Press "Enter" to skip to content

Berlusconi incassa la fiducia con 316 Si e sale al Colle

Con 316 voti il Governo incassa la fiducia dalla Camera dei Deputati al termine di una giornata convulsa, segnata dal moltiplicarsi delle lacerazioni nella maggioranza. Le opposizioni: conta dato politico, Governo al capolinea

Oggi c'è stata una "figuraccia delle opposizioni che ha sbagliato i calcoli", commenta il premier, Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a Montecitorio. "Hanno messo in atto - ha aggiunto - i biechi trucchi del parlamentarismo".

"Ho un appuntamento, già previsto, con il capo dello Stato dopo il consiglio dei ministri di oggi  ma su temi non attinenti", ha detto il premier rispondendo a chi gli chiedeva se salirà al Colle dopo il voto. Fra i temi in agenda, la nomina del governatore di Bankitalia. 

A chi gli chiedeva se intenda fare al Capo dello Stato il nome del successore di Mario Draghi ha risposto:"Ci sono tante possibilità in campo, cercheremo di uscire dai tempi della decisione entro la data che è il primo di novembre". 

"Sono intimamente sicuro che anche quest'agguato non avrà nessun esito per loro. Anzi, si sono esposti ad una gran brutta figura nei confronti degli italiani e gli
italiani terranno conto anche di questo comportamento assolutamente negativo", aveva detto poco prima il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti in Transatlantico, di fronte all'Aventino dell'opposizione.

Raggiunto il numero legale, e quindi di fatto fallito il tentativo di far annullare la votazione, i deputati di opposizione hanno deciso di entrare per partecipare al voto di fiducia chiesto ieri da Berlusconi. A far decidere di entrare le opposizioni è stato il voto dei Radicali, che all'ultimo momento sono entrati e hanno partecipato alla chiama, facendo quindi scattare il fatidico numero di 315. Tra le opposizioni si è immediatamente diffuso un fortissimo malumore nei confronti dei radicali. "I numeri sono numeri, avevamo già la maggioranza" ha detto Maurizio Lupi (Pdl),

uscendo dall'Aula. "No, gli str... sono str..." ha replicato Rosy Bindi all'indirizzo dei Radicali. Subito dopo i parlamentari di Pd, IdV e Udc hanno cominciato ad affluire in Aula.

 

 

Defezioni nella maggioranza e Scajola avverte: "O si cambia o si va a sbattere"

Due scajoliani non partecipano al voto di fiducia, e Claudio Scajola dice: "Mi dispiace. Loro sono portatori di istanze di grande cambiamento. Dopo oggi, quando ci sarà certamente la fiducia, bisogna fare un grande cambiamento altrimenti questi casi si
moltiplicheranno e andremo a sbattere".

Lo ha detto Enrico La Loggia, deputato Pdl, ad Agorà su Rai 3 in merito al voto di fiducia, alle 12.30, alla Camera. In ogni caso per La Loggia "molti di questi mal di pancia (riferendosi alla maggioranza di Governo) sono destinati a tramontare tra sei giorni", perché "il 20 ci sarà la presentazione del piano di crescita per lo sviluppo e non ho motivo di dubitare che tante di queste ipotesi troveranno una sintesi proprio sul decreto sviluppo. Sono convinto che la frammentazione - ha aggiunto La Loggia - non serve a creare un clima di maggiore coesione e se tra di noi ci fosse stata un po' più di coesione oggi la situazione sarebbe diversa".

A ridosso del voto di fiducia il Governo è sempre più alla prova del 316, la soglia di maggioranza assoluta. Il coordinatore Pdl, Denis Verdini, si dice convinto che il pallottoliere parta da quella cifra "in su", "avremo la maggioranza assoluta". Ma pesano le assenze, alcune confermate e non 'giustificate', dunque politiche.

Non ci sarà Giustina Destro, deputata scajoliana, che al Corriere della Sera dice che oggi non sarà a votare, perché "non può permettersi di essere trattato così, non si può più aspettare". L'altra assenza, assai certa, è quella dell'altro scajoliano Fabio Gava. E che fanno scendere la quota di voti Pdl a 214, quella dei voti di maggioranza a 317, sempre sulla carta. Perché di assenze potrebbero essercene altre. Quelle 'giustificate': Filippo Ascierto, operato alla gamba, per il quale potrebbe essere necessario un trasporto in elicottero e quella di Stefano Stefani (Lega). Quelle politiche, ancora tra gli scajoliani, come Roberto Antonione, Paolo Russo e Pietro Testoni e tra i responsabili: a rischio Luciano Sardelli, Maurizio Grassano e Americo Porfidia. Quasi scontata l'assenza di Antonio Gaglione, del Misto. Mancherà con ogni probabilità anche Antonio Buonfiglio, ancora iscritto a Fli ma uscito dal partito. E anche Luciano Sardelli (Popolo e territorio) fa sapere: "Non voto la fiducia, Berlusconi salga al Colle". 

Dovrebbe invece essere al completo l'opposizione, salvo la probabile assenza di Mirko Tremaglia e quella, certa, di Elisabetta Zamparuti (Radicali), che si trova in Ruanda. In tutto, dovrebbero toccare quota 304 o 305.