"Pensavo mi accusassero anche di omicidio e di strage e quindi posso dichiararmi soddisfatto". Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni commenta con ironia la notizia della chiusura delle indagini sulla Maugeri. "Rilevo che dopo un anno e mezzo - aggiunge Formigoni - potro' finalmente conoscere gli atti con i quali si pensa di potermi accusare. Ma nelle carte che sono state depositate non emerge nulla di nuovo che già il mondo non conoscesse".
"La tempistica della Procura - continua Formigoni - è come sempre molto efficiente: che cosa non si fa per cercare di coprire lo scandalo Monte dei Paschi di Siena che rischia di travolgere la sinistra? Cosi nel giro di 24 ore si incriminano Scaroni e Orsi, si condanna Pollari, si continua a distruggere l'Ilva, si depositano gli atti per Formigoni".
La Procura di Milano ha chiuso le indagini sulla fondazione Maugeri nei confronti di 17 persone fra cui il governatore uscente della Lombardia, Roberto Formigoni, che e' accusato anche di associazione per delinquere.
La procura, come si legge in una nota, ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio per 17 persone tra cui, oltre a Formigoni, il faccendiere Pierangelo Daccò, l'ex assessore alla Sanità della Lombardia Antonio Simone, gli ex vertici della fondazione Maugeri, Nicola Maria Sanese dirigente del Pirellone, il direttore generale dell'assessorato alla Sanità Carlo Lucchina e Alberto Perego, memores domini e amico di lunga data del presidente Formigoni.
Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, frode fiscale, riciclaggio e interposizione fittizia. La vicenda riguarda il caso con al centro la fondazione Maugeri e una distrazione milionaria dalle sue casse avvenuta tra il 1997 e il 2011. Per la vicenda Daccò, Simone e altre cinque persone furono destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare.