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Manifestazioni in tutta Italia: Precari in piazza: “Il nostro tempo è adesso”

"Occorre subito fare una riforma fiscale, perché è venuto il tempo e perché è l'unico modo per trovare le risorse in grado di creare nuovo lavoro per i giovani e per i precari di ogni settore". Lo ha detto ad Ancona, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, intervenendo alla manifestazione locale contro il precariato.

"Non è più possibile che quelli che vivono di rendite finanziarie o di grandi patrimoni - ha spiegato Camusso - continuino tranquillamente a evadere le tasse mentre i
lavoratori dipendenti e i pensionati continuino a pagarle, sostenendo loro il costo di questa situazione. E' ora che si metta mano finalmente ad una riforma del fisco che chieda un contributo per il rilancio del Paese a quelli che hanno maggiori ricchezze e che devono aiutare milioni di persone che non ce la fanno più ad andare avanti".

Da Milano a Palermo oggi molte città italiane sono attraversate da manifestazioni promosse dal comitato "il nostro tempo è adesso la vita non aspetta" contro la precarietà, formato da reti di precari tra cui gli operatori dello spettacolo, i
precari dei call-center, gli archeologi precari, i giornalisti precari e gli studenti. Cortei 
a Roma, Napoli, Torino, Milano, Bologna, Palermo e anche in alcune città all'estero. 

Alcuni docenti avevano stampata sulla fronte la data di scadenza del loro contratto e la cifra dell'ultimo stipendio percepito. Qualche ricercatore aveva in mano la raffigurazione di un cervello spremuto. Così, con alcuni simboli, si è voluto ribadire il no al precariato in tutte le sue forme. Alcune centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione promossa a Napoli dal comitato 'Il nostro tempo è adesso'. Il corteo partito da piazza Mancini ha raggiunto piazza del Gesù dove sono saliti sul palco alcuni rappresentanti dei manifestanti.

Studenti, insegnanti del gruppo "Precari Napoli", Cgil, Fiom, ricercatori della rete "29 aprile", giornalisti del Coordinamento precari della Campania, lavoratori Inps, Carc e semplici cittadini hanno sfilato insieme per ribadire quanto la precarietà del lavoro influisca non solo nelle scelte della vita di tutti i giorni ma soprattutto sul futuro. In strada c'erano giovanissimi studenti ma soprattutto, è stato ricordato dagli organizzatori, trentenni che "rappresentano in questo momento la stragrande maggioranza dei precari intellettuali e non del Paese".

Durante il corteo uova piene di vernice rossa sono state lanciate sulle vetrine di due banche al Corso Umberto I.