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Costituzione day, l’Italia in corteo

La dedica della manifestazione in difesa della Costituzione, in corso in queste ore a Roma, al Giappone colpito ieri dalla tragedia del terremoto. Questo l'annuncio fatto dal palco del C-day a cui e' seguita la richiesta di un minuto di silenzio per le vittime dello Tsunami. Il grido di "e' viva la Costituzione", motto della manifestazione, ha chiuso il minuto di silenzio a piazza del popolo a Roma. 

Un enorme tricolore, di 60 metri quadrati ha aperto il corteo che dopo aver lasciato  piazza Esedra gremita di giovani, studenti, genitori, docenti ma anche di alunni delle elementari che hanno gridato la loro intenzione di difendere la nostra Costituzione. Uno slogan su tutti dà il senso delle manifestazioni in tutta Italia: "La Costituzione ci difende difendiamo la Costituzione". 

Nessuna bandiera di partito, ma solo un'immensa folla con bandiere tricolore e coccarde. Tantissimi i cartelli fatti a mano che recitano "Prendiamoci la Costituzione sulle spalle: io adotto..." e il numero dell'articolo che si è deciso di difendere. Numerosi gli studenti con i diversi articoli della nostra Carta. In particolare gli studenti portano 'sulle loro spalle' l'articolo 33 "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". Ma anche, l'articolo 4 letto con una triste prospettiva "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".

Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, descrive la manifestazione a difesa della Costituzione a Roma alla quale partecipa insieme ad altri esponenti del suo partito. 

"Non c'è un animo contro, è una piazza per una Italia diversa - spiega Bersani -. C'è un grande movimento nel Paese e i partiti, in particolare il nostro, devono affiancarlo, dargli la mano. Politica e società civile insieme per una strada di speranza e di ricostruzione". 

Quanto al premier il segretario del Pd ribadisce: "Berlusconi si avvinghia su se stesso, resiste, ha grinta, ma noi abbiamo più grinta e più tenuta di lui".

Se passerà la riforma della giustizia "i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge", perché "il governo sta tentando di prendere il controllo diretto dell'azione penale". A dirlo è stato il pm Antonio Ingroia, dal palco della manifestazione per la Costituzione a Roma. 

Oltre un migliaio di persone si sono radunate in Largo Cairoli a Milano, in occasione della giornata a difesa della Costituzione. A presentare la manifestazione Piero Ricca, divenuto noto per aver dato del 'puffone' al premier in tribunale a Milano, che sta facendo alternare sul palco gli ospiti. Tra la folla, molta goliardia in stile Carnevale: spiccano una donna vestita con una divisa da carcerato e una maschera di Berlusconi ed alcune signore con il tricolore indossato a mo' di copricapo. Sotto il palco anche Dario Fo, accolto da numerosi applausi.

Da una parte sventolano tricolori sulle note dell'Inno di Mameli, dall'altra bandiere rosse con falce e martello, sulle note di Bella ciao. Sono oltre cinquemila, per la questura, ottomila per gli organizzatori, i manifestanti che sfilano per il centro di Firenze a difesa della Costituzione. Ad aprire il corteo quattro bimbi che, ovviamente, non sanno cos'e' la Costituzione. Dietro di loro si intonano cori 'dimettiti'. A lettere cubitali in piazza della Signora, un gruppo di manifestanti con al collo il cartello 'noi in piazza: governo a casa'. Molte persone hanno in mano una copia della Costituzione. Inoltre, striscioni con la scritta 'mi piace la scuola pubblica'. Il corteo si chiude davanti alla basilica di Santa Croce con un lungo applauso.

Grandi cartelli con la scritta "Mi piace la scuola pubblica" e una schiera di persone a formare un enorme slogan umano, una lettera per ogni manifestante, con la scritta "Noi in piazza, governo a casa". A scandire il ritmo del corteo le pentole del cacerolazo.  La manifestazione, partita poco dopo le 15 da Largo Annigoni, si sta snodando per le vie del centro storico ed e' diretta a piazza Santa Croce. Presente anche una delegazione dei centri sociali. Tra i cartelli esposti anche alcuni in svariate lingue con lo slogan "L'Italia non e' un bordello".

E' stato costituito a Napoli il Comitato permanente napoletano in difesa della Carta Costituzionale al quale hanno aderito finora circa 400 persone. Ad annunciare l'iniziativa sono stati i promotori della manifestazione in difesa della Costituzione italiana tenutasi a Napoli, tra i quali il commissario regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, il responsabile del Mezzogiorno del PD, Umberto Ranieri, Rino De Martino della Libreria Treves, il pizzaiolo Gino Sorbillo, la professoressa Roberta Aiello, l'ambientalista Francesco Iacotucci. "Oggi hanno partecipato alla manifestazione circa 1000 persone - spiega Borrelli - contattate in due giorni
prevalentemente tramite internet. Sono venuti 'girotondini', professori, studenti, professionisti, disoccupati tutti determinati a difendere la nostra Carta Costituzionale; per questo e' stato deciso di creare subito un comitato napoletano per la difesa della Costituzione con sede alla Libreria Treves
(per adesioni libreriatreves@gmail.com) a cui hanno gia' aderito oltre 400 persone".

Piu' di un centinaio di persone si sono ritrovate oggi ad Aosta davanti al monumento dedicato ai caduti della Resistenza per la manifestazione in difesa della ostituzione promossa dall'Anpi

Tra i partecipanti erano presenti i segretari del Pd Valle d'Aosta, Raimondo Donzel e della Federazione della sinistra valdostana, Francesco Lucat. Numerose le bandiere tricolori indossate o portate dai partecipati. Durante la breve cerimonia, in cui e' stato cantato l'Inno di Mameli e 'Bella ciao' e sono stati letti articoli della
Costituzione italiana, e' intervenuto Cesare Dujany, ex presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta, ora presidente dell'Istituto storico della resistenza regionale. "In un momento di crisi e di attacchi - ha evidenziato Dujany - e' necessario un impegno particolare per la difesa della Costituzione, che deve essere conosciuta e studiata da tutti". La manifestazione prosegue fino alle 18 con un presidio in Piazza di Porta Praetoria nel centro storico della città.

Cantando l'inno d'Italia e distribuendo panini con dentro poesie al posto del prosciutto, centinaia di persone sono scese in piazza oggi pomeriggio a
Genova per mobilitazione organizzata da Articolo 21 e Liberta' e Giustizia per difendere la Costituzione e la scuola pubblica.

"La scuola pubblica e' un ascensore sociale, la scuola privata conserva i privilegi" era scritto su un cartello. "Bella, sana, robusta Costituzione, senza bisogno di trapianti e di lifting", "Io non inculco, educo", "Si scrive scuola pubblica, si legge democrazia" e "La cultura non si mangia, ma fa crescere" si leggeva su altri manifesti alzati al cielo dei manifestanti. Parrucche tricolori in testa e bandiere tricolori alla mano, il Popolo Viola ha raccolto tra l'altro firme a favore di "una legge di solidarieta' nazionale per la ricostruzione dell'Aquila"

Mentre al megafono e' stato letto in pubblico il discorso di Piero Calamandrei nel 1950 a difesa della scuola pubblica, sono state distribuite barchette di carta con scritto "Viva la scuola pubblica".

L'inno di Mameli e il Va pensiero di Verdi hanno aperto a Torino, in piazza Castello, la manifestazioni in difesa della Costituzione. Ad eseguire i due brani l'Orchestra del teatro Regio da giorni impegnata, come tutti gli altri lavoratori dell'ente lirico torinese, in iniziative di mobilitazione contro i tagli al Fondo unico dello spettacolo.

In piazza alcune centinaia di persone, molti tricolore, alcuni sventolanti, altri a coprire le spalle dei partecipanti. Dopo l'esecuzione dell'Inno d'Italia e del Va pensiero, la manifestazione e' proseguita con la lettura di alcuni articoli della Costituzione.

Alla manifestazione ha aderito anche il Pd piemontese. Il segretario regionale in una nota ha spiegato che "come gia' avvenuto in occasione della manifestazione di febbraio, e' un dovere civile e morale scendere in piazza a difesa dei principi fondanti la nostra convivenza civile e per ribadire ancora una volta che e' giunta l'ora
di voltare pagina".