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Corruzione, comune di Roma: arrestato dai carabinieri Raffaele Marra

Cagliari, 16 Dic 2016 - Raffaele Marra capo del personale del Comune di Roma, è stato arrestato dai carabinieri per reato di corruzione. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip Tomaselli su richiesta della Procura della Capitale. L'arresto non sarebbe collegato all'indagine sulle nomine decise dal sindaco Virginia Raggi, tra le quali c'è anche quella dello stesso Marra, ma riguarderebbe invece un'operazione immobiliare.

La vicenda che ha portato all'arresto di Marra è legata all'inchiesta sulla compravendita delle case Enasarco e risale al 2013. In quel periodo Marra era a capo del dipartimento politiche abitative del Comune di Roma. L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Insieme a Marra i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato anche il costruttore Sergio Scarpellini per corruzione.  Gli arrestati si trovano ora presso la caserma di Via In Selci. Sono in corso perquisizioni dei Carabinieri in Campidoglio.

"Nonostante le mie inchieste Raggi lo ha sempre difeso", dice oggi Emiliano Fittipaldi, ai microfoni di Rainews24. Secondo la ricostruzione del giornalista, nel 2009 Marra aveva acquistato da Sergio Scarpellini un lussuoso attico ottenendo uno sconto di mezzo milione di euro. E nel 2013 la moglie del capo del personale del Comune aveva acquistato un appartamento Enasarco per 350mila euro, ottenendo uno sconto del 40 per cento.

Quella di Raffalele Marra, arrestato questa mattina con l'accusa di corruzione, è la nomina più discussa dei primi sei mesi di giunta di Virginia Raggi. Il dirigente comunale, infatti, non rientra nel profilo del militante tipo del Movimento 5 Stelle, visti i numerosi incarichi ricoperti con altre amministrazioni o enti pubblici guidati dal centrodestra. Un curriculum il suo, che ha sollevato numerose polemiche, anche all'interno del Movimento. Chi è Raffaele Marra Napoletano, 44 anni, Marra si laurea prima in giurisprudenza e poi in economia e commercio. Nel 1991 si arruola nella guardia di finanza dove trascorre circa quindici anni. Dieci anni fa il passaggio alla pubblica amministrazione. Nel 2006 passa alla direzione affari generali del ministero dell'Agricoltura. Due anni dopo, nel 2008, con Gianni Alemanno ministro, va a lavorare all'area galoppo dell'Unione Nazionale Razze Equine, allora guidata da Franco Panzironi, poi condannato in primo grado per la "parentopoli" Ama e oggi a processo per Mafia Capitale. Nello stesso anno trasloca in Campidoglio assieme ad Alemanno, eletto nel frattempo sindaco di Roma: prima va a dirigere il dipartimento casa e poi entra nel Gabinetto del sindaco. Marra, però, non si ferma. Nel 2010 passa in Rai, come consulente dell'allora direttore generale Mauro Masi. L'anno successivo, invece, viene chiamato alla direzione del personale della Ragione Lazio con Renata Polverini Governatrice, nonostante un pronunciamento del Tar che lo valuta "inidoneo" per quell'incarico. Nel frattempo Marra vince il concorso da dirigente comunale, con Ignazio Marino sindaco viene relegato in un ruolo di minore rilievo, alla tutela dei consumatori. La Raggi, invece, si fida di lui e lo difende anche dalle critiche interne sul suo ruolo piovute da vari esponenti del M5S. La parlamentare pentastellata Roberta Lombardi lo ha definito "un virus" che ha infettato il Movimento. La Raggi prima lo nomina vice capo di gabinetto vicario, poi dopo le polemiche lo sposta alla guida del personale. Anche in questo ruolo però non mancano le grane: nella macrostruttura recentemente varata dal Campidoglio il fratello di Marra, Renato, dirigente della Polizia Locale, è stato nominato alla direzione Turismo, scelta che ha fatto scattare un esposto all'Anac del sindacato dei dirigenti pubblici Direr per un possibile conflitto di interessi.

Dopo gli arresti di Marra e Scarpellini, la richiesta che arriva dalle opposizioni è una: le dimissioni del sindaco Virginia Raggi.  Dal Pd, Matteo Orfini attraverso Facebook commenta: "Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l'arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono. Oggi non chiederanno scusa. Perché sono politicamente corresponsabili". E dalle fila del Partito Democratico si alza la voce anche dell'ex assessore capitolino Stefano Esposito che twitta:"Arrestato Raffaele Marra strettissimo collaborare di Virginia Raggi e da lei sempre difeso e tutelato. Beppe Grillo ora cosa ci dici?" Forza Italia: Grillo chieda dimissioni Raggi "Il Movimento 5 stelle cerca di minimizzare una vicenda che sta diventando ogni giorno più insostenibile. L'arresto di Marra rappresenta l'ultimo atto del fallimento dei grillini, della loro inesperienza, vantata come una virtù, ma che si è dimostrata totale inadeguatezza ad amministrare e a governare. È quanto afferma Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia. E aggiunge: "Volevano apparire come i depositari della purezza e dell'onestà, essendosi affacciati alla politica solo da poco, ma così non è. È caduto anche l'ultimo velo. Noi rimaniamo garantisti ma chiediamo a Grillo di fare ciò che avrebbe fatto se la questione avesse riguardato il sindaco di un altro partito, ovvero chiedere le dimissioni del primo cittadino". Di dimissioni parla anche un altro esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato: "In casi ordinari bisognerebbe essere garantisti, ma con i 5Stelle non lo si può essere fino in fondo. L'arresto di Marra, pervicacemente e misteriosamente difeso dal sindaco Raggi e da tanti esponenti del mondo grillino, impone un atto di coerenza. E lo dico a prescindere dall'epoca in cui i fatti contestati a Marra si sarebbero verificati".  Gasparri poi ricorda che: "I grillini hanno chiesto le dimissioni per chiunque e per qualunque cosa. Si applichi lo stesso metodo che hanno evocato contro i loro avversari. Immediate dimissioni del sindaco Raggi. Se ne vada via oggi stesso. Sono certo che anche nel mio schieramento molto diranno che bisogna essere garantisti in coerenza con i nostri principi. Personalmente invece chiedo che si applichi in questo caso il metodo grillino. Hanno urlato contro tutti. Ora si dimostrino coerenti. La Raggi se ne vada. A casa loro. In galera Marra". All'attacco anche il gruppo romano Enti Locali Fratelli d'Italia, Alleanza Nazionale che in un nota ricorda: 'Senza di lui non vado avanti'. Queste le parole pronunciate più volte nei mesi scorsi dalla Raggi in difesa del suo fedelissimo Raffaele Marra. Oggi apprendiamo la notizia dell'arresto del dirigente capitolino per corruzione, quindi conseguenza logica sarebbero le immediate dimissioni di Virginia Raggi". Frenano invece i grillini. "Adesso verificheremo. Da un movimento che è nato con la volontà di imporre rispetto delle regole, non si può che pretendere che su se stesso sia altrettanto rigoroso" dice il senatore M5S Nicola Morra commentando l'arresto di Raffaele Marra. E il senatore grillino Carlo Martelli incalza: "Virginia Raggi deve dimettersi dopo l'arresto di Raffaele Marra? "No, assolutamente no. La giustizia faccia il suo corso e se Marra ha sbagliato, è giusto che paghi". Nessun nervosismo dice a sua volta il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito intervenendo in Consiglio Metropolitano: "Vi faccio notare che sono presenti regolarmente in Aula sette consiglieri del M5S". E sulla assenza della Raggi spiega: "oggi evidentemente è impegnata in altro". In attesa del lavoro della magistratura il capogruppo al consiglio dell'area metropolitana di Roma del M5s annuncia: "Il problema non c'è: Marra non è un politico ma un esponente tecnico, lo sostituiremo com'è giusto che sia".  Riconosce invece la gravità del fatto Roberto Fico, parlamentare 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza Rai: "Adesso ci riuniamo tutti quanti e tireremo fuori una linea senza problemi, è giusto che la magistratura faccia il suo corso. Non c'è ombra di dubbio che è una cosa grave, gravissima". In attesa di un possibile intervento del leader del M5S, Beppe Grillo, sulla vicenda, si apprende da fonti parlamentari che è stato annullato il flash mob dei grillini a Siena previsto per le 15 in piazza Salimbeni a Siena per la vicenda Mps.

“Io facevo il fornaretto. Me so’ comprato un piccolo immobile, poi l’ho venduto, poi un altro e un altro ancora. E so’ diventato Sergio Scarpellini. C’ho 76 anni e mi sveglio presto, mai dopo le cinque. Ho coccolato la politica: bei posti, ristrutturati, pulitissimi, pregiati e ora mi sbattono sui giornali”. In una scheda biografica del 2014 così si racconta uno dei re del mattone di Roma arrestato per corruzione questa mattina insieme a Raffaele Marra, attuale direttore del personale in Campidoglio, e nel 2013 a capo del settore casa del comune capitolino. Le manette per i due sono scattate sulla base di fatti risalenti al 2013. Secondo gli inquirenti, l’atto corruttivo si sarebbe concretizzato nel corso di una compravendita di un immobile Enasarco (la cassa previdenziale degli agenti e dei rappresentanti di commercio). Scarpellini non è nuovo alla cronaca giudiziaria. ‘Er fornaretto’, o ‘er sor Sergio’ come lo chiamano a Roma, nel 2013 fu al centro della vicenda “affitti d’oro”: suoi alcuni dei locali per la Camera, il Tar del Lazio, il Comune e un tempo il Senato. Quell’anno, una battaglia proprio sugli affitti d’oro occupò l’aula di Montecitorio negli ultimi giorni pre pausa natalizia. Dal 1997, senza un bando pubblico, Scarpellini ospita la politica. La cifra, esatta, fa 48 milioni di euro l’anno. “Ho coccolato la politica: bei posti, ristrutturati, pulitissimi, pregiati e ora mi sbattono sui giornali” disse a fine 2013 in una intervista al Fatto Quotidiano. Spiegò come con i soldi spesi in anni per l’affitto, la Camera avrebbe potuto comprare due dei tre palazzi locati: "Perché con i 369 milioni di euro che hanno speso per le locazioni, non hanno direttamente acquistato gli immobili?". Ma che l’opzione non era stata esercitata, perché Montecitorio non ha mai voluto accollarsi il costo dei 500 dipendenti che ci lavorano. E ammise: "In 13 anni ho distribuito 650mila euro a bianchi, rossi e verdi. Io non sono né di sinistra né di centro o di destra, sono di tutti. Tifo per la Roma e vado a vedere pure la Lazio. Sono l'imprenditore delle larghe intese". ‘Er sor Sergio’ è proprietario pure di due milioni di metri cubi alla Romanina (dalle parti del Flaminio). La Romanina è il suo regno: ha ottenuto che questo quartiere quasi tutto abusivo a sud est della città fosse la sede di una delle 18 centralità previste dal Piano regolatore di Roma. Sarebbe stato lui a dare a Raffaele Marra i soldi necessari per l’appartamento Enasarco, un attico acquistato con uno sconto di quasi mezzo milione di euro, sfruttando la dismissione del patrimonio immobiliare. Negli stessi giorni in cui il fedelissimo di Virginia Raggi comprava la casa, Scarpellini acquistava il vecchio appartamento del funzionario, pagandolo il triplo. “È una permuta indiretta, la fa chiunque”, diceva Marra a chi gli faceva notare la “fortuna” di acquistare una nuova casa e vendere in contemporanea la propria.

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