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Napolitano a Palermo il ventennale di Capaci: non si può escludere un ritorno dello stragismo

"Bisogna proseguire con la più grande determinazione e tenacia sulla strada segnata con sacrificio da Falcone e Borsellino". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'aula bunker dell'Ucciardone a Palermo durante la commemorazione del ventennale della strage di Capaci.

"Se le stragi in cui caddero massacrati insieme agli agenti della scorta - ha proseguito - segnarono il culmine dell'attacco frontale allo Stato, ai rappresentanti più temibili nello scontro diretto e quotidiano, e se gli attentati della primavera del '93 si esaurirono, la mafia seppe però darsi altre strategie meno clamorose ma non meno insidiose".

"La Mafia - ha spiegato il capo dello Stato - ha coltivato vecchi e nuovi traffici invasivi conquistando posizioni di potere sul terreno economico".
Il Capo dello Stato ha poi ricordato che "la mafia, cosa nostra e la criminalità organizzata rimangono ancora un problema grave della società italiana e della democrazia". Napolitano ha poi aggiunto che il Paese ha bisogno di una "coesione costante" per affrontare i suoi problemi e non solo dettata da "emergenze" come quelle della criminalità organizzata.

"Che la criminalità possa oggi anche tentare feroci ritorni alla violenza in campo stragista e terroristico, non possiamo escluderlo", ha sottolineato ancora il Capo dello Stato. Facendo riferimento alla morte di Melissa, nell'attentato alla scuola Morvillo Falcone, ha quindi sostenuto: "un sollecito e serio svolgimento delle indagini sull'oscura, feroce azione criminale di Brindisi potrà fornirci elementi concreti di valutazione".

Ma una cosa è certa: questi nemici del consorzio civile e di ogni regola di semplice umanità avranno la risposta che si meritano: se hanno osato troncare la vita di Melissa e minacciare quella di altre sedicenni aperte alla speranza e al futuro, se l'hanno poi fatto a Brindisi in quella scuola, per offendere la memoria di una donna coraggiosa, di una martire come Francesca Morvillo Falcone, la pagheranno, saranno assicurato alla giustizia".

Il Capo dello Stato facendo riferimento al difficile momento che sta vivendo la politica italiana ha ribadito che l'autoriforma dei partiti va fatta ma non bisogna abbandonarsi a giudizi distruttivi. Ed ha aggiunto: "Una nuova legge elettorale e incisive riforme dell'ordinamento della Repubblica devono essere varate per riguadagnare la fiducia dei cittadini e ridare slancio alla società. Da parte dei partiti ci vuole una maggiore apertura verso i giovani. Bisogna garantire stabilita di Governo, mettere in cantiere queste riforme deve essere l'impegno più condiviso da parte di tutti. Gli attacchi criminali e la violenza non ci intimidiranno".

La crisi economica, la disoccupazione, aiutano la mafia e stringono il sud in un nodo scorsoio che rischia di soffocarlo ha ricordato Napolitano, sottolineando come "nel quadro della crisi generale che l'economia italiana ed Europea stanno attraversando", "la compenetrazione tra criminalità e l'attività economica è divenuta un nodo di estrema rilevanza nel Mezzogiorno". Un nodo soffocante in cui la crisi economica favorisce l'azione predatoria dei clan criminali". Napolitano invita a tenere alta la guardia contro mafie ancora pericolose, soprattutto per il Sud Italia. "Il Mezzogiorno rischia di essere stretto in questo nodo scorsoio" ha osservato.

Giorgio Napolitano ha chiuso il suo discorso a Palermo con un appello ai giovani: "Scendete al più presto in campo - ha detto - per rinnovare la società e la politica".