Danza con il pianoforte Giovanni Guidi. Le dita si muovono veloci sui tasti bianchi e neri, mentre Giovanni suona e volteggia in un abbraccio totale col jazz mentre sensazioni frenetiche animano ogni parte del suo corpo come in un viaggio dall’animo onirico e incontrollabile, trascinando in questo vortice un pubblico assorto.
Con lui lunedì sera sul palco del teatro comunale di Cala Gonone, Enrico Morello alla batteria e Francesco Ponticelli al contrabbasso, in un’esibizione incentrata sul nuovo progetto “On the brink”. Il trio di Giovanni Guidi ha suonato per due ore nella penultima serata del Cala Gonone Jazz Festival. Classe '85, il giovanissimo musicista di Foligno, compagno di tutte le avventure degli ultimi anni di Enrico Rava, Gianluca Petrella, Fabrizio Sferra, Roberto Cecchetto, Lello Pareti, si conferma un artista di alto livello tra i più originali del jazz contemporaneo. Le trame dei pezzi sono apparentemente semplici, lucide e coerenti, sia in quelli aggressivi, nervosi e sorretti da una tensione sempre vibrante e ricchi di una tumultuosa energia, sia in quelli che si abbandonano ad aperture liriche e notturne, che esaltano la vena melodica e cantabile di Guidi.“C'è molto scambio con i maestri del jazz. Tante le collaborazioni con Rava”, spiega il musicista di Foligno. “Questo confronto tra le generazioni di musicisti arricchisce tutti, con informazioni, culture, ascolti diversi".
Il concerto è stato preceduto dalla prima del docu-film “Hope. “Le nuove migrazioni – Sardi a New York” di Alex Kroke e Gianluca Vassallo. Tante le testimonianze e gli spunti di riflessione in questa pellicola, un progetto di format/documentario, un’indagine sulla nuova emigrazione, sulle ragioni che hanno spinto migliaia di “Migranti della Conoscenza” a lasciare i propri confini per trovare l’opportunità di trasformare il percorso formativo e le attitudini in uno strumento di reddito e crescita.
E questa sera cala il sipario sul Cala Gonone Jazz Festival. Lo scenario per la serata conclusiva sarà la cantina di Dorgali. Alle 21,30 la rassegna si chiuderà con un tuffo nella tradizione, dai sapori tipici alla musica. Si parte con“Humus – i sensi e l’arte”, con le degustazioni guidate di vini e formaggi di Dorgali, poi il testimone passa al Calagonone Jazz Trad protagonista di un concerto con un’interessante rivisitazione delle radici musicali sarde che vede riconfermata la presenza di Gavino Murgia al sassofono e come tenore. La ricerca della tradizione, rielaborata nella musica contemporanea, utilizza gli strumenti tipici senza che questi impongano la loro naturale predisposizione alla spasmodica ricerca del folklore ad ogni costo. Ogni musicista saprà invece rendersi interprete delle radici evocate dalle sonorità proposte dall’organeddu, le launeddas, su sulittu e sa chiterra - massimi rappresentanti del costume sardo, insieme al canto a tenore - unendole alle proprie esperienze artistiche, e dunque, a nuove e aperte sperimentazioni. Protagonisti: Carlo Boeddu, organeddu, Carlo Crisponi, boche, Fabio Calzia chiterra, Gianmichele Lai, boche e trunfa, Giuseppe Cillara, percussioni, Giacomo Longoni, launeddas e pipiaiolu, Fabrizio Bandinu, chiterra, Giovanni Magrini, boche, Gavino Murgia sax. Tenore Goine Antonello Mura boche e mesuboche, Francesco Pintori boche e mesuboche, Giovanni Mossa contra, Gavino Murgia bassu. Com