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Febbre nilo: Sdr, responsabilità regione per indebolimento servizi veterinari

“La febbre del Nilo è una conseguenza diretta della scarsa considerazione in cui è stata tenuta la prevenzione negli ultimi 15 anni. Tre lustri nei quali si è costantemente scelto di far fronte alle emergenze dimenticando che solo una sanità pubblica veterinaria è in grado di garantire l’indispensabile barriera per preservare la salute animale e dell’uomo”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “da tempo i medici veterinari sollecitano interventi per far fronte alle emergenze come la peste suina, la tubercolosi e la trichinellosi”.

“Benissimo la conferenza dei servizi ma occorre – evidenzia Caligaris – passare dalla profilassi per colmare un deficit di procedure di sicurezza sanitaria veterinaria ad una ordinaria prassi che preveda immediatamente il potenziamento del sistema veterinario in Sardegna e innanzitutto il porre fine alla gestione commissariale dell’Istituto Zooprofilattico. Nominare il Direttore generale e i dirigenti previsti dalla legge di riforma significa dare impulso all’intero sistema”.

“Oltre a ciò  è indispensabile affrontare in modo organico le necessità di un settore che in Sardegna ha un peso economico e sociale di rilievo storico effettuando un’attenta riflessione sulla politica sanitaria. Le responsabilità ovviamente non possono essere attribuite a chi oggi ricopre l’incarico maggiore   tuttavia i cittadini, gli operatori, i professionisti si attendono dall’assessore De Francisci un intervento non solo orientato all’emergenza, come rischia di configurarsi uno straordinario impiego di fondi pubblici senza disegnare un quadro di vera sicurezza. L’assunzione dei medici veterinari dalla graduatorie dei concorsi, l’indizione di selezioni laddove non sono stati espletati, il potenziamento dei servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Locali con l’assunzione dei professionisti del settore sarebbero invece – conclude Caligaris – segnali inequivocabili del nuovo corso che la Regione intende avviare. Altrimenti, senza voler assumere il ruolo di Cassandra, il patrimonio zootecnico della Sardegna potrebbe subire nuovi devastanti attacchi”. Red-com

 

 

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