Bilancio record per l’export della Sardegna nel 2010 e trend confermato anche per il 2011, grazie soprattutto alla raffinazione del petrolio.
Sono questi i dati che emergono dal “Rapporto Export 2010” dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati ISTAT, che ha esaminato il volume delle esportazioni degli ultimi 3 anni e del primo trimestre di quest’anno.
L’analisi dello scorso anno dice che la nostra regione ha registrato un incremento dell’export di prodotti manifatturieri del 58,6% in più, rispetto al 2009, per un totale che ha superato i 5miliardi di euro (5.134), l’1,6% del totale delle esportazioni nazionali.
Di questi 5 miliardi, il 47,8% viene dai rapporti commerciali con i paesi dell’Unione Europea mentre il restante, il 52,2%, proviene da interscambi con i paesi del Maghreb e del sud est asiatico.
In Sardegna, l’export manifatturiero incide per 11,2% sul totale del valore aggiunto regionale.
A livello territoriale, Cagliari fa la parte del leone con 4miliardi 776milioni di valore delle esportazioni, quasi tutte assommabili al settore petrolifero; indici non paragonabili a quelli delle altre province come Sassari (191milioni), Nuoro (79), Olbia-Tempio (42), Oristano (22), Carbonia-Iglesias (13), Ogliastra (10) e Medio-Campidano (400mila euro).
Dati senza dubbio positivi ma assolutamente al di sotto dei valori, pre crisi. Per esempio, il raffronto tra il 2010 e il 2008, indica un saldo negativo del 10,8%, e quello tra il 2009 e il 2008 registra un crollo verticale: - 43,8%.
I beni più esportati a livello nazionale, sono i metalli, i prodotti chimici, gli apparecchi elettrici, i mezzi di trasporto, la gomma e le materie plastiche e i prodotti tessili e abbigliamento mentre a livello regionale sono i prodotti della raffinazione del petrolio, i prodotti chimici, i metalli, minerali e gli alimentari. Com