Press "Enter" to skip to content

Migranti in balia della ‘povera’ politica. Vista l’ignobile prepotenza di Salvini la Spagna compie un grande gesto d’umanità e annuncia: accoglieremo la nave Aquarius

Madrid, 11 Giu 2018 - La Spagna accoglierà la Aquarius, la nave con oltre 600 migranti soccorsi al largo della Libia e fermata mentre è in corso un braccio di ferro tra Italia e Marta sul porto. Lo ha fatto sapere lo stesso premier spagnolo, Pedro Sanchez.  "È nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone", ha dichiarato il premier spagnolo nell'annunciare di voler accogliere la nave nel porto di Valencia.

La sindaca di Barcellona, Ada Colau, e il sindaco di Valencia, Joan Ribo, avevano in precedenza offerto di accogliere nelle rispettive città la nave Aquarius, unendosi così ai sindaci di numerosi porti italiani. "Non possiamo guardare dall'altra parte", ha detto Colao al Forum di Nueva Economia, lanciando un appello a collaborare al nuovo governo spagnolo di Pedro Sanchez.

"Questa sera ci sarà un vertice sulla questione con tutti i ministri competenti": così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aveva risposto ai cronisti, che gli avevano chiesto della vicenda Aquarius, mentre si trovava ad Amatrice.

"Per la Commissione c'è prima l'imperativo umanitario, stiamo parlando di persone. La priorità è che maltesi e italiani permettano" alla nave Aquarius di sbarcare i migranti e ricevere le cure necessarie. "Rivolgiamo un appello affinché le persone siano sbarcate velocemente e ricevano le cure" del caso. Così Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea.

La situazione della nave Aquarius è "regolata dal diritto internazionale e non è competenza della Commissione interpretare la legge". Ma "la situazione è tutto tranne che chiara. Secondo il diritto internazionale, la decisione sul luogo in cui una nave dovrebbe sbarcare spetta al Paese che coordina l'operazione di salvataggio", ma "non precisa se deve essere nello stesso Paese". La legge propone solo dei "criteri, per orientare la decisione". Così Natasha Bertaud, portavoce della Commissione europea per la Migrazione.

"Oggi anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l'ennesimo carico di immigrati, da portare in Italia. L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C'è chi dice no.#chiudiamoiporti". Lo scrive su Twitter il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Ma il governo maltese tiene duro. "Siamo preoccupati per la direzione presa dalle autorità italiane sull'Acquarius, che è in alto mare. Vanno manifestamente contro le leggi internazionali e rischiano di creare una situazione pericolose per tutti coloro che sono coinvolti", replica il premier Joseph Muscat su Twitter. In precedenza, le autorità della Valletta avevano fatto sapere che l'isola "non ha competenza" su questo caso dato che il recupero dell'imbarcazione "è avvenuto nell'area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma".

"Tutti in Europa fanno gli affari propri, ora anche l'Italia rialza la testa. Stop al business schifoso dell'immigrazione clandestina", ha scritto su twitter Salvini rilanciando l'hashtag #chiudiamoiporti. L'emergenza è stata affrontata nel corso del vertice a Palazzo Chigi sulle nomine dei sottosegretari tra il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice, Salvini e Luigi Di Maio.

L'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, fa appello ai "governi coinvolti affinchè consentano lo sbarco immediato di centinaia di persone bloccate nel Mediterraneo da sabato a bordo della nave Aquarius. "E' un imperativo umanitario, le persone sono in difficoltà, stanno esaurendo le scorte e hanno bisogno rapidamente di aiuto", afferma Vincent Cochetel, inviato speciale dell'Unhcr per il Mediterraneo centrale. "Questioni più ampie come quella su chi è responsabile e competente dovrebbero essere esaminate solo dopo", aggiunge. "Il principio del salvataggio in mare non deve essere messo in dubbio da incidenti come questo. Altri governi devono agire per sostenere i Paesi che si occupano degli arrivi via mare. Ci potrebbe includere un meccanismo in tutta la regione per gli sbarchi, basato su una buona cooperazione tra Stati e altri attori", conclude Cochetel.

"Oltre 750 morti nel Mediterraneo nel 2018: il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo", dice Carlotta Sami, la portavoce dell'Unchr per i rifugiati per il sud Europa. E a RaiNews24 sottolinea: "La situazione ci preoccupa profondamente".

Msf - sul profilo twitter - scrive che i migranti in mattinata si sono riuniti in preghiera. E chiede una risoluzione rapida e l'assegnazione di un porto sicuro. E spiega che ci sono 7 donne incinte, 15 con gravi ustioni chimiche, diversi pazienti con sindrome da annegamento e ipotermia".  Poi - l'ong - ricorda che i migranti a bordo non sanno dello stallo diplomatico.