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Approvata la mozione sulla vertenza Eurallumina e sulla sua necessaria e rapida soluzione. (2)

La presidente del Consiglio Claudia Lombardo, ha quindi dato la parola allon. Tarcisio Agus (Pd), che ha aperto il suo intervento invitando lAula a una riflessione sulla crisi in cui si trova tutto il settore dellindustria sarda, da Ottana a Portovesme, da Porto Torres a Villacidro. La Keller meccanica ha bisogno di interventi urgenti per ripartire, ha sottolineato lesponente del Pd, il nostro territorio rischia di perdere importanti esperienze e professionalità. Lon. Agus ha poi individuato come punti critici del rilancio del settore industriale: i trasporti e gli elevati costi per lapprovvigionamento energetico. Lesponente del Pd ha poi ricordato come molte aree minerarie attendano ancora azioni di bonifica, perché riconosciute come ad alto rischio ambientale. Quasi tutte queste aree industriali sono inquinate: non dobbiamo ha aggiunto lasciare andare via queste industrie prima che abbiamo bonificato le zone inquinate. Dobbiamo promuovere unindustria che rispetti lambiente, che valorizzi le materie prime della nostra Isola.

Unindustria manifatturiera che sfrutti le aree portuali, come il Porto Canale, che deve diventare zona franca. Agus ha poi concluso ringraziando i lavoratori dellEurallumina per aver costretto il Consiglio regionale a affrontare il problema dellindustria sarda e garantendo loro il suo massimo sostegno. Subito dopo ha preso la parola lon. Roberto Capelli (Gruppo Misto) sottolineando come i lavoratori dellEurallumina, ma anche tutti gli altri lavoratori delle aziende e industrie che ogni giorno manifestano per salvare il loro posto di lavoro non si aspettano interminabili analisi, ma soluzioni. Lon. Capelli ha poi sottolineato lassenza importante del presidente della Giunta, evidenziando che il Consiglio regionali può dare suggerimenti e fare proposte, ma è lEsecutivo che deve portare e sostenere nei luoghi deputati a farlo le istanze della Sardegna e dei sardi.

Lesponente del Gruppo Misto ha quindi affermato: Basta con le analisi facciamo proposte. Nel suo intervento, lon. Capelli ha ventilato la possibilità che il 31 marzo il ministro non incontrerà il presidente della Giunta: Abbiamo un avversario comune: il governo centrale. Un governo che non solo non ha la Sardegna fra le sue priorità, ma neanche ha la volontà di ascoltare le istanze della Regione. Un governo che non interviene per il risanamento ambientale, si precipita però a pagare le quote latte del Nord e a sostenere la Fiat, spende per lExpò di Milano, ma alla Sardegna non riconosce i fondi Fas, oltre a doverci dare diversi miliardi per quanto riguarda la vertenza entrate, si dimentica di Ottana, di Portovesme, di Villacidro e di Porto Torres, senza tener conto della Sassari-Olbia. Lon. Capelli ha poi concluso: Perché i nostri parlamentari di maggioranza non fanno valere il loro peso come hanno fatto quelli di altre regioni, difendendo le istanze del loro territorio? Loro avrebbero il peso per farlo.

Giampaolo Diana (Pd) si è detto stanco di un ottimismo che, come nel caso della mozione sulla chimica, ha rappresentato per noi lennesimo imbroglio dellEni con la copertura del governo. Il consigliere dellopposizione ha rivolto un duro appello allassessore dellIndustria, Oscar Cherchi, chiedendogli una replica impegnata e seria, con i piedi nello.d.g. in discussione, che dimostri una visione chiara del problema industriale nella nostra regione. Se ha unidea ha dichiarato la dica a questAula, altrimenti si dimetta. Secondo Diana nellIsola si chiude un ciclo industriale iniziato 60 anni fa che ha portato non solo ricchezza ma anche cultura, dando vita a una classe dirigente. Il lavoro industriale ha sostenuto è anche una fucina straordinaria di democrazia e si sta cancellando questo ciclo produttivo senza che si sia riflettuto su un modello di sviluppo. Diana ha quindi domandato allassessore Cherchi quale modello di sviluppo alternativo a quello industriale abbia in mente, precisando che invece il Gruppo consiliare del Pd è convinto che in questIsola non si possa fare a meno dellindustria. Infine, sottolineando come la Sardegna sconti un deficit infrastrutturale molto alto, causa anche del suo ritardo industriale, ha domandato in che modo, il 31 marzo a Roma, la Giunta riuscirà a pretendere che il Governo ci dia in tempi brevi ciò che ci spetta in termini infrastrutturali. Alberto Randazzo (Pdl) ha ricordato al consigliere Diana che in Aula si discute una mozione unitaria, precisando di gradire che non si strumentalizzino motivazioni che sono unanimi. Il 31 marzo ha continuato ci recheremo tutti insieme a Roma per perorare la causa di questi ragazzi che sono qui sotto e si aspettano da noi unità. Ha invitato lassessore dellIndustria a continuare per la sua strada e ha, infine, sottolineato la necessità di restare dentro la normativa comunitaria, evitando di violare le leggi della concorrenza, nellattuazione del protocollo dintesa relativo al riavvio degli impianti Eurallumina con lutilizzo, in via provvisoria, di olio combustibile a prezzi vantaggiosi. Di fronte a questo dramma occupazionale-ha sostenuto lOn. Claudia Zuncheddu in rappresentanza del gruppo I comunisti-La sinistra sarda-il consiglio regionale deve essere capace di una riflessione responsabile e di soluzioni nuove, che non ripercorra le strade del passato ed abbia il coraggio di sperimentare modelli alternativi di sviluppo.

Secondo Zuncheddu, alcune parti della mozione unitaria non possono essere considerate esenti da critiche, ed anzi appaiono di retroguardia e del tutto prive di lungimiranza. Il riferimento è rivolto alla molte contraddizioni del sistema produttivo regionale: preponderanza dellindustria pesante, un elevato consumo del territorio, disastri ambientali rimasti senza responsabili che hanno provocato gravi danni alla salute, scarso utilizzo delle energie alternative. Di fronte a tutto questo-ha continuato Zuncheddu-la regione ha assistito inerte alle scorrerie delle multinazionali che, al momento opportuno, hanno scelto di de-localizzare lasciando pesanti conti ambientale da pagare. Non tutto si può fare, e soprattutto non a qualsiasi costo. Sviluppando questa tesi, lesponente della Sinistra si è chiesta perché, nella mozione unitaria, siano mancate le scelte coraggiose che sarebbero state necessarie e perché si siano volute rinviare, per lennesima volta, soluzioni urgenti in materia di riconversione industriale e bonifiche ambientali.

Dopo aver premesso che oggi non ci possiamo permettere di perdere un solo posto di lavoro Paolo Luigi Dessì (PsdAz) ha allargato la sua analisi alla necessità di fare politiche diverse. A suo parere, in particolare, occorre voltare pagina ed impostare un processo di sviluppo che sia in linea con le vocazioni del territorio sardo, con lidentità, la progettualità ed i valori che esso esprime, ma che sia anche economicamente sostenibile. Dessì ha quindi criticato le scelte economiche del passato, ed ha esortato tutti a trovare il coraggio in questi due anni e mezzo che ci separano dalla fine della legislatura, di scelte innovative e coraggiose che consentano di dare un senso al nostro mandato.  Limpegno per Eurallumina e la visione di uno sviluppo diverso, ad avviso di Dessì, non sono due cose in contrasto, anzi. La consapevolezza della drammaticità dei lavoratori del Sulcis è sicuramente in cima alle priorità-ha proseguito lesponente del PsdAz-soprattutto perché la crisi economica si è diffusa in profondità in tutti gli strati sociali, ed occorre dunque pensare al futuro delle nuove generazioni, che oggi non trovano sbocchi lavorativi coinvolgendo nel loro dramma intere famiglie e larghi strati della società sarda.

Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la politica delle multinazionali ed abbiamo verificato che segue interessi diversi da quelli del popolo sardo, ha concluso Dessì. Adriano Salis (Idv) ha espresso il suo forte disappunto per lassenza in Aula del presidente della giunta Ugo Cappellacci: Di fronte al declino dellindustria in Sardegna, di cui Eurallumina è solo la punta delliceberg, è inaccettabile che il rappresentante di tutti i sardi non partecipi oggi a questa discussione.

Salis ha posto anche il dubbio sulla data fissata per il 31 marzo per lincontro al ministero e ha annunciato che se lincontro dovesse slittare il gruppo dellIdv sarà in Aula in Consiglio regionale per protestare contro il mancato rispetto degli impegni da parte del governo nazionale: Bisogna trovare la forza di protestare contro un governo che ci prende a schiaffi, la Sardegna ha perso credibilità e così perdono credibilità tutte le richieste che dalla Sardegna arrivano, compresa quella della difesa del polo dellalluminio nellisola. Richiamandosi allintervento di Pierpaolo Vargiu, Salis ha sottolineato il suo accordo sulla scelta innovativa che la Sardegna è chiamata a prendere, ma ha anche precisato la necessità di battersi per conservare ciò che già esiste e rafforzarlo. No allindustrialismo per forza ha insistito Salis - considero rischiosa e sbagliata la scelta dellindustria pesante fatta negli anni 60, cerano risorse da valorizzare che sono rimaste sottoutilizzate e che avrebbero potuto dare uno sviluppo autonomo. Ma per Salis in questo momento non siamo in grado di perdere più un posto di lavoro e non siamo in grado di perdere posti che possono avere una prospettiva non solo per i padri ma anche per i figli e i nipoti.

Anche Giulio Steri (Udc-Fli) ha rimarcato la crisi di tutto il sistema industriale sardo sul quale peraltro non si vedono allorizzonte soluzioni immediate. Steri ha richiamato il sistema delle partecipazioni statali su cui si era sviluppata lindustria sarda e che venendo a mancare ha lasciato spazio allassalto delle multinazionali che puntano esclusivamente ai profitti trascurando il  sistema produttivo sardo. Ora però le soluzioni vanno trovate e non ci sono governi amici su cui poter contare, tanto più quando nel governo ci sono delle forze leghiste che mirano a dividere invece che puntare a quellunità tanto festeggiata pochi giorni fa. Il problema della necessità di trovare un nuovo modello di sviluppo, secondo Steri,  non è solo sardo ma di tutta lEuropa: Noi dobbiamo sì concentrarci sulle risorse turistiche e ambientali, ma  queste politiche sono a lungo termine e oggi va trovata una soluzione immediata tutelando il sistema industriale. Sullapprovvigionamento energetico Steri è convinto del no al nucleare e allassalto delle pale eoliche: E necessario espandere il sistema delle energie alternative creando una rete che non le disperda. (segue)