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Riepilogo dei lavori in Consiglio regionale – La seduta mattutina sulle modifiche al Piano Casa.

Questa mattina, la seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito, l'assemblea ha iniziato l'esame del punto all'ordine del giorno, con particolare riferimento al parere del relatore e della giunta sugli emendamenti all'articolo 1/septies della legge.

Alla ripresa dei lavori, Mario Diana (Pdl) ha chiesto di sospendere la trattazione dell’art1/septies e cominciare con l'1/opties, trasferendo l'esame dell'art1/septies all'art. 2 ter della legge. La richiesta è stata accolta. Di conseguenza, l'Assemblea ha avviato la discussione generale dell'art.1/opties.

Luigi Lotto (Pd) ha affermato che l'articolo in questione tocca un problema molto delicato, "quello degli immobili costruiti senza titolo abitativo, e di fatto abusivi, con in corso una procedura di sanatoria. Fin dalla legge 4 del 2009, abbiamo sostenuto che era ingiusto ammettere ai benefici della legge quanti avevano operato in regime di illegalità; a maggior ragione riteniamo ora che non possano effettuare ampliamenti i proprietari di fabbricati con in corso una domanda di sanatoria. Nel panorama nazionale, oltretutto, la Sardegna è una delle poche Regioni che interpreta la legge in modo così estensivo. E'’una questione di giustizia: se un privato ha costruito un immobile di 300 metri quadri contro i 100 permessi, ad esempio, non possiamo autorizzare un ulteriore aumento di volumi. Inoltre, siamo fortemente contrari a consentire l'accesso alle premialità con una semplice perizia tecnica (di parte), e non invece con il certificato relativo all'accatastamento del fabbricato presso l'ufficio del territorio". Lotto, infine, ha auspicato "la revisione della troppo ampia casistica che mette da parte gli strumenti urbanistici disciplinando gli ampliamenti solo con le norme del codice civile. Su questo, mi auguro ci sia un confronto positivo, come fa pensare l'interlocuzione fra i gruppi intervenuta in questi giorni".

Gian Valerio Sanna (Pd), pur mantenendo le sue riserve sul testo, ha rilevato che "in qualche parte si individuano strumenti di garanzia che introducono limiti alle costruzioni. Ma al comma 4, mentre prima per poter costruire si chiedeva l'accatastamento alla data del 31 marzo 2009, adesso è sufficiente che siano stati realizzati i muri perimetrali e la copertura del fabbricato. Agendo in questo modo, però, si autorizzano interventi retroattivi, che configurano una sorta di sanatoria. Tale elemento, tuttavia, non può essere introdotto in corsa; chiedo quindi il voto segreto sull'emendamento 66. Mentre invece annuncio il ritiro dell'emendamento 67, perché tanto sarà impugnato dal ministero, dato che viola una quantità impressionante di disposizioni statali. Il mio vuole essere un atto provocatorio".

Sanna ha poi sollecitato l'eliminazione dell'art. 5bis della legge che, a suo avviso "farà sorridere il ministero, perché si teorizza l'insussistenza degli standard consentendo, in particolare, che se non fossero sufficienti quelli per i parcheggi, gli stessi possano essere monetizzati e realizzati da un'altra parte, senza prevedere l'obbligo di realizzarli nella stessa zona omogenea. Qui c'è un evidente contrasto con la legge nazionale, perché la presenza degli standard è condizione indispensabile per poter concedere l'abitabilità. Anziché dare un vantaggio ai cittadini, in altre parole, li mettiamo nei guai".

Dopo Gianvalerio Sanna è intervenuto Adriano Salis (Idv) che ha detto: "Questa legge in discussione è un netto peggioramento della legge 4 del 2009 e l'articolo 8 rappresenta il tentativo di allentare le maglie di una legislazione già compromessa. Siamo davanti a una norma di deroga molto pericolosa". L'oratore ha ricordato l'immane tragedia dell'alluvione che ha colpito le Cinque terre, il sacrificio del volontario sardo e ha auspicato che tutto questo serva da monito quando i parlamenti si occupano di disciplinare le materie urbanistiche.

Per il parere della commissione sugli emendamenti ha preso la parola Matteo Sanna, presidente della commissione Urbanistica.

La presidente Lombardo ha messo in votazione le lettere a), b), c) del comma 1 del testo, che sono state approvate. La lettera d) del comma 1 è stata votata col voto segreto e approvata.

Approvato anche il testo dell'articolo 1, l'Aula ha affrontato gli emendamenti aggiuntivi, a cominciare dal 26. Cuccureddu (Misto) ha spiegato che nel Piano casa ci sono difetti di coordinamento con le norme del Piano di assetto idrogeologico e dunque l'emendamento punta a sanare il problema prevedendo la possibilità di fare interventi di consolidamento e riduzione del rischio previsti nel Pai all’articolo 33. Uras (Sel) ha annunciato l'astensione, Salis (Idv) ha annunciato invece il voto a favore. Anche Gianvalerio Sanna, per il Pd, ha annunciato il voto favorevole e l'emendamento è stato approvato.

La presidente Lombardo ha aperto la discussione sull'articolo 1 e sugli emendamenti e ha poi dato la parola a Uras (Misto), che ha detto: "Intervengo sulle procedure che ormai in questo Consiglio stiamo semplificando, sino alla stravaganza. E il risultato è stato nullo. Anzi: abbiamo prodotto un'anarchia normativa. Questo è un Paese in crisi e le tracce le vedremo tra qualche settimana e tra qualche mese, quando chi sta fuori da questo palazzo sarà colpito nei suoi diritti in modo ancora più violento mentre altri interessi sono stati comunque fatti salvi". Sull'articolo nonies ha preso la parola anche Gianvalerio Sanna (Pd), che lo ha giudicato "pericoloso" e ha esposto quello che ha definito un paradosso sulle denunce di inizio attività. "Non possiamo agire in quest'aula contro la legge e noi in questo comma stiamo violando una legge regionale - ha detto l'oratore - bisogna dirlo ai sardi e anche agli uffici tecnici dei Comuni, in modo che possano stare tranquilli. Ecco perché questa legge sarà impugnata con certezza: chi controllerà queste migliaia di autorizzazioni? Chi pagherà i danni? Questa non è una legge ma una salma".

Salis (Idv) ha esordito così: "Questa norma è un tipico esempio di provvedimento da Piano Casa delle libertà, perché elimina vincoli e adempimenti verso la pubblica amministrazione che obbligavano a fastidiose comunicazioni. E quando si comincia a deregolamentare si sa come si inizia e non si sa come finisce". Per l'oratore "anche le manutenzioni straordinarie possono essere pericolose e complicate. Così come è una perla la soppressione del comma 4 della legge 4, dove si prevedevano termini pure larghi per la denuncia di inizio lavori e per la loro conclusione".

Secondo Lotto (Pd) "è giusto ragionare sulla semplificazione delle norme amministrative per far perdere meno tempo ai cittadini in operazioni burocratiche inutili. Ma lascia perplesso che questo problema lo stiate affrontando proprio in una legge dove tutte le autorizzazioni vengono date in deroga agli atti generali di pianificazione delle amministrazioni locali. Proprio perché questa legge consente tante deroghe in realtà più che di semplificazione abbiamo bisogno della certezza di controlli. Ecco perché voterò contro questo articolo".

Per Carlo Sechi (Sel) "la ripresa del dibattito su questa legge sta diventando un'autentica sofferenza, una situazione deprimente e sconfortante. Non basta però confidare sull'annullamento prossimo venturo da parte del Governo, il fatto è che queste norme che favoriscono la liberalizzazione più sfrenata sono figlie del vostro atteggiamento. E il risultato sarà che la qualità della vita come quella architettonica scadranno".

Cugusi (Sel) ha detto invece: "Questa legge è tutta da riformare e solo incidentalmente ci può essere qualcosa di positivo, nelle norme sulle manutenzioni ordinarie. Ma è il sistema che va riformato alla radice. Oggi, dopo il rilascio dell'autorizzazione, si fa quello che si vuole mentre dobbiamo arrivare al contrario: facilitare le autorizzazioni e vigilare sulle edificazioni. E' impossibile modificare questa legge, si può solo rifondare".

Il vice presidente Michele Cossa ha messo poi in discussione gli emendamenti all'articolo 1 nonies. Prima di iniziare l'esame, i lavori sono stati sospesi per cinque minuti su richiesta di Giulio Steri (capogruppo dell'Udc-Fli). Alla ripresa dei lavori, la presidenza del Consiglio regionale è stata assunta dalla presidente Claudia Lombardo che ha messo in votazione il mantenimento del testo. L'Aula si è espressa positivamente sulla lettera a) (42 favorevoli, 25 contrari e 3 astenuti), la lettera b) (43 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astenuti) e lettera c) dell'articolo 1 nonies (43 favorevoli, 26 contrari e 3 astenuti).

L'emendamento 74 è stato ritirato da Gian Valerio Sanna (Pd) dopo aver avuto rassicurazione da parte della maggioranza che sarebbe state eliminate dal testo della legge le parole "anche per via telematica". Approvato poi anche l'emendamento 263 all'emendamento 143, che recita: le parole "diciotto mesi" sono sostituite dalle parole "trentasei mesi". Via libera dell’Aula anche all'emendamento 143 nel quale è prevista la sostituzione della frase "e la comunicazione di inizio lavori entro diciotto mesi decorrenti da tale data" con "e la comunicazione di fine lavori entro diciotto mesi decorrenti da tale data di ottenimento del relativo titolo abitativo".

La presidente Lombardo ha messo in votazione il testo dell'articolo 1 nonies che è stato approvato. Il Consiglio regionale ha poi bocciato i seguenti emendamenti aggiuntivi presentati da Gian Valerio Sanna, Lotto, Moriconi, Manca e Giampaolo Diana: il 242 (43 voti contrari, 25 favorevoli e 3 astenuti), il 244 (42 voti contrari, 26 favorevoli e 3 astenuti), il 245 (42 voti contrari, 25 favorevoli e 3 astenuti), il 246 (42 voti contrari, 26 favorevoli e 3 astenuti). Bocciato anche l'emendamento 247 sul quale erano intervenuti Gian Valerio Sanna (Pd) e Luciano Uras (capogruppo del Gruppo Misto) evidenziando che "ci sono normative che regolano la materia energetica e bisogna far riferimento a quella normativa". Uras ha anche aggiunto che il suo voto all'emendamento sarebbe stato favorevole per evidenziare a tutti "che quello in esame è un provvedimento già all'origine assolutamente inaccettabile, perché sostiene una cultura negativa della deroga, del non controllo, delle regole fai da te, e che rende poco credibili i governi di questo Paese".

Messo in votazione, l'emendamento 248 è stato respinto. Sul 250 per sopprimere il comma 3 dell'art. 10 del Piano casa, Renato Soru (Pd) ha denunciato l'assurdità della norma che consente interventi straordinari e in deroga, con aumenti di cubatura soprattutto nei centri storici, addirittura evitando di richiedere la concessione edilizia. A suo avviso è un punto assolutamente inadatto ad essere contenuto nei testi legislativi della Regione.

Il capogruppo del Misto, Luciano Uras, ha detto che non si potrà salvare il Paese se si fa passare il messaggio del "fatta la legge, trovato l'inganno". Solo chi agisce con rigore e serietà, ha aggiunto, potrà evitare di essere travolto dai disordini sociali. Invece, l'anarchia normativa prodotta quotidianamente farà sì che quando sarà necessario porre delle regole, a causa del pessimo esempio dato, le vittime di quelle stesse regole si ribelleranno.

Il capogruppo dell'Idv, Adriano Salis, ha definito il comma che si vorrebbe abrogare "la perla delle liberalizzazioni""perché riguarda tutti gli interventi che consentono incrementi di volumetria. Ha denunciato l'assurdità della riproposizione di una norma che non rende necessaria la concessione edilizia perché basterà semplicemente presentare la denuncia di inizio attività.

La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 250 che è stato respinto con 36 no, 27 sì e 4 astensioni. Il 252 non è stato approvato.

Sul 253 Gian Valerio Sanna (Pd) ha detto che si sta andando ad approvare una legge "improrogabilmente inapplicabile" con la quale la maggioranza vuole indurre la gente a pensare che alcune cose saranno consentite, salvo poi farsi dire che non potrà essere così. Ha fatto riferimento ai contenuti simili del Piano casa del Lazio impugnati dal Governo.

Renato Soru (Pd) ha spiegato che l'art. 10 della legge 4 del 2009 è stato costruito su presupposti totalmente sbagliati. La semplificazione burocratica sta a cuore a tutti, ma si può fare quando le regole esistono e sono chiare. Per Soru agire senza regole o in deroga alle stesse significa tornare all'età della pietra con lo Stato che si ritira dicendo a ognuno di fare come crede.

Il capogruppo del Misto, Luciano Uras, ha citato Enrico Berlinguer che, nel periodo dell'austerità provocato dalla crisi petrolifera degli anni '70, sollecitava rigore, efficienza, serietà e giustizia. In questo senso, ha proseguito, non si può accettare un pasticcio normativo che fa due pesi e due misure senza obbligare tutti al rispetto delle regole.

L'emendamento 253 è stato respinto. Sul 254 per la soppressione del comma 7 dell'art. 10 del Piano casa Chicco Porcu (Pd) ha parlato di mancata completa applicazione. Si tratta della previsione dei monitoraggi di verifica dell'applicazione della legge, di analisi dell'impatto della trasformazione urbanistica. "Ben vengano - ha aggiunto - ma la realtà è diversa perché i controlli qualitativi non ci sono stati.

Gian Valerio Sanna (Pd) ha manifestato forte preoccupazione per "l'incertezza riguardante le azioni di monitoraggio sui risultati della legge. A distanza di due anni non ci sono ancora dati attendibili, ed infatti si parla di domande e non di realizzazioni. Una cosa che ha dell'incredibile, tanto più che si chiede una proroga di ciò che non si conosce. L'urbanistica non è una materia arraffazzonata e con questo approccio non si può accettare la pesante manomissione del territorio. Tanto vale togliere queste foglia di fico per onestà. Per essere credibile, l'Assessore avrebbe dovuto portare in aula un report completo, che eventualmente sarebbe stato utile anche per sostenere le ragioni della maggioranza".

Adriano Salis (Idv) ha annunciato che sottoporrà il testo a Uras "nella sua qualità di Presidente della Commissione d'inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali, perché su questa legge, a distanza di due anni, non si è saputo nulla nonostante l'impegno della Giunta nei confronti del Consiglio di emanare apposite direttive ed effettuare una incisiva azione di monitoraggio. Oltretutto, nel caso di una legge pericolosa come questa, il monitoraggio è assolutamente necessario perché bisogna conoscere cosa è accaduto nel tessuto urbanistico del territorio regionale".

Luciano Uras (Misto) ha ricordato di aver chiesto più volte "il monitoraggio dei provvedimenti legislativi, perché lo riteniamo uno strumento di grandissima utilità sia per aggiornare le leggi che per migliorarne l'efficacia e l'applicabilità. Ma se la Giunta si dimentica di fare le direttive per fare il monitoraggio, in questo modo le modifiche si fanno a nasometro, cioè non hanno una funzione sociale, ma solo quella di appagare interessi individuati. Sono le solite leggi ad personam, mentre ci vogliono leggi serie ed uguali per tutti".

Giorgio Cugusi (Misto) ha osservato che "tutte le leggi che si prefiggono di operare su grandi numeri hanno bisogno di monitoraggio, che comunque serve anche per modificare e migliorare la produzione legislativa del consiglio. Invece viviamo in una situazione di massima incertezza. Perché, ad esempio, il comune di Cagliari ha rigettato il 90% delle domande? Lo avremmo capito se si fosse fatto il monitoraggio, avremmo capito quali aspetti della legge occorreva correggere, soprattutto nelle grandi città dove questa esigenza era necessaria più che nei piccoli comuni".

L'Assessore dell'Urbanistica, Nicola Rassu, ha rassicurato sul fatto che "la Giunta ha approvato le direttive tecniche dal 2010, inviandole ai Comuni che però non hanno risposto, costringendo l'Assessorato a provvedere per le vie brevi nell'acquisizione dei dati. In questo contesto è oggettivamente difficile elaborare una casistica approfondita, nonostante gli uffici dell'Assessorato abbiano anche fornito ai comuni un programma informatico per rendere più facile l'inserimento dei dati. Resta però il fatto che l'esecutivo ha fatto il suo dovere rispettando compiutamente la legge".

Giampaolo Diana (Pd) ha osservato che "proprio per le cose che diceva l'Assessore, non si può scaricare la colpa sui comuni. E' la maggioranza che non vuole farlo, perché sarebbe una sorta di dichiarazione di auto condanna di questa legge. Abbiano insistito fin dall'inizio per avere riferimenti oggettivi; poi l'Assessore ha portato alcuni dati molto parziali dopo qualche giorno, ma quello non è monitoraggio. Bisogna conoscere l'impatto degli interventi edilizi sul sistema regionale e non ci si può accontentare di pochi numeri sulla quantità o la qualità delle domande. Se la situazione è quella descritta non bisogna prendere in giro la gente. Quindi può essere tranquillamente soppresso il comma 7 dell'art. 10"."

Renato Soru (Pd) ha ribadito che "la legge è contro le regole e contro i controlli preventivi e successivi. Quindi non ha senso fare finta di vigilare. I numeri che ha dato l'Assessore sono sempre accompagnate dal termine mediamente, ma ciò significa aver paura delle statistiche perché proprio l'analisi su una media imprecisata di dati dimostra che restano in ombra numerosissime situazioni differenziate, e soprattutto nascondono una Sardegna in cui si è uccisa l'idea di governo del territorio. In coerenza con questa idea assolutamente sbagliata, dunque, si possono anche cancellare i controlli".

Non essendoci altri iscritti a parlare, la Presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento 254 con il seguente esito: favorevoli 26, contrari 31, astenuti 5. Il Consiglio non ha approvato. Successivamente la seduta è stata sospesa. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle ore 16.30. Red.