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Morto in campo a Pescara il giocatore Morosini: il medico: defibrillatore inutile

Fermi. Non si gioca. Con che coraggio giochiamo? Dentro quelcuore che si e' fermato all'improvviso in mezzo al prato di Pescara c'è l'animasgomenta del calcio che scopre di essere impotente e fragile davanti alletragedie. Si ferma il cuore di Mario Morosini, muore un ragazzo di 25 annidalla vita familiare non fortunata e il pallone decide di dire basta.

Niente campionato, niente calcio, con che coraggio si puògiocare: da Milano - dove persino si rientra negli spogliatoi - a Udine, daBergamo a Bologna, stavolta tutti fermi, la tragedia che si e' abbattuta sulcentrocampista del Livorno e' una mazzata forte e riguarda tutti. Allo stadioAdriatico se ne sono accorti subito che qualcosa di grave era successo: allamezzora, con la sua squadra avanti di due gol sui padroni di casa, Morosini habarcollato, tentennato, poi e' caduto a faccia in giù, davanti alla curva deitifosi biancazzurri.

Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che eranoi più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l'arbitro:massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa, poinulla. Inutile la presenza di due defibrillatori, inutile la corsa disperatadell'ambulanza verso il pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, ambulanza bloccataper non più di un minuto da una macchina dei vigili urbani in evidente divietodi sosta.

Disperazione dei 22 giocatori in campo, pianti, singhiozzi:persino Verratti del Pescara che corre a prendere una barella. Per un'ora emezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tuttoinutile, persino un pacemaker via endovena non e' servito a far ripartire quelcuore. Fuori all'ospedale una folla di tifosi del Pescara, muta e attonita,partecipe. Livorno o un'altra squadra, quando succede una tragedia simile, nonc'e' maglietta che divida, specie a Pescara, dove i nervi sono ancora scoperti.

Qualche settimana fa, infatti, il Pescara a sua volta erastato colpito da una tragedia simile: un arresto cardiaco aveva portato via a43 anni l'amico di sempre di Zdeneck Zeman, Franco Mancini, il suo preparatoredei portieri nonché protagonista con lui nella cavalcata nel Foggia di Casillo.Già: Zeman dov'era? Non lo cercate, ha chiesto il presidente del PescaraDaniele Sebastiani. E' distrutto,  unamazzata terribile per lui, l'ennesima tragedia. Ora il calcio si ferma: chi haconosciuto Morosini ne parla con affetto e stima, messaggi di cordoglio dasocietà e leghe, "aveva talento", ha detto Bortolo Mutti, bergamascocome lui.

Intanto riparte la discussione sui controlli medici, sullacelerità dei soccorsi, mentre proprio per vederci chiaro il Pm della Procurapescarese Valentina D'Agostino ha disposto l'autopsia, già affidataall'anatomopatologo di Pescara Cristian D'Ovidio. Potrà essere effettuatatrascorse le 24 ore dall'accertamento della morte, quindi non prima di domanipomeriggio o lunedì mattina. Solo dopo sarà possibile dare il nullaosta per ifunerali.