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Uras (Sel): “La Sardegna privata di ogni autonomia e specialità; Si dimetta il Presidente e il Consiglio Regionale”.

Luciano Uras, capogruppo Sel in Consiglio regionale, ha dichiarato: “Nei tempi della evocazione federalista si afferma, con prepotenza, il neo centralismo statalista, nord centrico, pre-scissionista ed iniquo nei confronti del mezzogiorno d’Italia, della autonomia e della specialità della Sardegna”.

 

 

“Tutto questo è stato possibile – ha affermato Uras - anche in relazione agli ampi spazi di ambiguità contenuti nella riforma del titolo V della Costituzione, nei quali il Governo sistematicamente  si insinua per contrastare l’attività legislativa regionale. Così è successo che finanziaria regionale e collegato sono stati oggetto di impugnazione del Governo, non solo nella più rilevante delle questioni che attiene il nuovo regime di entrate, un debito dello Stato verso la Regione di 4 miliardi di residui attivi,  ma anche in materia di energie rinnovabili, di produzione energetica a fini di autoconsumo per i consorzi di bonifica, oltre che la solita censura per la stabilizzazione di personale precario nei comuni e nelle province, compresi un esiguo numero di lavoratori socialmente utili traditi e mortificati nei diritti da una pessima legislazione nazionale. Le impugnazioni governative hanno colpito la competenza della Regione in materia di fiscalità di vantaggio, in materia di opere pubbliche e regime di appalti, in materia di governo della amministrazione locale e in altri ambiti che dovrebbero invece essere lasciati alla responsabilità della legislazione regionale. Alcuni atteggiamenti di accondiscendenza del passato e nel presente, si pensi alla questione delle tasse sul lusso o alla vicenda dei lavoratori precari degli enti locali, hanno convinto il Governo che nella divisione e nella subalternità politica dei sardi si potesse contare per mortificare impunemente lo Statuto, la specialità e il crescente sentimento per una nuova sovranità del popolo sardo”.

 

“Forse ci siamo finalmente tutti resi conto dell’errore. Forse – ha concluso il consigliere Sel - è venuto il tempo per manifestare una unica  volontà verso questo Stato patrigno e chi lo Governa. Va bene, quindi, rivolgersi alla massima Autorità di Garanzia, ovvero al Capo dello Stato. Ma non basta. E’ necessario anche dichiararsi da subito disponibili alle dimissioni del Consiglio regionale e del Presidente della Regione come atto inequivocabile di rifiuto dell’ennesima intollerabile offesa al Popolo e alle Istituzioni dei sardi”. Red.