere proprio sull'assegnazione delle licenze. Allo sciopero non partecipa Confartigianato Taxi.

A partire dal 23 gennaio sarà il turno degli autotrasportatori di Trasporto Unito che si fermeranno per ben 5 giorni, giudicando insufficienti le misure per trimestralizzare il recupero di una parte delle accise sui carburanti. Il 27 toccherà ai ferrovieri. L’agitazione è stata proclamata dall'Orsa per protestare contro quello che viene considerato «un attacco al lavoro» ovvero la cancellazione dell'obbligo di applicare il contratto nazionale di settore. Sul piede di guerra ci sono poi i farmacisti che, nonostante il passo indietro del governo sui farmaci di fascia C, hanno annunciato per il primo febbraio la chiusura dei punti vendita «se il Parlamento non modificherà il testo del decreto». Federfarma è favorevole a nuove aperture pari ad un massimo del 10% del totale delle farmacie esistenti e rifiuta la prospettiva di un aumento dell'attuale numero fino a un massimo di 7.000 esercizi in più. Gli avvocati hanno invece proclamato sette giorni di sciopero. Il primi due sono già stati fissati per il 23 e il 24 febbraio e si dicono pronti anche a cortei e sit-in davanti al Parlamento e a Palazzo Chigi. A chiudere la lista delle categorie in fermento ci sono i benzinai che hanno proclamato 10 giorni di agitazione ancora da definire.

Il fronte dei gestori è al momento spaccato. La Figisc Confcommercio è stata la prima a minacciare 7 giorni di serrata, ma è pronta a revocarli, mentre Faib e Fegica hanno confermato i 10 giorni di fermo in attesa di vedere il testo definitivo del decreto. In questo caso però la Fegica non lamenta un eccesso di liberalizzazioni, ma una carenza, perché il decreto sarebbe troppo «rispettoso» delle esigenze dei petrolieri.

Per il momento ci si prepara a fronteggiare i primi disagi legati al fermo dei tassisti. Per l’occasione gli operatori dell'Agenzia per la mobilità di Roma assisteranno i passeggeri in arrivo all'aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini. Gli operatori, riconoscibili dalla pettorina di Agenzia per la mobilità, offriranno a chi arriva a Roma tutte le informazioni utili a raggiungere le diverse destinazioni all'interno della città indicando le migliori soluzioni utilizzando treni urbani, metropolitane, bus e tram.

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