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Elezioni2018, l’Italia decide: seggi aperti in tutto il Paese, si vota fino alle 23

Roma, 4 Mar 2018 - Seggi aperti, si vota. Al termine di una lunga campagna elettorale è arrivato il giorno della verità: oggi gli Italiani eleggono i propri rappresentanti in Parlamento.

Urne aperte fino alle 23 per permettere ai 46.604.925 italiani aventi diritto al voto di esprimere le proprie preferenze per il rinnovo della Camera. Meno numeroso il corpo elettorale per quanto riguarda il Senato, in quanto l'età minima richiesta per il voto è fissata in 25 anni: sono 42.871.428.

Gli elettori della circoscrizione Estero, che hanno già votato per corrispondenza, sulla base dei dati dell'elenco definitivo, sono per la Camera 4.177.725 e per il Senato 3.791.774. Eleggeranno, rispettivamente, 12 deputati e 6 senatori.

Ritardi nell'apertura di alcuni seggi elettorali a Palermo si registrano a causa della distribuzione delle schede ristampate nella notte, a causa di un errore nella perimetrazione dei collegi, e destinate a circa 200 sezioni. Le pattuglie dei vigili urbani sono al lavoro per la distribuzione delle nuove schede, ma non hanno ancora raggiunto tutte le sezioni.

Per la prima volta la legge in vigore è il cosiddetto 'Rosatellum', sistema misto con un terzo dei seggi, 232 a Montecitorio e 116 a palazzo Madama, assegnato con metodo maggioritario; e due terzi con il proporzionale. Nel primo caso in ogni collegio viene eletto un solo candidato, quello che ottiene più voti. Nel secondo caso a ciascuna lista o coalizione di liste sono assegnati i seggi in proporzione ai voti ottenuti, calcolati a livello nazionale e poi redistribuiti nelle singole circoscrizioni territoriali, divise in collegi plurinominali con liste bloccate.

Al riparto dei seggi concorrono le liste che abbiano superato il 3 per cento a livello nazionale, mentre quelle che non avranno ottenuto almeno il 3%, ma più dell'1%, concorreranno alla cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione. Questa operazione - spiega il Viminale - presuppone, pertanto, la necessità che tutte le sezioni abbiano concluso le operazioni e abbiano inviato i dati. La mancanza anche di una o più sezioni, che (per i motivi più vari) non abbia concluso e trasmesso i risultati, non rende possibile la determinazione della cifra nazionale e, quindi, il conseguente riparto.

"Le operazioni di scrutinio elettorale cominceranno alle 23 di domenica, in successione immediata alla chiusura delle sezioni". Lo ricorda una nota del Viminale nella quale, alla vigilia dell'appuntamento elettorale, si spiega come si svolgeranno le operazioni a voto concluso. "La prima fase consisterà nella verifica, da parte dei presidenti di seggio, del numero delle schede, con la conseguente comunicazione del dato complessivo dei votanti. Immediatamente dopo affronteranno lo scrutinio del voto del Senato, a conclusione del quale si proseguirà con quello della Camera", fa sapere la nota.

"I dati - ricorda il Viminale - affluiranno direttamente dai seggi ai Comuni, alle Prefetture e al Ministero dell'Interno che, come è noto, fornisce esclusivamente un dato ufficioso, rimanendo nella competenza delle Corti d'appello, la verifica dei verbali e la proclamazione degli eletti. Qualsiasi cittadino, oltre naturalmente gli organi di informazione, accedendo al sito www.interno.gov.it al link 'eligendo' potrà seguire in diretta lo scrutinio dei dati che, immessi nel sistema elettorale senza soluzione di continuità, concorreranno a costruire il risultato".

Il Viminale spiega che "la complessità del meccanismo prevede un riparto nazionale che tenga conto della cifra che ciascuna lista elettorale ottiene su tutti i territori per definire le percentuali necessarie al riparto dei seggi. I voti delle liste in coalizione che a livello nazionale non avranno ottenuto almeno il 3%, ma più dell'1%, concorrono alla cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione. Questa operazione presuppone, pertanto, la necessità che tutte le oltre 61 mila sezioni abbiano concluso le operazioni e abbiano inviato i dati. La mancanza, anche di una o più sezioni, che (per i motivi più vari) non abbia concluso e trasmesso i risultati, non rende possibile la determinazione della cifra nazionale e, quindi, il conseguente riparto".

Il ministero dell'Interno fa ancora sapere che "meno complessa e prevedibilmente più rapida è l'individuazione dei candidati eletti nei collegi uninominali, per i quali non è necessario attendere la cifra nazionale, ma solo la chiusura del collegio uninominale. Individuata la cifra nazionale di ciascuna lista o coalizione e la percentuale spettante alle singole circoscrizioni, il Viminale indicherà i seggi delle liste nei collegi plurinominali, nonché i candidati che risulteranno ufficiosamente eletti in uno o più collegi plurinominali. Alla proclamazione degli eletti provvederanno, sulla base dei verbali di sezione, gli Uffici delle Corti d'appello".

"Il procedimento potrà risultare particolarmente articolato nel caso di eletti in più collegi plurinominali a fronte di liste cosiddette ''incapienti'' (caratterizzate, cioè, da un insufficiente numero di candidati rispetto ai seggi spettanti). In quest'ultimo caso gli Uffici Giudiziari competenti (Corte d'Appello e Ufficio Centrale presso la Corte di Cassazione) dovranno individuare definitivamente gli eletti ai fini della proclamazione. Una costante e proficua collaborazione è da tempo in atto tra il ministero dell'Interno, le Corti d'Appello e l'Ufficio Centrale Nazionale (Corte di Cassazione) per raggiungere l'obiettivo di una corretta gestione delle operazioni susseguenti alla consultazione elettorale e di un reciproco, costante confronto e supporto nelle varie fasi del procedimento", informa ancora la nota.

Gli elettori di Lombardia e Lazio sono chiamati ad eleggere domenica 4 marzo, contestualmente al voto per le politiche, anche il Consiglio regionale e il presidente della Regione. Lo spoglio comincerà alle 14 di lunedì 5.

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