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Sparatoria in Arizona: sei morti e cinque feriti gravi.

Una deeputata Usa è stata colpita alla testa durante una sparatoria. La parlamentare democratica Gabrielle Giffords, 40 anni, è ricoverata in fin divita in ospedale. Altre sei persone, colpite nel corso della sparatoria, sono morte poco dopo, cinque sarebbero i feriti, tra questi i figli della donna. L'attentato è avvenuto a Tucson, in Arizona. La donna, moglie dell'astronauta Mark E. Kelly, schierata a difesa della legge sull'aborto e a sostegno del secondo emendamento sull'uso delle armi, era al suo terzo mandato. Il fatto è avvenuto di fronte a un esercizio commerciale, un mini market alla periferia nordorientale della città. L'attentatore, un giovane attorno ai 20 anni, è stato arrestato, come conferma il portavoce dello sceriffo della Contea.

La parlamentare era stata ricoverata presso l'University Medical Center di Tucson, ma le sue condizioni sono subito apparse disperate. Al momento della sparatoria aveva da poco avviato un incontro con gli elettori. Stava discutendo con un disoccupato recentemente licenziato, quando dal gruppo di persone presenti si è fatto largo un uomo con la pistola che ha cominciato a fare fuoco all'impazzata. Le altre vittime sono membri del suo staff e alcuni simpatizzanti della parlamentare.

Gabrielle Giffords era nella «target list» di Sarah Palin. L'ex governatore dell'Alaska ed ex candidata alla vicepresidenza aveva stilato un elenco di avversari da sconfiggere politicamente «per la loro responsabilità nel disastro» rappresentato dal voto con cui il Congresso aveva approvato la riforma sanitaria. La Giffords, conosciuta per il suo impegno a favore dell'aborto, votò anche a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali, e contro i sussidi alle compagnie petrolifere. Era una sostenitrice delle energie rinnovabili. Democratica moderata della Blue Dog coalition. Alla fine di marzo dello scorso anno, in vista dell'approvazione finale della riforma sanitaria, l'ufficio della Giffords a Tucson era stato attaccato da vandali, che nella notte ne avevano distrutto la porta d'ingresso. Minacce e atti vandalici avevano avuto come obiettivo altri parlamentari, tanto da indurre gli agenti federali a un vertice con un centinaio di deputati democratici, considerati a rischio, e a decidere con loro le misure di sicurezza da prendere

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