La Giunta della Confindustria Sardegna, riunitasi ieri sera per analizzare la situazione economica e politica e i principali interventi varati dalla Regione negli ultimi mesi, ha espresso un parere fortemente critico sulla proposta di legge che disciplina l’ordinamento delle Aziende Locali di Sviluppo Industriale.
In un momento di estrema difficoltà per il sistema economico e produttivo regionale si impegnano tempo e risorse nel creare l’ennesima struttura pubblica, frutto di una visione dell’economia che si sostanzia nel controllo da parte della politica di attività e servizi fondamentali per la vita di imprese e cittadini.
Viene costruita un’architettura dalla quale l’ “impresa” è totalmente esclusa e che riproduce uno schema del tutto analogo a quello di altri settori (ASL nella sanità) dove ingenti risorse pubbliche vengono impegnate (male) per continuare ad offrire servizi inefficienti e inadeguati gestiti da soggetti pubblici, con l’unico effetto di accrescere i costi ed il peso della politica nella vita di imprese e cittadini.
Il tutto senza alcun tipo di coinvolgimento e confronto preventivo di coloro che sono i diretti interessati alle attività dei consorzi: le imprese e le associazioni che le rappresentano legittimamente.
Ma soprattutto il Parlamentino degli Industriali si domanda se questo costituisca una priorità per le imprese; per quelle imprese che ogni mese cessano la propria attività perché non riescono a sopravvivere; per quelle imprese che quotidianamente si scontrano con la pervicace determinazione di alcuni Consorzi Industriali nell’ostacolare e rendere strumentalmente problematici gli investimenti, arrogandosi autonome competenze autorizzative in materia urbanistica-edilizia e di produzione dei servizi essenziali e assoggettando le attività industriali a vincoli regolamentari autoreferenziali ed ulteriori rispetto agli ordinari vincoli previsti dalla vigente normativa per attività svolte fuori dalle aree industriali.
Piuttosto che impegnare le strutture regionali nella predisposizione di proposte di legge che vanno proprio nel senso di rafforzare queste pratiche che andrebbero invece contrastate e impedite, gli industriali si chiedono se non sarebbe meglio dedicare i propri sforzi ad intervenire con decisione per rimuovere gli ostacoli che quotidianamente i consorzi industriali frappongono allo sviluppo economico ed industriale nella nostra regione, creando inaccettabili sperequazioni e conseguenti pesanti ed ingiustificabili ripercussioni negative sul piano occupazionale.
La Confindustria Sardegna, interpretando il fortissimo malumore sempre più diffuso tra i propri associati, prostrati dalla crisi e da politiche del tutto inefficaci, ritiene che vadano date risposte concrete ed immediate ai veri problemi che quotidianamente imprese e lavoratori si trovano ad affrontare.
Basta quindi a nuovi “carrozzoni” e a riforme mal costruite e sì ad un’azione forte e decisa per ripristinare condizioni favorevoli alla competitività della nostra economia e liberare le imprese sarde dai pesi che una certa politica e una certa amministrazione pubblica impongono quotidianamente.