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Napolitano, stop al Milleproroghe: “Eluso il vaglio preventivo del Colle”

Napolitano blocca il decreto Milleproroghe. Il capo dello Stato ha inviato una lettera al governo e ai presidenti di Camera e Senato per spiegare che il decreto legge contiene vizi di incostituzionalità.

"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto 'milleproroghe'". E' quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale. "Il Capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza - si spiega nella nota - che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge".

Mi riservo, qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge. Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge". E' quanto si legge nel testo della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato ai presidenti di Senato e Camera.

"A mio avviso non mancherebbero spazi, attraverso una leale collaborazione tra governo e Parlamento da un lato e maggioranza e opposizione dall'altro, per evitare che un decreto-legge concernente essenzialmente la proroga di alcuni termini si trasformi sostanzialmente in una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti più disparati".

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invitato il governo a varare, nel caso non si faccia in tempo a correggere il decreto Milleproroghe, norme interpretative. "Mi riservo altresì, qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato in Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge", si legge nella lettera inviata all'esecutivo e ai presidenti di Camera e Senato.

 Nel corso dell'incontro al Quirinale, si legge fra l'altro nel comunicato diffuso al termine dal Colle, "il Presidente del Consiglio ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal Presidente della Repubblica nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza".

"Il frequente ricorso alla posizione della questione di fiducia realizza un'ulteriore pesante compressione del ruolo del Parlamento". A sottolinearlo e' stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella lettere con i rilievi al decreto Milleproroghe inviata al governo e ai presidenti di Camera e Senato. Non solo.

 "L'inserimento nei decreti di disposizioni non strettamente attinenti ai loro contenuti, eterogenee e spesso privi dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza - ha ricordato Napolitano - elude il vaglio preventivo spettante al Presidente della Repubblica in sede di emanazione dei decreti legge". Inoltre, "la etereogenità e l'ampiezza delle materie non consentono a tutte le commissioni competenti di svolgere l'esame referente richiesto dal primo comma dell'articolo 72 della Costituzione", ha aggiunto.

 Mi riservo, qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge. Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge". E' quanto si legge nel testo della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato ai presidenti di Senato e Camera.

 La seduta della Camera è sospesa: i lavori riprenderanno domani mattina alle 9. Lo ha annunciato all'Assemblea di Montecitorio il presidente Gianfranco Fini dopo aver dato lettura all'Assemblea di Montecitorio della lettera del presidente della Repubblica sul decreto legge Milleproroghe.