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Terremoto, Renzi: “basta piangere il giorno dopo, fare prevenzione”

Roma, 24 Sett 2016 - E' trascorso un mese dal terremoto che nella notte del 24 agosto, alle 3 e 36, devastò Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 297 morti e oltre 400 feriti. La terra in questi giorni non ha smesso di tremare. Ieri sera alle 22.03 una scossa di magnitudo 3,8 è stata avvertita tra Norcia, Accumoli e Arquata del Tronto. Attualmente sono circa 3 mila le persone assistite, 2.500 ancora in tenda, anche se a giorni comincerà una drastica riduzione della popolazione in tendopoli. Ci vorrà però ancora del tempo, circa 7 mesi, per l’arrivo delle casette in legno. Il decreto sulla ricostruzione sarà

"238 persone salvate, ma da Presidente del Consiglio vi dico che non basta essere bravi nell'emergenza". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matte Renzi ricordando che oggi è un mese dal giorno del terremoto in Centro Italia, durante un intervento a un'iniziativa a favore del "sì" al referendum costituzionale al Teatro Metastasio di Prato.

"Oggi dobbiamo prendere un impegno, è dura piangere il giorno dopo tutte le volte, è dura vedere le vittime del dissesto idrogeologico - ha aggiunto Renzi -. Da babbo mi sono sentito di fare una proposta a tutti i partiti politici: mettiamo da parte le distinzioni politiche, litighiamo su riforme, legge elettorale, Jobs act ma sul punto fondamentale della tutela del territorio dei nostri figli facciamo un patto comune. E' nata Casa Italia. Mettiamo in campo un cambiamento: anziché piangere il giorno dopo o essere bravi nell'emergenza pensiamo alle prossime generazioni".

"Il nostro Paese ricostruirà i territori colpiti del terremoto come erano prima e più belli di prima" - ha sottolineato ieri il premier in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Il nostro obiettivo - ha proseguito - per le prime e le seconde case e per gli esercizi commerciali, è riportare tutto a come era prima. La ricostruzione non sarà un fatto strettamente amministrativo. Valorizzeremo le comunità", ha ribadito. "Il mio primo pensiero- ha detto Renzi- va alle vittime, alle famiglie, ai sopravvissuti e a chi cerca di ricominciare a vivere sapendo che nulla sarà più come prima". Ora, anche se "i riflettori si abbassano, questo non toglie niente al loro dolore e nostro dovere di farci carico alle sofferenze". Renzi torna infine a ringraziare tutti coloro che sono "intervenuti nell'emergenza". La ricostruzione post terremoto – ha continuato è sempre problematica ma non sarà mai un fatto amministrativo, serve un forte senso delle comunità".

"Il decreto, che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri non oltre il 2 o 3 ottobre proporrà, e questa è una scelta importante, un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto e dunque non ci troveremo in una situazione nella quale ogni anno dovremo discutere le quote per il risarcimento". Lo ha detto il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. "Tutti i danni saranno riconosciuti puntualmente e ovunque. Questo terremoto è arrivato lontano".

"Per quello che abbiamo potuto vedere, le cifre sui danni dovrebbero aggirarsi sui 3-4 miliardi, ma non sono numeri certi, forse vanno letti anche in difetto". Lo ha detto il capo del dipartimento Protezione civile, Fabrizio Curcio. Facendo il punto sulla macchina dei soccorsi Curcio ha detto: "A oggi abbiamo 3.000 assistiti, di cui 2.500 ancora in tenda. La nostra priorità è chiudere le tendopoli, ma dobbiamo essere seri, la data la stiamo costruendo, perché le condizioni non permettono di dare delle date". "Il problema è anche di psicologia e di rapporti con il territorio, ci sono problemi anche per far rientrare la gente nelle case agibili", ha aggiunto. "Questo fine settimana ci sarà una riduzione importante, c'è la convinzione di molti di poter lasciare le tendopoli", ha proseguito Curcio. Intanto si sta lavorando all'attivazione del Fondo di solidarietà europeo: “E’ un lavoro importante che ci consentirà di accedere a delle risorse che saranno non meno di 3-4 miliardi, ma è una cifra assolutamente orientativa".

"Tutti pensano alla ricostruzione, io penso alla 'Amatrice a tempo'. Non solo case, si dovrà prevedere in maniera perentoria anche il ripristino di tutte le attività economiche perché nel centro storico ben 57 attività non esistono più. Se realizziamo le case senza le attività che esistevano prima, questo diventa un paese-presepe o dei cretini che vengono a farsi i selfie sulle macerie". Così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi intervistato da 'Il Tempo' a un mese esatto dal sisma che ha colpito il Centro Italia. "Sogno che il 17 aprile ci siano le case ma anche e soprattutto i bar, i ristoranti, i negozi, le imprese. Il 90% del tessuto economico è andato perduto - aggiunge Pirozzi - Barra dritta a quella data: il giorno di Pasqua segnerà anche la resurrezione di Amatrice a tempo, più importante della ricostruzione".

Oggi, a un mese esatto da quella tragica notte del 24 agosto, non sono previste iniziative in città. "Non facciamo niente, né fiaccolate né altro, a eccezione di una messa. Il dolore ognuno lo vive a modo suo. Domani invece - conclude il sindaco di Amatrice - alle 11 metteremo la bandiera italiana, quella di Amatrice e dei borghi più belli d'Italia nel parco 'Padre Minozzi' con una lapide in memoria delle vittime sulla quale ognuno può venire a mettere un fiore".

A un mese dal sisma, la rai realizza uno speciale di tre giorni (23, 24 e 25 settembre) in diretta dai luoghi del sisma. Titolo dell'iniziativa: "3.36 #nondimentichiamoli". Un lungo racconto con trasmissioni e approfondimenti e dirette, con servizi, ospiti e testimonianze che si alternano su RaiNews24, Tg3, Tgr e Radio 1.

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