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La Fiom al Pd: “Su Mirafiori si decida”

Se a Mirafiori vincesse il no per Sergio Marchionne «ci sono moltissime alternative». «Venerdì scorso - ha detto l'amministratore delegato della Fiat al Salone dell'Auto di Detroit - ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e aumentare la capacità produttiva. C'è un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto là. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno. Lavorare sei giorni alla settimana è una disponibilità incredibile, in Europa questo è un problema, Brampton è una possibilità, ma ce ne sono moltissime altre dappertutto come Sterling Heights».

La Fiom, quindi, è avvertita. In precedenza però Maurizio Landini segretario del sindacato dei metalmeccanici della Cgil aveva sottolineato che vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori «è ancora aperta» e la partita «può essere vinta e risolta positivamente». Poi, prima dell'incontro con Bersani, il segretario generale della Fiom Cgil ha fatto un augurio: «sulla vertenza Fiat il Pd prenda una posizione univoca». Landini ha poi confermato «il pieno sostegno della Cgil» sulla vertenza, a partire dall'impegno nella riuscita dello sciopero del 28 gennaio e ha ribadito che la Fiom non firmerà comunque l'accordo indipendentemente dal risultato del referendum del 13-14 gennaio.

 «Se altre aziende tentano di fare come la Fiat devono sapere che si aprirà un conflitto senza precedenti» ha detto il segretario generale della Fiom. Landini ha poi ribadito l'importanza dello sciopero dell'intera categoria dei metalmeccanici proclamato per il 28 gennaio e ha sottolineato l'importanza della partecipazione a quello sciopero per evitare che quanto accaduto ai lavoratori della Fiat acca Maurizio Landini ci tiene a ribadire un concetto: «Siamo il sindacato che firma più accordi nel Paese». Respinge così l'etichetta di sindacato che non firma gli accordi assegnato alle tute blu della Cgil. «Abbiamo firmato oltre mille accordi che hanno coinvolto circa 230 mila metalmeccanici, dalla Ferrari alla Brembo, dalla Indesit alla Lamborghini che è tedesca», aggiunge ricordando anche la firma posta sotto la ristrutturazione portata avanti alla Italtel. Non solo. «Quando i lavoratori possono votare liberamente la Fiom cresce in quelle fabbriche», dice ancora mostrando, dati alla mano, come da giugno ad oggi nei rinnovi delle rsu per le quali hanno votato complessivamente 30 mila lavoratori la Fiom sia l'unica categoria che ha aumentato voti e delegati passando dal 61,7% al 66,6%, per i primi e dal 62,7% al 70% per i secondi. La Fim, invece, in termini di voti è passata dal 21,7% al 18,3% mentre in termini di delegati è passata dal 20,6% al 17,2%. Così come la Uilm è passata dal 13,2% al 10,7% in termini di voti e dal 14,2% al 10,3% in termini di delegati.da ad altri lavoratori.

«Spero che il Partito democratico prenda una posizione» sulla vertenza Fiat ha detto Landini prima dell'incontro con Pierluigi Bersani. «Ci aspettiamo che ci ascolti, che rifletta e che sia rispettoso delle nostre posizioni - ha detto il sindacalista -. Ci aspettiamo che il Pd prenda una posizione univoca».Il segretario generale Susanna Camusso sarà in piazza con i metalmeccanici il 27 a Bologna poiché l'Emilia Romagna anticipa di un giorno la protesta a causa di una festività. Landini ha annunciato a sostegno della vertenza contro l'accordo sullo stabilimento di Mirafiori firmato dagli altri sindacati una sottoscrizione straordinaria e una raccolta di firme.

Tutto questo mentre l'ad di Fiat Sergio Marchionne, parlando al Salone dell'Auto, ha annunciato che Fiat è salita al 25% di Chrysler. Marchionne ha ribadito che «esiste la possibilità di salire al 51% quest'anno in Chrysler perché esistono le risorse. Il progetto è collegato all'ipo di Chrysler» che il manager conta di realizzare nella seconda metà di quest'anno. Poi tornando al referendum di Mirafiori: «Con il 51% di voti favorevoli - ha detto il manager italo canadese - si chiude il discorso. L'investimento si fa. Se non si raggiunge il 51% salta tutto e andiamo altrove. Fiat ha alternative nel mondo, aspettiamo di vedere cosa succederà giovedì e venerdì e se il referendum non passerà ritorneremo a festeggiare a Detroit». Il presidente Jhon Elkann ha aggiunto : «Speriamo che il buon senso prevalga».

Intanto, dopo quelle comparse domenica, accostate alla stella a cinque punte (non cerchiata), altre scritte sono comparse contro Marchionne, in altre zone della città. Le frasi sono comparse sui muri di Porta Palazzo, in via Nizza e nella centrale via Po. Su nessuna di esse era, però, presente la stella a 5 punte rinvenuta sul cavalcavia di corso Sommellier, mentre accanto ad alcune, come quella di via Po («Marchionne infame»), è stata tracciata la «A», simbolo di «anarchia». Sulla vicenda sono in corso gli accertamenti della digos della polizia di Torino. Il manager del Lingotto ha commentato le nuove scritte contro di lui: «Sono di sicuro fuori posto e riflettono una mancanza di civiltà che credo non sia opportuna per l'Italia». «Siamo fiduciosi - ha aggiunto - che l'aspetto razionale prevalga. Lasciamo fuori l'ideologia politica e facciamo qualcosa di buono per l'azienda e per i lavoratori come vogliamo fare a Mirafiori».