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Il premier conferma e attacca: Una tenaglia dei media contro di noi

Ieri sera, il premier, in un (e forse rimarrà unico) raro momento di sincerità ha ammesso la sconfitta avuta dopo la dura batosta inflittagli dagli elettori nello scorso ballottaggio ed sicuramente se ne aspetta un'altra che gli dovrebbe arrivare tra pochi giorni durante i referendum per i quali sarebbe opportuno andare in massa e votare: quattro Si per dire No a tutti i quesiti.

Infatti, il cavaliere durante la presentazione del presunto (presunto come lo era da ministro della Giustizia) segretario del Pdl, Angelino Alfano, dove certamente rimarrà il padrone assoluto di questa personale formazione politica dove tutti i Deputati e Senatori sono ritenuti dipendenti del premier e non liberi di esercitare il mandato degli elettori dal momento che con loro non hanno mai avuto nessun vincolo elettorale, ha affermato: "ovviamente paghiamo dazio perché siamo al governo, ultimo governo europeo a pagare». Il premier Silvio Berlusconi, al termine dell'ufficio di presidenza ha riunito una conferenza stampa a Palazzo Grazioli insieme ad Angelino Alfano. Il primo ministro ha analizzato le cause della sconfitta ai ballottaggi e ha tranquillizzato i suoi sostenitori con i dati dei sondaggi.

«I sondaggi di oggi ci danno 4 punti sopra il Pd - ha detto il premier - che festeggia ma è qualcosa di patetico perché i candidati che hanno vinto a Milano e Napoli non sono suoi» 

Quanto ai motivi della sconfitta, Berlusconi cita problemi interni e cause esterne. Parla della crisi economica, ma anche delle «polemiche interne al partito», della secessione di Fli e della lotta guerra all'evasione «che non ci ha attirato simpatie». Per Berlusconi «è stato miracoloso mantenere il bilancio in ordine senza colpire i cittadini. Noi non abbiamo messo le mani nelle loro tasche. Solo la Germania ha fatto meglio di noi per il deficit ed e meglio di noi quanto a benessere dei cittadini. l'85% delle famiglie italiane ha una casa di proprietà, gli italiani hanno saputo risparmiare, si spendono oltre dieci miliardi in cosmetici, il nostro sistema bancario ha una performance eccezionale e lo Stato è stato sempre vicino ai cittadini quando hanno perso il lavoro. Abbiamo una riforma delle pensioni fatta senza un giorno di sciopero. I nostri pensionati hanno le pensioni più alte d'Europa»». Il premier ha anche aggiunto che «crediamo di meritare quasi un monumento perché rispetto ai governi europei noi non abbiamo adottato nessuna misura punitiva verso i cittadini». Tra le cause esterne, invece, c'è stato il «fronte» dei media, giornali e tv, schierati contro il Pdl che Berlusconi aveva già denunciato alla vigilia: «C'è stata una tenaglia dei media, grandi giornali e tv, contro di noi. Tutte le tv contro, tranne Mediaset che ha fatto il suo dovere di tv commerciale e si è mantenuta imparziale». E ha preso ad esempio trasmissioni della Rai come Annozero, «trasmissioni micidiali che hanno dato una visione distorta della realtà di Milano e delle città in cui si votava. Ce ne occuperemo in Parlamento perché no succeda più».

Silvio Berlusconi, assieme allo stesso Guardasigilli che oggi è stato indicato dall'ufficio di presidenza segretario politico nazionale del partito, ha poi parlato della riorganizzazione del Pdl. «Ad Angelino Alfano è stato assegnato un ruolo importante», ha detto aggiungendo che con la sua nomina «tutti sono convinti» che è superata la formula del 70-30%. «Oggi è stata dimenticata questa formula», ha detto Berlusconi spiegando che tutti avranno pari dignità politica. Leggendo il dispositivo approvato, il premiere ha poi spiegato che «il segretario politico nazionale è l'organo esecutivo del Pdl».

Dal canto suo il ministro Alfano ha detto: «Mi dimetterò da ministro della Giustizia non appena il consiglio nazionale mi immetterà nell'esercizio della funzione e non prima del decreto sul codice antimafia e di quello sulla semplificazione dei riti dei processi civili». E ha poi ribadito che «il Pdl ha compiuto il suo processo di amalgama e ha deciso di avere un solo coordinatore: siamo un partito maturo in grado di innovare senza decapitare e il nostro obiettivo è vincere le politiche del 2013». Il Guardasigilli ha poi aggiunto: «Non sarà facile ma chi ritiene di avere la vittoria in tasca si illude. La sinistra, avendo vinto due città, sta festeggiando e chiede le dimissioni del governo, è come se una squadra di calcio che è in vantaggio al 60esimo minuto dica che la partita è finita senza aspettare il 90esimo. Siamo in grado di andare avanti - ha concluso Alfano - con un percorso di riforme e di affidabilità; ci sono i fondamentali per superare questa fase».

La conferenza stampa si è chiusa in modo imprevisto. Quando i giornalisti stavano ponendo le prime domande, un uomo si è alzato e si è rivolto al premier. Il contestatore, Gianfranco Mascia, leader del Popolo Viola, è stato a forza allontanato dagli uomini della scorta di Berlusconi. Prima però è riuscito a dire frasi come «vergognati», sarai «ricoperto all'immondizia» e «fatti processare». Un vero e proprio blitz che ha colto di sorpresa un po' tutti ed interrotto anticipatamente la conferenza stampa del Cavaliere che ha reagito limitandosi a dire «va bene, va bene, grazie a tutti...»