I lavori pomeridiani del Consiglio regionale sono iniziati con l'illustrazione della mozione 131 sulla mancata realizzazione di gran parte delle iniziative previste da un contratto di programma del 2002 sottoscritto dal Consorzio Latte di Macomer, che accorpa 25 aziende, e dal Ministero per le attività produttive.
Il primo firmatario, il capogruppo del Psd'Az Giacomo Sanna, ha spiegato che l'obiettivo dell'intesa era quello di modernizzare la filiera lattiero-casearia con una spesa di oltre 116 milioni di euro e l'assunzione di almeno 239 lavoratori. Dopo una serie di proroghe si rileva, invece, il mancato rispetto degli obblighi da parte di chi doveva beneficiare delle agevolazioni di Stato e Regione.
Si chiede agli assessori del Bilancio e dell'Agricoltura, Giorgio La Spisa e Oscar Cherchi, di intervenire con gli opportuni controlli e verifiche: in particolare, qualora di riscontrassero iregolarità, si sollecita la restituzione delle somme indebitamente percepite. Sanna ha anche ricordato la situazione fallimentare del Consorzio Latte, soprattutto per garantire un futuro dei 18 dipendenti.
Si va verso un ordine del giorno sulla questione dei finanziamenti al Consorzio Latte di Macomer.
La seduta è stata sospesa su richiesta del capogruppo del Pdl Mario Diana con l'obiettivo di arrivare, sulla mozione 131, ad un ordine del giorno ponderato vista la delicatezza dell'argomento trattato: l'attuazione di un contratto di programma del 2002 a sostegno del comparto ovicaprino sardo. Davanti alle forti perplessità espresse dai presentatori del gruppo del Partito Sardo d'Azione, Diana aveva corretto le cifre riportate nella mozione sollecitandone una verifica alla luce della riduzione dell'investimento complessivo da 116 a 72 milioni di euro circa, al fatto che 14 dei 19 interventi programmati sono andati a collaudo e che 102 persone sono state regolarmente assunte a fronte dei 118 previsti dopo la rimodulazione delle agevolazioni stabilite dal contratto di programma sottoscritto dal Consorzio Latte di Macomer e dal Ministero per le Attività produttive.
L'assessore dell'Agricoltura Oscar Cherchi si era impegnato a prendere in mano la situazione e a verificare la possibilità di ottenere una nuova proroga per concludere gli investimenti, I collaudi, aveva precisato, sono in stato avanzato.
Il capogruppo sardista Giacomo Sanna aveva precisato che la mozione ha lo scopo di evitare ulteriori eventuali errori nell'uso delle risorse come i sei milioni a suo avviso "mangiati" per spese immateriali.
Approvato ordine del giorno unitario su sostegno al comparto lattiero-caseario; al via il dibattito sull'installazione di stazioni radar militari in Sardegna
Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario il capogruppo del Psd'Az Giacomo Sanna, che evidenzia la volontà delle forze politiche di rafforzare e consolidare la filiera lattiero-casearia sarda. Il documento, alla luce di una serie di ritardi segnalati come insostenibili, impegna la Giunta Cappellacci a verificare il raggiungimento degli obiettivi previsti dall'accordo di programma del 2002, a sostenere il Consorzio Latte di Macomer, ad agire per scongiurare il fallimento di diverse aziende di trasformazione coinvolte e a riferire in merito entro 30 giorni alla Commissione Agricoltura del Consiglio.
La seduta è proseguita con il ritiro delle mozioni 138 e 140 relative alle provvidenze per l'agricoltura. I primi firmatari, Carlo Sanjust (Pdl) e il capogruppo di Udc-Fli Giulio Steri, hanno spiegato che il presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, si è già impegnato con le organizzazioni di categoria.
L'assemblea ha iniziato la discussione della mozione 130, primo firmatario il capogruppo del Pd Mario Bruno, sull'installazione in Sardegna di stazioni radar con finalità militari in Sardegna.
Con la mozione 130 l'opposizione sollecita approfondimenti sull'installazione di radar militari costieri in Sardegna
Illustrata da Antonio Solinas (Pd), il Consiglio regionale sta discutendo la mozione 130, presentata dal centrosinistra, sull'installazione di stazioni radar di penetrazione con finalità militari nel territorio isolano. L'obiettivo di potenziare il controllo costiero per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, si evidenzia, comporterà grossi rischi alla salute della popolazione a causa dell'inquinamento elettromagnetico in aree di elevato valore ambientale e naturalistico (Capo Sperone a Sant'Antioco, Santa Vittoria a Tresnuraghes, Argentiera a Sassari, Capo Pecora a Fluminimaggiore). Rilevata la mobilitazione dei cittadini ed espressa la totale contrarietà alla crescita delle servitù militari in Sardegna, l'opposizione chiede che la questione venga interamente e in maniera più approfondita riesaminata. Red