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Processo Mediaset: due anni di interdizione a Berlusconi

Due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi: è questa la decisione della Corte d'Appello di Milano. I giudici hanno accolto la richiesta che aveva presentato il pg Laura Bertolè Viale respingendo le due questioni di costituzionalità avanzate dalle difese.

Il processo era stato ordinato quest'estate dalla Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio la precedente interdizione che i giudici avevano quantificato in 5 anni. Come si ricorderà i giudici di terzo grado, confermando i 4 anni di reclusione per frode fiscale, avevano annullato però i 5 anni d'interdizione dai pubblici uffici comminati dai giudici di secondo grado, sostenendo che vi fosse squilibrio nel rapporto con la condanna penale e che non si potessero superare i 3 anni d'interdizione.

La difesa di Silvio Berlusconi ricorrerà per chiedere l'annullamento dei due anni di interdizione dai pubblici uffici decisi dalla Corte d'appello di Milano nell'ambito del processo Mediaset. L'avvocato Niccolò Ghedini ha spiegato: "Non avrebbe dovuto trovare ragione la pena interdittiva per le due questioni di legittimità costituzionale da noi sollevate", in particolare quella relativa al contenzioso fiscale "essendo stato fatto un accertamento con adesione - ha proseguito Ghedini - e avendo Mediaset versato a settembre circa 11 milioni" per le due annualità, 2002 e 2003, relative alla frode fiscale contestata al Cavaliere. Il legale ha anche affermato di voler ricorrere in Cassazione in quanto la Corte d'appello ha rigettato le eccezioni di legittimità costituzionali eccepite oggi in aula.

"I giudici servono a questo, in un Paese normale tocca al potere giudiziario applicare le regole che il potere politico scrive e farle rispettare", ha detto il vicepresidente del Csm Michele Vietti sulla condanna a due anni di Berlusconi. "Le decisioni definitive - ha aggiunto - vanno rispettate, è legittimo non condividerle, ma in un Pae

Tra i vari commenti post-sentenza, quello del ministro delle Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello. "La legge Severino prevede un'interdizione di sei anni, che è il triplo della sentenza di interdizione emessa dalla Corte d'appello di Milano. Forse una riflessione su quella legge, trovare una sede nella quale si possa evidenziare la sua costituzionalità e la sua congruenza con le leggi comunitarie, è un fatto di buon senso", ha affermato Quagliariello.