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Registro unioni civili Cagliari: Sdr, in consiglio regionale pdl dal 2006

“Quando si parla di registro delle unioni civili l’immaginazione corre subito ai matrimoni gay. Si deve invece pensare alle persone, anche eterosessuali, che non possono sposarsi per diverse ragioni o a coppie omosessuali con l’unico scopo di aiutarsi e soccorrersi nella vecchiaia. La convivenza, per esempio, non garantisce la possibilità di avere informazioni sulla salute della persona con cui si condivide la vita e questo è un limite irragionevole. In Consiglio regionale giace fin dal 2006 una proposta di legge. Occorre ripresentarla. Così i registri comunali possono contare su una cornice di uniformità”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” che proprio nel 2006 in una manifestazione pubblica sotto il Municipio di Cagliari aveva provocatoriamente messo l’accento con l’iscrizione nel registro delle unioni civili di tre coppie di giovani eterosessuali sulla necessità di dotarsi di uno strumento a sostegno dei nuclei familiari diversi da quelli tradizionali.

“Le polemiche sull’istituzione del registro a Cagliari – sottolinea Caligaris – sono indice di scarsa conoscenza dei veri problemi dei cittadini rispetto alle questioni pratiche della convivenza senza vincolo matrimoniale. La scelta di sposarsi è anche limitata dalle condizioni economiche e molte giovani coppie vi rinunciano perché il lavoro precario non consente loro di affrontare spese extra. Ciò nonostante la loro unione di fatto è un dato concreto”.

“E’ assurdo – conclude la presidente di SDR – che si contrappongano i diritti derivanti dall’iscrizione nel Registro delle unioni civili a quelle delle famiglie unite in matrimonio. Ampliare le prerogative non significa toglierle ad altri. Significa invece offrire maggiori opportunità a coniugi in attesa di divorzio che hanno un nuovo stabile rapporto di coppia, a vedove o anziani che temono di perdere la pensione di reversibilità, a coppie dello stesso sesso o di diverso sesso che decidono di vivere insieme per dividere le spese e combattere la solitudine. Le polemiche non aiutano a crescere nei diritti ma solo a frenare le risposte alle esigenze della nostra società”. Red

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