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Via libera del Parlamento alla Commissione Ue con 370 sì. Mancano molti voti.

Strasburgo, 27 Nov 2024 – A quasi sei mesi dal voto di giugno per il rinnovo del Parlamento europeo, l’Eurocamera si è espressa sull’atto finale di apertura ufficiale della Commissione von der Leyen II, il secondo mandato della leader tedesca a capo del governo di Bruxelles. Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato con voto palese la squadra della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen. La leader popolare tedesca ottenne a luglio, con un voto segreto, il mandato a formare la Commissione con 401 sì.

Dopo l’esame dei singoli commissari, infatti, il plenum ha votato la squadra di “ministri”, tra vicepresidenti e singoli delegati alle varie materie oggetto di legislazione europea, che affiancheranno l’ex ministra della Difesa di Berlino nei prossimi cinque anni. 

Von der Leyen presenta la squadra davanti alla plenaria di Strasburgo: “la libertà per l'Europa non sarà gratuita”

La seduta comincia con un discorso della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen alla plenaria. Dopo aver ringraziato la squadra uscente, ha presentato le priorità e il programma della nuova Commissione. Uno dei primi temi affrontati è stato quello della libertà e della sovranità: secondo von der Leyen la libertà per l'Europa "non sarà gratuita". "Significa fare scelte difficili. Significa investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità. E soprattutto significherà rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione". 

Von der Leyen: “Ho scelto Fitto per dare alle regioni la meritata importanza”

''Voglio che le regioni europee e le comunità siano in grado di controllare il proprio destino e di contribuire alla definizione delle nostre politiche. Questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato a Raffaele Fitto in qualità di Vicepresidente esecutivo. È una scelta che ho fatto io.  Anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l'importanza politica che meritano'', ha precisato von der Leyen, alla plenaria del Parlamento Ue prima del voto di conferma del Collegio dei commissari.        

Per molte persone la libertà ''consiste nello scegliere dove vivere, lavorare e studiare. Scegliere se far crescere la propria famiglia in un'altra parte d'Europa o nel luogo in cui si è cresciuti'', dice von der Leyen, prima di citare esplicitamente il già primo ministro italiano Enrico Letta, menzionando ''la libertà di restare''.        

La prossima Commissione intende ''difendere la qualità di vita unica degli europei, in tutta Europa. Che si tratti di una comunità costiera o di pescatori, di un'area rurale o di una comunità agricola, di un'isola o di una regione ultraperiferica, di una città o di una delle regioni uniche e diverse d'Europa. Dobbiamo lavorare per affrontare i problemi che le regioni devono affrontare, dai cambiamenti demografici ai cambiamenti climatici o alla necessità di infrastrutture moderne. E questo va al cuore della libertà di cui parlo oggi''.

Attuazione del Piano Draghi e nuovo Green Deal prime iniziative della Commissione

Durante il suo discorso poi la presidente della Commissione ha esplicitato che la prima "grande iniziativa della nuova Commissione sarà una Bussola della Competitività e sarà la cornice del nostro lavoro per il resto del mandato. La Bussola si baserà sui tre pilastri del rapporto Draghi. Il primo è chiudere il divario d'innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività, il terzo è l'aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze". Poi von der Leyen ha detto che un'altra priorità della Commissione è il nuovo Green Deal_ "Quasi cinque anni fa abbiamo lanciato il Green deal Ue: le ragioni che ci hanno spinto a essere così ambiziosi allora sono ancora più evidenti oggi. Quindi voglio essere chiara: dobbiamo mantenere e manterremo la rotta" ha detto Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo." Ma se vogliamo avere successo in questa transizione, dobbiamo essere più agili e accompagnare meglio le persone e le aziende lungo il percorso. E dobbiamo giocare sui nostri punti di forza: le nostre industrie e Pmi, i nostri innovatori e lavoratori", ha aggiunto, ricordando che nei primi 100 giorni di mandato presenterà il Clean industrial deal. 

Le previsioni di voto

Manca ancora l’ultimo metro: quello del voto della Plenaria, ma non è detto che quest’ultimo test non possa riservare sorprese. Si parte dai tre gruppi della “maggioranza pro-europeista”, quelli che la scorsa settimana hanno siglato il documento che ha permesso di sbloccare lo stallo sui veti incrociati per Raffaele Fitto e Teresa Ribera: Partito popolare europeo (Ppe, 188 seggi), Socialisti e democratici (S&d, 136 seggi), Renew Europe (77 seggi). Von der Leyen durante il suo discorso ha rivendicato le sue scelte su questi due nomi che hanno provocato molte tensioni. "Voglio che le regioni e le comunità abbiano il controllo del proprio destino e che contribuiscano a dare forma alle nostre politiche. È il compito della coesione e delle riforme che ho affidato come vicepresidente esecutivo a Raffaele Fitto. È una scelta che ho fatto, perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l'importanza politica che meritano". La convinzione rivendicata da von der Leyen su questa scelta però non ha trovato pieno eco in Aula: molti dei deputati hanno deciso di non applaudire alla nomina. Mentre sul nome di Ribera come prima vicepresidente esecutiva per “una transizione pulita, giusta e competitiva” von der Leyen ha commentato: "È ben equipaggiata per garantire che una politica di concorrenza moderna a sostegno delle nostre ambizioni. È una europea vera e devota. E, insieme, lavoreremo sempre per l'interesse europeo". Il riferimento alla spagnola socialista in aula è stato accolto con una standing ovation del gruppo S&d e il gelo del capogruppo del Ppe, Manfred Weber.

Partito popolare europeo

Nel Ppe, che esprime 14 commissari oltre alla stessa von der Leyen, non si dovrebbero registrare grandi defezioni oltre alla delegazione spagnola (22 deputati), orientata verso l'astensione a causa della presenza proprio di Ribera in un ruolo di primissimo piano; e quella slovena (5) anch'essa contrariata nei confronti della propria commissaria, Marta Kos. Voteranno sì anche i francesi, tra i contrari dello scorso luglio. Tra i 188 deputati totali del Ppe, quindi, è possibile aspettarsi 160/165 sì.

Tra i socialisti, invece, la situazione è più frastagliata. Verso il no i francesi (13) e una parte dei belgi (4, gli altri dovrebbero astenersi); mentre l'astensione potrebbe essere una scelta più equilibrata per molti, tra cui i tedeschi (14): alle 9 del mattino il gruppo Spd annuncia ufficialmente l'astensione: "Per la prima volta nella storia delle istituzioni Ue, un rappresentante di un partito post fascista sta per ottenere una posizione di leadership. Ciò è stato possibile solo perché la presidente della Commissione ha proposto Raffaele Fitto alla posizione di rilievo di vicepresidente della Commissione, anche se la famiglia del suo partito, cioè Ecr, non ha votato sua nomina". Lo scrive in una nota la delegazione del SpD all'Eurocamera. La maggioranza della delegazione socialdemocratica tedesca si asterrà al voto sulla commissione confermano dal SpD, mentre una minoranza della stessa voterà contro. Sui 136 deputati di S&d, almeno 100 sì dovrebbero essere garantiti. Tra i liberali (77 deputati) si contano poche defezioni, tra cui i belgi (5). Ci si può aspettare 65/70 voti.

Sui 401 deputati della maggioranza, quindi, si contano tra i 325 e i 335 voti. A questi 401, però, non corrispondono i 401 voti raccolti da von der Leyen in occasione della sua conferma alla presidenza della Commissione, a luglio. In quell'occasione, infatti, in suo soccorso erano intervenuti i Verdi, che adesso appaiono spaccati: il co-presidente del gruppo Bas Eickhout ha parlato di una “leggera maggioranza” per il sì, con 25 deputati circa che si erano espressi a favore della conferma e altri 8 indecisi. Dovrebbero essere favorevoli le delegazioni tedesca (15 deputati), i nordici (3 danesi, 2 finlandesi e 3 svedesi) e i due deputati dei baltici. Se dovessero recuperare all'ultimo minuto qualche indeciso, ci si attesterebbe sui 25/30 deputati.

Infine, un supporto arriverà anche dal lato destro dell'emiciclo. La delegazione di Fratelli d'Italia (24 deputati) ha già annunciato il suo voto favorevole, a differenza dell'altro grande partito del gruppo dei Conservatori e riformisti (Ecr), ovvero il Pis polacco. Altre delegazioni del gruppo dovrebbero unirsi a FdI, come quella belga (3) e quella ceca (3), portando il totale a circa 30 voti favorevoli. I Patrioti invece voteranno all'unanimità contro la Commissione von der Leyen. Lo ha annunciato il presidente del gruppo Jordan Bardella nel suo intervento in plenaria sul voto di fiducia alla Commissione von der Leyen. Nel gruppo c'è la Lega e Fidesz, entrambi partiti al governo in Italia e Ungheria. Cinque anni fa Fidesz aveva votato a favore del Collegio, avendo espresso il commissario Oliver Varhelyi, di nuovo confermato.

In definitiva, Ursula von der Leyen arriva alla vigilia dell'ultimo voto di conferma con un bottino tra i 380 e i 400 voti. Abbastanza per superare agevolmente la soglia di conferma (maggioranza semplice dei voti espressi, a differenza dei 361 richiesti a luglio), ma non tali da dare un segnale politico positivo. Storicamente, infatti, le Commissioni guadagnano voti tra il primo e il secondo voto, anche per effetto delle delegazioni nazionali che esprimono i commissari. La stessa von der Leyen fu eletta con 383 voti nel 2019, per poi vedere la propria maggioranza salire a 461 deputati nel voto sul collegio. Nel 2014 Juncker guadagnò un solo voto, ma partendo già da una maggioranza piuttosto ampia (da 422 a 423). Non è mai successo, finora, che una Commissione perdesse consensi tra i due voti. E tutto questo dopo aver allargato a tutti gli effetti la maggioranza sia a sinistra (Verdi), che a destra (Ecr).

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