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Kallas al Consiglio Ue: “Violazioni di Israele ampiamente documentate in modo indipendente. Livello senza precedenti di vittime civili. Attacchi a ospedali e blocco degli aiuti umanitari”.

Bruxelles, 21 Giu 2025 - “Sulla base delle valutazioni effettuate dalle istituzioni internazionali indipendenti», e in particolare dalla Corte Internazionale di Giustizia (Cig), l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani (Ohchr), la Corte Penale Internazionale (Cpi), il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per i Bambini e i Conflitti Armati, il Comitato Onu sui Diritti dell'Infanzia e l'Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha), «vi sono indicazioni che Israele violerebbe i propri obblighi in materia di diritti umani». 
Sono le conclusioni del rapporto che l'Alta Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune europea, Kaja Kallas, ha inviato ai ministri degli Esteri dei Ventisette, in vista della discussione che avranno in Consiglio Ue lunedì 23 giugno, a Bruxelles. I ministri degli Esteri dovranno decidere se sospendere l'Accordo con Israele, o se prendere altre misure o sanzioni nei confronti dello Stato ebraico, oppure se limitarsi ad avvertimenti verbali, richieste o appelli senza conseguenze concrete.
«Basandosi su fatti verificati e valutazioni effettuate da istituzioni internazionali indipendenti, e concentrandosi sui più recenti eventi a Gaza e in Cisgiordania, la nota fornisce una breve panoramica delle severe accuse di gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani (Ihrl) e del diritto internazionale umanitario (Ihl)». 
Ricostruendo il contesto della situazione a Gaza, il rapporto ricorda che «in risposta agli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023, Israele ha lanciato un'intensa campagna militare, che ha comportato l'uso di armi con effetti ad ampio raggio in aree densamente popolate».  «Il 2 marzo 2025, per 11 settimane, le autorità israeliane hanno imposto un blocco totale su Gaza, vietando l'ingresso di qualsiasi rifornimento, inclusi cibo, medicine e carburante». «Bombardamenti aerei, terrestri e marittimi e operazioni terrestri estese hanno causato vittime civili, distruzione di infrastrutture civili, inclusi rifugi e materiale indispensabile alla sopravvivenza della popolazione, e sfollamenti su larga scala di persone».

«Israele ha poi avviato un meccanismo di distribuzione militarizzata di rifornimenti alimentari (Gaza Humanitarian Foundation - Ghf). Gli attori umanitari delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazioni in merito al meccanismo, che ritengono incompatibile con i principi umanitari di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza, e inappropriato per la distribuzione di aiuti su larga scala.  Il meccanismo è associato a ripetuti episodi di sparatorie contro palestinesi che cercano di accedere a rifornimenti alimentari, con conseguenti vittime di massa». In Cisgiordania, «l'impatto e gli ostacoli al godimento dei diritti umani derivanti dalle politiche e dalle pratiche israeliane sono ampiamente documentati (anche dalla Corte Internazionale di Giustizia). Le tendenze negative in materia di discriminazione, oppressione e violenza contro i palestinesi sono peggiorate dal 7 ottobre, con una crescente tensione tra palestinesi e israeliani (inclusa la violenza dei coloni) e una continua espansione degli insediamenti». «Le segnalazioni fanno riferimento a uso eccessivo e illegale della forza» con «attacchi da parte di coloni israeliani, con vittime e feriti palestinesi, uccisioni di militari e civili israeliani, gravi violazioni contro i minori, tra cui uccisioni e mutilazioni di bambini, diniego di accesso umanitario (anche per chi ha bisogno di cure mediche specialistiche), attacchi a scuole e ospedali», e poi «arresti e detenzioni arbitrari o illegali, maltrattamenti e violenza di genere». A Gaza.

«il blocco degli aiuti umanitari colpisce indiscriminatamente l'intera popolazione». «Il livello senza precedenti di uccisioni e feriti di civili» a Gaza è stato «una conseguenza diretta del mancato rispetto, da parte delle Forze di Difesa Israeliane (Idf), dei principi fondamentali del Diritto internazionale umanitario». Le forze israeliana hanno attaccato ospedali in tutta Gaza «in modo apparentemente sistematico». Questi attacchi hanno comportato «attacchi diretti, assedi, l'uso di cecchini, raid e l'apparente detenzione arbitraria e maltrattamenti di personale medico, pazienti e loro accompagnatori, e sfollati interni che si erano rifugiati negli ospedali», nonché «l'uccisione di molti operatori sanitari di emergenza». 
«Il 90% della popolazione di Gaza è stata sfollata». 

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