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Turchia, Gabriele Del Grande è libero. Il padre: “Gran giorno, andiamo a prenderlo a Bologna”

Il giornalista italiano Gabriele del Grande, fermato dalla polizia turca il 9 aprile al confine con la Siria, è stato liberato. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Angelino Alfano su Twitter.

"Gabriele Del Grande è libero. Gli ho parlato adesso, sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo", ha scritto il ministro.

Emozionato, Massimo Del Grande ha annunciato che il figlio "dovrebbe arrivare verso le 10.15 di questa mattina a Bologna". "Stiamo andando a prenderlo, è un gran giorno", ha detto Del Grande a Rainews 24. "Mi ha chiamato il ministro Alfano. Ci hanno detto che sta bene", ha detto ancora aggiungendo che la prima cosa che farà sarà di "abbracciarlo forte".

"Mi ha chiamato il ministro Alfano questa mattina alle 7.30, non me lo aspettavo. Mi ha detto che l'aereo di Gabriele stava decollando. Chiaramente hanno lavorato per tutte queste due settimane, ma nelle utime ore hanno agito in maniera più incisiva". Così Alexandra D'Onofrio, compagna di Gabriele Del Grande. Prosegue D'Onofrio: Gabriele sta bene, gli ho parlato ieri". Nonostante lo sciopero della fame "era positivo. Con lui c'è il nostro console. Siamo tutti a Bologna ad aspettarlo. Tutti noi della famiglia e tutti i suoi amici".

"Siamo felicissimi. Lo aspettiamo. La notizia è stata improvvisa e ci rende felicissimi. Non vediamo l'ora di riabbracciarlo". Così, questa mattina, al telefono, Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Gabriele, commenta emozionata la notizia della sua liberazione. "Dovrebbe essere già in viaggio - aggiunge Ballerini - e dopo che sarà arrivato faremo tutte le valutazioni".

"La notte è passata al lavoro, è stato un lavoro in realtà silenzioso in questi giorni, comunque è andata bene, sono molto soddisfatto di questo" ha detto a Rainews il ministro degli Esteri commentando la liberazione di del Grande. "Sono davvero soddisfatto del lavoro che è stato fatto da tutti e del fatto che Gabriele torni a essere un uomo libero".

Gabriele Del Grande, 34enne blogger, scrittore, reporter e regista lucchese viene fermato il 9 aprile durante un controllo di sicurezza nella provincia di Hatay, al confine sud-ovest della Turchia, in una zona in cui non è consentito l'accesso: i giornalisti devono essere muniti di accredito stampa rilasciato dalle autorità di Ankara. Lo stato di emergenza in vigore nel paese inasprisce il controllo, specie al confine siriano, dove il regista è stato trovato sprovvisto di tali documenti.

L'11 aprile fonti diplomatiche riferiscono che Del Grande sarà espulso. Il giornalista è detenuto senza un'accusa formale di reato. Viene trasferito a Mugla, sulla costa egea, in un centro di identificazione ed espulsione, il che lascia ben sperare in una rapida risoluzione del caso.

Il 14 aprile la Turchia fa sapere di averlo spostato in una guest house e il giorno successivo le autorita' Ankara fa sapere che sta bene. La prima telefonata a casa è però solo del 18 aprile: Del Grande annuncia uno sciopero della fame. La Farnesina ne chiede la liberazione e annuncia l'invio del console italiano a Mugla.

Il 19 aprile il blogger inizia uno sciopero della sete e della fame per protestare contro la violazione dei suoi diritti civili. Si stringe il pressing per la sua liberazione Dal ministro degli Esteri Angelino Alfano arriva una "ferma richiesta di immediato rilascio". I genitori chiedono aiuto: Gabriele è solo, viene continuamente interrogato in quanto il motivo del mancato rilascio sembra dovuto al suo lavoro di scrittore, dicono. La fidanzata aggiunge: fermato solo perché filmava i profughi. Si moltiplicano le richieste di liberazioni e le iniziative di mobilitazione. L'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il rilascio.

Il 20 aprile dagli Usa il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiede una soluzione rapida e da Roma il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia che Ankara ha concesso al giornalista di incontrare all'indomani il console italiano e il legale.

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