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Carceri: Sdr, partito da Buoncammino divieto Dap su tablet a detenuti

“Un cittadino privato della libertà che ne faccia richiesta può ottenere di utilizzare in cella un computer opportunamente ‘sterilizzato’, cioè trasformato quasi in una semplice macchina da scrivere, ma non un tablet”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris che avendo donato grazie alla generosità dei soci di “Socialismo Diritti Riforme”, un tablet a un detenuto di Buoncammino si è vista restituire il supporto informatico in quanto considerato pericoloso.

“La Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento, con un’apposita nota, ha infatti specificato – sottolinea – che il “tablet” è una strumentazione “di regola dotata di dispositivi integrati nel sistema e dunque non asportabili”. Ai soci di SdR è rimasto il rammarico di non avere potuto offrire un nuovo strumento a un detenuto della Casa Circondariale di Cagliari, così come avevano previsto, ma anche la soddisfazione di avere posto all’attenzione del Dipartimento il problema di valutare ed eventualmente rendere fruibili dai detenuti le ultime dotazioni informatiche. Certo resta irrisolto il problema del reinserimento sociale dei cittadini privati della libertà e delle reali possibilità di crescita culturale e adeguamento al mondo che cambia. Appare anche contraddittoria la promozione, attraverso appositi corsi spesso tenuti di volontari, per insegnare ai reclusi l’uso degli strumenti informatici e poi la negazione del loro impiego. Forse sarebbe opportuno anziché negare tassativamente lo strumento lasciare ai Direttori e ai Responsabili dell’area educativa dei singoli Istituti Penitenziari la facoltà, conoscendo la persona che ne fa richiesta e le sue personali esigenze, di poter utilizzare i nuovi supporti.

Una negazione generalizzata – conclude Caligaris – non valorizza la meritocrazia e il livello di rieducazione raggiunto dal singolo detenuto”. Com

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