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Carceri Sardegna: Sdr, basta con provveditori precari (e non sardi)

“Da un anno la Sardegna è senza provveditore del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. A turno si alternano i titolari di altri Uffici regionali con dispendio di denaro pubblico per le trasferte e l’impossibilità concreta di assumere decisioni oltre l’ordinario. Dopo tanti mesi di attesa e promesse, l’annuncio dell’imminente arrivo di Maurizio Veneziano non viene confermato e anzi apprendiamo che il Ministro Angelino Alfano intende assegnare l’incarico per un anno al dott. Orazio Faramo. Una decisione sconsiderata per l’importanza dell’incarico e per il momento particolarmente delicato. Insomma ancora uno schiaffo alla Sardegna”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “è inaccettabile la mancanza di riguardo verso il sistema penitenziario isolano così com’è assurdo non pensare di assegnare anche temporaneamente l’incarico a un dirigente sardo che conosce la realtà dell’isola in tutte le sue sfaccettature”.

“In Sardegna – afferma Caligaris – si stanno realizzando quattro nuove carceri ed è opinione diffusa che in particolare la nuova struttura detentiva di Cagliari-Uta sarà destinata ad accogliere i detenuti in regime di alta sicurezza con personaggi importanti della grande criminalità organizzata. Nel silenzio generale si sta trasformando un’isola, che aspira ad uno sviluppo compatibile con il rispetto dell’ambiente naturale, in luogo ideale per concentrare il più alto indice di detenuti pericolosi. In questo modo viene favorito ulteriormente lo spopolamento e si indebolisce la crescita economica autonoma rafforzando invece le servitù penitenziarie”.

“ I Provveditori regionali – conclude la presidente di SDR – hanno un’importante funzione in quanto contribuiscono a definire e gestiscono gli indirizzi del Ministero. Svolgono altresì un delicato compito di equilibrio tra i diversi istituti e collaborano con i Direttori e i responsabili della sicurezza per realizzare le migliori opportunità per ciascuno. Un’assenza prolungata da un luogo di così alta responsabilità determina disagio e preoccupazione tra le diverse figure professionali impegnate a dare attuazione a direttive ministeriali. C’è il rischio di ampi margini di discrezionalità e di contrapposizione tra Istituti”. Red