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Eseguite due misure cautelare in carcere per rapina e maltrattamenti in famiglia.

Nel pomeriggio di ieri, la Squadra Mobile di Sassari ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Massimiliano Pinna di 39 anni, del capoluogo turritano.

Il provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari è stato adottato a conclusione dell’attività di indagine portata avanti dagli agenti a seguito di una rapina a mano armata messa a segno ai danni di una rivendita di bombole del centro storico cittadino, lo scorso mese di novembre. All’identificazione dell’autore del reato, che aveva agito con l’aiuto di un complice rimasto ignoto, si è giunti al termine di una minuziosa attività investigativa avviata sulla base di pochi elementi raccolti subito dopo il fatto e dalla scoperta del versamento presso un “compro oro” in città, di un anello sottratto alla persona rapinata, operazione eseguita dallo stesso indagato poco tempo dopo la consumazione della rapina.

Il pregiudicato, al momento della notifica del provvedimento cautelare, si trovava già ristretto presso la casa circondariale di Sassari a seguito di  un precedente arresto in flagranza di reato operato dalla Squadra Mobile per altra  rapina aggravata, consumata dal pregiudicato nei primi giorni di gennaio di quest’anno, sempre nel centro storico ed in danno di un’anziana donna alla quale nel corso dell’aggressione, aveva anche provocato lesioni personali.

Sempre nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile ha eseguito un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Sassari, nei confronti di Luciano Cristiano Olivieri, 54enne sassarese, per maltrattamenti in famiglia.

La misura cautelare adottata dall’autorità giudiziaria giunge alla fine dell’attività degli investigatori della Squadra Mobile, che hanno ricostituito la vicenda,  che vede tutta una serie di sopraffazioni ed aggressioni fisiche subite dalla convivente dell’arrestato e dal figlio disabile di quest’ultima. In particolare dai racconti fatti dalle vittime, è emersa tutta una serie di episodi che evidenziano la pericolosità dell’individuo che  ha minacciato di morte più volte la convivente. A ciò si aggiunge poi, dopo l’allontanamento, la continua persecuzione fatta da telefonate a tutte le ore, insulti, pedinamenti, molestie determinate nel suonare il campanello di casa e le aggressioni fisiche con pugni e calci nei confronti di madre e figlio.

Il provvedimento, quindi, è stato ritenuto consono vista la pericolosità dell’individuo ritenuta persona violenta e recidiva. L’uomo è stato rintracciato presso la propria abitazione e dopo le formalità di rito eseguite presso gli uffici della questura è stato accompagnato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.