"Ritengo inopportune le interferenze esterne sull'autonomia della corte". Lo sostiene il neoeletto presidente della Corte costituzionale, Alfonso Quaranta, da' un altolà a indebite pressioni che, spiegherà in seguito, sono da riferire alla scelta dei giudici in corsa per la presidenza.
"Questa mia elezione - ha aggiunto Quaranta incontrando i giornalisti - fa giustizia di ogni illazione sulla presunta politicizzazione della corte, che spero cessi".
Domani mattina la Corte Costituzionale si riunirà in camera di consiglio per decidere se ammettere il quesito referendario sul nucleare riscritto dalla Cassazione dopo le modifiche legislative del dl omnibus. Il nuovo presidente della Consulta, Alfonso Quaranta, ha precisato in conferenza stampa ai cronisti di non poter "anticipare i contenuti della decisione". Ma a un cronista che gli ha chiesto se ritiene che sia nel potere della Corte cancellare quel referendum, Quaranta ha risposto: "Personalmente ritengo di no".
Alfonso Quaranta succede a Ugo De Siervo, il cui mandato è scaduto lo scorso 29 aprile. Ad eleggerlo sono stati, a scrutinio segreto, 13 giudici della Consulta (assente per motivi di salute Maria Rita Saulle, mentre il quindicesimo giudice non è stato ancora scelto dal Parlamento).
Settantacinque anni, napoletano, Quaranta sarà il 35/mo presidente della Corte e resterà in carica fino al 27 gennaio del 2013.
Alla Corte è arrivato nel 2004, eletto giudice costituzionale dal Consiglio di Stato. Nella corsa alla presidenza non e' stata dunque rispettata l'anzianità di carica e Quaranta ha avuto la meglio sia su Paolo Maddalena (giudice proveniente dalla Corte dei Conti che lascerà la Consulta il prossimo 30 luglio), sia su Alfio Finocchiaro (scelto dalla Cassazione e che andrà via il prossimo 5 dicembre).
Ritenuto più gradito al centrodestra, già lo scorso dicembre Quaranta aveva fatto traballare l'elezione di De Siervo per un solo voto di scarto. Nei giorni scorsi Maddalena, indicato come cattolico di area vicina al centrosinistra, ha fatto un passo indietro nella corsa alla presidenza inviando una lettera ai colleghi giudici con il dichiarato scopo di evitare "imbarazzi" e di rasserenare il clima della Corte.
Già domani, sotto la presidenza Quaranta, la Corte dovrà prendere un'importante decisione: se ammettere o meno il nuovo quesito referendario sul nucleare così come riformulato dalla Cassazione nei giorni scorsi.
E ancora: il prossimo 6 luglio toccherà all'ammissibilità del conflitto tra Camera e magistratura di Milano sul 'caso Ruby' per il quale Berlusconi è imputato di prostituzione minorile e di concussione; il 5 ottobre sarà invece la volta del conflitto sul caso Mediatrade sollevato da Palazzo Chigi contro i giudici di Milano che stanno processando il premier per frode fiscale. Il 20 settembre, infine, è atteso il verdetto della Corte sulla legittimità di diversi punti della legge sulla fecondazione assistita.