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Pd e Pdl d’accordo solo sull’addio a Monti: Bersani-Alfano-Casini sono già all’antipasto elettorale.

“È una follia consegnare il Paese ad una campagna elettorale estenuante e buttare i soldi quando invece che si faccia a febbraio, marzo o aprile, noi non abbiamo un problema ad anticipare il voto. Non buttiamo via i soldi". Insiste sulla data delle elezioni regionali in Lazio Lombardia e Molise, il segretario del Pdl Angelino Alfano, al convegno Cna. Ma il botta e risposta con Casini e Bersani si allarga rapidamente alla riforma elettorale, al voto anticipato e all'agenda Monti.

"Cerchiamo di stare ai fatti - replica Bersani al segretario PdL - Legge alla mano, per le regioni bisogna andare a votare. Ora, la data delle elezioni politiche è a scadenza naturale, salvo riflessioni che vengano da presidente della Repubblica dal governo. Ma queste riflessioni sono legate alla legge elettorale".

"Non è questione, Angelino, di spese perché il Lazio - dice rivolto a Alfano - ha già perso 650 milioni di euro di fondi europei, Quindi il problema non si pone l'election day significa anticipare il voto e questo non è nelle nostre mani. Nelle nostre mani c'è fare la legge elettorale. Questo tocca a noi".

"Se non si fa una legge elettorale che garantisce la governabilità - è il ragionamento di Bersani - rischiamo di mettere il paese in una situazione molto ma molto complicata. Il rischio in questo mare di rabbia è che andiamo incontro ad uno tsunami". Secondo Bersani il rischio che la sera delle elezioni non ci sia un vincitore chiaro porterà "ad una frammentazione e al voto dopo sei mesi".

Sia il segretario del Pdl Angelino Alfano sia il segretario del Pd Pier Luigi Bersani "non scommetterebbero neanche un centesimo" sull'ipotesi di un Monti bis. I due hanno dato la stessa risposta alla tavola rotonda della Cna mentre il leader Udc Pier Ferdinando Casini ha ribattuto: "Nella vita mai dire mai".
"Io temo che se non si continua sulla strada di questo governo, e sento troppe aree politiche che la pensano in modo diametralmente opposto, si torna indietro e non si risolvono i problemi", ha aggiunto il leader dell'Udc.

"Al di là della disputa sulla data delle elezioni - dice Casini - ma se si sfasano le regionali e le politiche abbiamo 5 mesi di campagna elettorale con la paralisi dell'azione del governo. Io credo che fare una legge elettorale e andare subito al voto è un vantaggio per tutti".

"Fare la legge elettorale non è impossibile, ho criticato l'idea che si dovesse raggiungere un'intesa piena prima di partire perché così l'intesa non si troverà mai. Oggi il rischio è che il premio di maggioranza si traduca nel 20% che francamente mi sembra sproporzionato. Giusto il premio di governabilità cospicuo per il partito che ha ottenuto più voti per consentirgli di tessere alleanze. Nessuno vuole fare leggi a maggioranza, ma credo sia possibile raggiungere un'intesa perché francamente tra votare a aprile e fine febbraio non cambia molto ma solo che il paese è in condizione di esprimere il governo e superare una fase che obiettivamente è di incertezza", conclude Casini.