Nei confronti del ministro Kyenge "ho usato, preso dalla foga di un comizio, una frase esecrabile, che non voleva avere significato razziale o razzista, e di cui mi scuso con lei, presidente, e con il Senato, per aver con essa reso nocumento al Senato". Lo ha detto il vice presidente del Senato Roberto Calderoli, prendendo la parola in aula a palazzo Madama.
Calderoli si è detto "grato al ministro per aver accettato le mie scuse" e ha specificato che se ieri non ha partecipato alla seduta è solo perché era impegnato a Milano nella segreteria della Lega.
Calderoli ha ammesso di aver commesso l'errore di "spostare il confronto dal piano politico a quello personale" e ha dato la parola d'onore che non accadrà più.
Quanto alle dimissioni, Calderoli ha ricordato di aver dimostrato coraggio nel darle in passato, ma ha specificato che nel dibattito di ieri non è emersa una maggioranza amplissima in favore delle stesse, nel qual caso non avrebbe avuto difficoltà a rassegnarle, e perciò non lascerà l'incarico di vice presidente. A Kyenge, comunque, "come suggerito ieri dal senatore Compagna, invierò un mazzo di rose" ha assicurato Calderoli.
''La questione per me è chiusa e lo dico da ieri''. Così il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, risponde ai giornalisti in merito all'ipotesi di possibili dimissioni da parte del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, dopo i suoi attacchi al ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge.
"Altro che tutto rientrato! La scivolata è solo quella di un leader che non riesce a far dimettere Calderoli da vicepresidente del Senato". E' questa la reazione che trapela da P. Chigi a Maroni. "Purtroppo è una carica che non è oggetto di voce di sfiducia, ma così facendo Maroni è correo dell'insulto al ministro Kyenge", concludono.