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Fibrillazione Monti, Letta convoca vertice di maggioranza

Il governo ha convocato per giovedì i capigruppo di maggioranza. Lo rende noto Lorenzo Dellai, presidente dei deputati di Scelta Civica, che con una lettera firmata col collega del Senato Susta aveva chiesto a Enrico Letta proprio un incontro di maggioranza sul programma di governo.
La riunione di maggioranza è stata convocata dal ministro Dario Franceschini. Al vertice, che inizierà alle 8,30, parteciperanno il premier Enrico Letta, il vicepremier Angelino Alfano e il sottosegretario Filippo Patroni Griffi ed i capigruppo di maggioranza.

"La convocazione per giovedì dei capigruppo della maggioranza con il governo è un segnale concreto e positivo - commenta Dellai - che va nel senso del rafforzamento della comune azione della maggioranza. Il momento che vive il Paese e le sfide europee che ci attendono non consentono a nessuno di attenuare la propria responsabilità e noi vogliamo essere coerenti fino in fondo nell'impegno preso con la nascita del Governo Letta e nel seguire gli auspici del Presidente Napolitano".

Proprio da quest'ultimo era arrivato un commento teso a sdrammatizzare: Monti, chiede un "Koalitionvertrag", un vero e proprio contratto di coalizione come quelli che si fanno in Germania. "Faccio molta fatica ad attribuire al professor Monti un volto minaccioso", aveva detto Napoiltano. "Penso che voglia giocare un ruolo di stimolo" nei confronti del governo.
E tuttavia, non tutti hanno gradito. "Sono inutili e dannosi i reiterati attacchi, ora da parte di Scelta Civica, prima da parte del Pdl e addirittura da settori del Pd, al governo Letta. La situazione attuale non ci permette di cincischiare in beghe politiche", riflette ad esempio il deputato del Pd Edoardo Patriarca. "Fibrillazioni - continua Patriarca - che hanno ben poco di sostanziale. Gli italiani cosa capiscono di tutto ciò? Nulla".

Spunta al Senato intanto un asse Pd -Scelta civica per 'mettere in sicurezza' le modifiche al Porcellum nel caso saltasse il tavolo delle riforme costituzionali. Dopo la presentazione dell'emendamento del Pdl, a prima firma Donato Bruno, per includere anche la riforma della magistratura tra le materie di cui si occuperà il comitato dei 40, il pericolo temuto in casa Pd e Sc è che si creino altri 'inciampi' sul percorso delle riforme che metterebbero a rischio anche gli aggiustamenti alla vigente legge elettorale.

Il testo attuale del ddl per l'istituzione del comitato parlamentare per le riforme costituzionali, all'articolo 2, tra le competenze del suddetto comitato infatti, oltre ai progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli di cui ai titoli i, ii, iii e v della parte seconda della costituzione" contempla anche "i coerenti progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali". La mossa che stanno studiando Pd e Scelta civica è quella di specificare che il tema della legge elettorale rimanga al comitato dei 40 solo per ciò che attiene all modifiche conseguenti alla revisione della forma stato facendo partire subito un percorso parallelo, in commissione affari costituzionali, per una legge 'ponte' di modifica al Porcellum.

La manovra si svolgerebbe in due tappe: primo, far approvare in commissione gli emendamenti depositati da Pd e Scelta civica per 'scorporare' la legge elettorale dal tema delle riforme mantenendo intatta la competenza delle commissioni affari costituzionali su ipotesi di riforma della legge elettorale, anche con effetti transitori o per obiettivi di 'salvaguardia'; secondo, far assegnare, cercando un accordo di maggioranza allargato al Pdl, i progetti di legge in materia elettorale nella commissione di merito dove il lavoro procederebbe più rapido rispetto alla bicamerale sulle mofidiche alla seconda parte della Costituzione.

Sono stati depositati al ddl sul comitato dei 40, in commissione affari costituzionali del senato, un emendamento a firma della presidente anna finocchiaro (pd), che e' anche relatrice del ddl sul comitato dei 40, e due di scelta civica a firma alessandro maran e scelta civica. La norma Finocchiaro, chiede di specificare che i progetti di legge di riforma elettorali assegnati alla bicamerale siano solo quelli "conseguenti" alle modifiche costituzionali. Questo di fatto aprirebbe la strada al percorso autonomo per una legge di 'salvaguardia' con ritocchi al Porcellum.
Più espliciti i due emendamenti sc che chiedono di escludere dalle norme di competenza del comitato i progetti di legge ordinaria "volti a modificare transitoriamente la legislazione vigente" per quanto riguarda le elezioni di Camera e Senato (i testi chiedono un percorso a parte anche per la questione delle province). nello specifico gli emendamendi di Scelta civica sono due. Uno a a firma di Alessandro maran, chiede l'esclusione "dei progetti di legge ordinaria in materia di  riorganizzazione degli enti locali territoriali e dei progetti di legge ordinaria concernenti le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, volti a modificare transitoriamente la legislazione vigente per quanto attiene alla soglia di accesso al premio di maggioranza e al relativo computo, nonché alla valorizzazione del rapporto tra eletto ed elettore".

Il secondo, che porta anche la firma del collega Della Vedova, è identico ma senza la parte in cui si danno indicazioni sulla soglia di accesso al premio e sul superamento delle liste bloccate.

Il problema, che potrebbe crearsi al momento delle votazioni degli emendamenti al ddl sul comitato dei 40, è che la posizione del pdl sulla legge elettorale è opposta a quella di pd e sc: per il partito di berlusconi le modifiche vanno affrontare al termine del percorso di riforma istituzionale.
Sulla carta comunque, in commissione affari costituzionali del Senato, i numeri per far approvare i loro emendamenti Pd e Scelta civica li avrebbero. Pd e Scelta civica potrebbero poi contare sul voto di sel, contraria ad affidare il tema della legge elettorale comitato bicamerale per le riforme. la capogruppo al Senato Loredana De Petris ha infatti depositato un emendamento per sopprimere ogni riferimento alla legge elettorale dal ddl che istituisce il comitato dei 40 per le riforme. pur avendo i numeri, si cerca però, a quanto raccontano fonti di entrambi i partiti, di non creare ulteriori tensioni dopo quelle createsi sul tema giustizia a seguito dell'emendamento a prima firma Bruno.