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Operazione trasparenza del Governo Monti

"Il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi sta incontrando resistenze per avere dal Governo la lista con un centinaio di nomi di presidenti e direttori generali il cui stipendio supera quello del primo presidente della Cassazione". A gettare il sasso è uno dei paladini della lotta alla casta, Sergio Rizzo, sul Corriere della Sera: il Governo Monti dopo aver pubblicato on line i redditi dei ministri punta agli stipendi dei dirigenti pubblici, che in futuro, dopo l'appovazione di un decreto, non potranno sforare il tetto dei 293mila euro, la retribuzione più alta dei magistrati di Cassazione. 

"Il ministro ha chiesto ai manager che guadagnano di più di autodenunciarsi entro oggi - scrive Rizzo - Patroni Griffi stamattina porterà alle commissioni Affari costituzionali e lavoro della Camera un primo elenco di supermanager". 

Il ministro della Pubblica amministrazione, inoltre, sembra orientato a presentare un emendamento al ddl anti-corruzione per rendere pubblici i redditi di chi assume incarichi pubblici. È una norma auspicata anche dalla Commissione anticorruzione istituita dal ministro e che potrebbe dunque rientrare nel pacchetto di emendamenti che saranno presentati dal Governo. In funzione della prevenzione della corruzione nella PA, la commissione propone di rendere pubblici "i dati relativi ai titolari di incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico, di livello statale, regionale e locale: dati quantomeno riguardanti la situazione patrimoniale complessiva del titolare al momento dell'assunzione della carica, la titolarita' di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei congiunti fino al secondo grado di parentela". La commissione auspica inoltre che vengano resi pubblici i dati reddituali e patrimoniali dei dirigenti.

 Al Quotidiano nazionale lo stesso Patroni Griffi spiega che "la retribuzione massima sarà pari a quella del primo presidente della Corte di Cassazione: 293mila euro", non cumulabili con altri incarichi in quanto "il tetto sarà assoluto".

Stipendi più bassi, manager più bravi che fuggono verso il settore privato? "Il rischio c'è", ammette il ministro. "E' evidente - osserva - che, soprattutto in quei settori dove esiste reale concorrenza, il privato potrebbe esercitare un'attrattiva maggiore rispetto al pubblico" ma nel privato "non è possibile" calmierare gli stipendi. "Giocherà a vantaggio dello Stato - aggiunge - il fatto che certi incarichi pubblici fanno curriculum, ma più in generale spero che a contare sia l'orgoglio".

Secondo Patroni Griffi, i dipendenti pubblici non sono troppi "ma sono spesso mal distribuiti. Intendo cominciare l'opera di razionalizzazione con le amministrazioni periferiche dello Stato". 

 

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