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Senato, Gentiloni incassa la fiducia in Senato: 169 sì e 99 no

Roma, 14 Dic 2016 - L'Aula del Senato ha dato la fiducia al Governo presieduto da Paolo Gentiloni. Il voto a favore del nuovo Governo è stato espresso con 169 sì e 99 no. La fiducia di Palazzo Madama arriva dopo quella già espressa ieri dalla Camera. Il governo Gentiloni quindi raccoglie anche la seconda fiducia, probabilmente la più significativa: quella di quel Senato che il fronte del Sì voleva abolire, o quantomeno trasformare e di quel Senato, anche, dove la strada sarà più stretta per il nuovo esecutivo guidato dall'ex ministro degli Esteri di Renzi. La sconfitta al referendum ha infatti lasciato come strascico nella maggioranza la perdita del gruppetto di Scelta Civica, passato da Area Popolare ai verdiniani di Ala i quali anche oggi, come ieri alla Camera, non hanno votato la fiducia.

Nella replica alle dichiarazioni di voto Gentiloni ha detto che "Il risultato del referendum è stato molto netto. Potrei dire che la fiducia che chiedo è basata sulla Costituzione, ma è un po' particolare. Chiedo la vostra fiducia ma esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato, e nei rapporti tra il Governo e le Camere". Il premier ha poi proseguito: "Non siamo innamorati della continuità, avevamo chiesto una maggiore convergenza, ma dalle forze politiche c'è stata indisponibilità. La presa d'atto di questa situazione ha spinto le forze che compongono la maggioranza a formare questo governo. Per responsabilità. Sarebbe stato più utile sottrarsi a questa responsabilità, ma il segno di questo governo si fa carico di questa situazione". Gentiloni inoltre ribadisce che "questo governo è nato in poco tempo per dare all'Italia istituzioni stabili e certezza in un contesto come quello attuale".

L'Italia ricorda ancora il premier è in ripresa come evidenziano anche i dati macroeconimici del Centro Studi di Confindustria, ma bisogna tener conto anche dell'aumento della povertà. E sulla legge elettorale Gentiloni sostiene che è urgente a prescindere dal voto.

Poi torna ad elencare le priorità di questo esecutivo: lavoro e sud: "Il Sud è uno dei luoghi nei quali contemporaneamente si manifesta la maggiore potenzialità del nostro Paese. Non abbiamo in testa operazioni all'antica con il ministero del Mezzogiorno", spiega. E aggiunge che verranno completate le riforme già avviate. Poi ricorda le scadenze internazionali come quella del Consiglio europeo di domani dove è importante che il nostro Paese "sia rappresentato a pieno titolo perché si parla di questioni importanti come le migrazioni".

La questione delle zone terremotate sempre in primo piano nell'agenda del neo esecutivo: "Oggi pomeriggio farò una riunione con il capo della Protezione civile e il commissario per la ricostruzione" - annuncia il premier - confermando l'impegno del governo sulla ricostruzione post terremoto.

Il senatore di Sinistra Italiana Barozzini, ha confermato il no della sua componente al governo Gentiloni: "non daremo la fiducia a questo governo, quello che è successo in questi anni, è andato ogni oltre limite di decenza. Il governo non ha mai tenuto conto di quello che stava succedendo nel paese, quando il mondo del lavoro viene calpestato non si può parlare di democrazia".

No alla fiducia arriva anche dal gruppo Cor (Conservatori e Riformisti): "ci aspettiamo una forte discontinuità dal governo precedente, noi piccolo gruppo di opposizione, riteniamo che quel 60% del referendum meriti rispetto, presenterò un'immediata proposta di un'assemblea costituente" ha detto il senatore Compagna.

Critica - sin dal nascita del neo esecutivo - la Lega. "Renzi ha presentato una riforma pasticciata, si è tentato di perpetuare un imbroglio agli italiani, ma 20 milioni di italiani vi hanno sonoramente bocciato perché volevate togliere il diritto di voto ai cittadini e non hanno voluto vendere la propria libertà per un bonus" - ha detto il senatore della Lega Nord, Arrigoni - nel corso della discussione generale sulle comunicazioni programmatiche del governo Gentiloni. "Noi come gruppo della Lega Nord non crediamo affatto che questo governo abbia le carte in regola per servire il Paese. La Lega Nord farà in Parlamento un'opposizione durissima e senza sconti al suo governo" ha aggiunto Arrigoni.

Sul piede di guerra anche i grillini. "Non ci preoccupa questo governo che nasce contro il volere popolare. Ogni giorno che passa ci fanno un gran regalo". Così ad Avvenire Danilo Toninelli, responsabile riforme del M5S, che esclude partecipazioni a tavoli sulla legge elettorale. "Gli interlocutori sono degli zombie, la risposta la darà la Corte costituzionale". E aggiunge: "Nessun Aventino, ma la legislatura è clamorosamente terminata. Chi cerca di proseguirla lo fa perché ha la colla per stare attaccato alla poltrona". E aggiunge che M5S sarà in Parlamento "solo per denunciare le ennesime nefandezze che si andranno a fare. Un ruolo di presidio".

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