Cagliari, 18 Giu 2025 - Donald Trump, dopo aver assicurato in campagna elettorale che con lui l’America non avrebbe speso neanche un dollaro per una guerra, ora, invece, l’instabile bancarottiere americano, sta valutando una serie di opzioni per l'Iran, incluso un possibile attacco. Lo riportano Nbc citando alcune fonti dopo la riunione del consiglio di sicurezza alla Casa Bianca. Il mediatore di Trump, Steve Witkoff, il capo di stato maggiore aggiunto Dan Caine e altri leader militari hanno lasciato la Casa Bianca dopo la riunione.
Il segretario alla difesa americano, Pete Hegseth, ha assicurato che gli Stati Uniti sono "in allerta e pronti" a "proteggere le proprie basi e i propri interessi" in Medio Oriente, anche se sperano ancora in un accordo con Teheran sul nucleare. Per ora, però, secondo quanto riferisce la Nbc citando funzionari Usa "non ci sono indicazioni di un imminente attacco iraniano contro le basi statunitensi" nella regione. Lo riporta Nbc citando un funzionario americano. Secondo indiscrezioni del New York Times, Teheran sarebbe pronta ad attaccare le basi americane nel caso in cui gli Stati Uniti si unissero a Israele nei bombardamenti contro l'Iran
Il corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran ha dichiarato che durante l'ultimo attacco a Israele sono stati usati anche missili ipersonici.
"La battaglia ha inizio": con queste parole la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha replicato alle minacce del presidente americano, Donald Trump, che ha intimato a Teheran di accettare "una resa incondizionata". "Alì ritorna a Khaybar", ha scritto Khamenei citato da al Jazeera alludendo al primo califfo dell'Islam sciita e alla sua conquista della città ebraica nel VII secolo. "Con l'aiuto di Allah la Repubblica Islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio", conclude il post corredato dall'immagine di un uomo armato di spada che varca il cancello di un castello mentre il cielo si riempie di fulmini.
Senza rifornimenti americani o un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti, Israele può mantenere la sua difesa missilistica per altri 10-12 giorni se l'Iran manterrà i suoi attacchi costanti. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti informate, secondo le quali già entro la fine della settimana lo Stato ebraico potrebbe essere in grado di intercettare solo una parte minore di missili per razionare le sue munizioni difensive.
Gli attacchi israeliani in Iran hanno ucciso circa 600 persone. È quanto riferisce l'organizzazione Human Rights Activists, un gruppo per i diritti umani con sede a Washington. Le vittime sarebbero almeno 585 e i feriti 1.326. Fra i deceduti identificati 239 sono civili e 126 membri delle forze di sicurezza.
Il ministero della Sanità israeliano ha dichiarato che oltre 90 persone ferite dall'attacco missilistico iraniano della notte sono state ricoverate. Secondo Israele, l'Iran avrebbe lanciato nella notte due raffiche per un totale di circa 15 missili. Inoltre le Forze di difesa israeliane hanno rivendicato l'abbattimento di tre droni iraniani.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver colpito i siti di produzione di centrifughe usati per il programma nucleare e di armi dell'Iran. L'esercito ha aggiunto che tra le fabbriche di armi colpite c'era un sito per la produzione di materie prime e componenti per l'assemblaggio dei missili terra-terra che il regime iraniano ha lanciato contro Israele, nonché strutture per la produzione di sistemi e componenti per missili terra-aria progettati per colpire aerei.
La Russia ha denunciato come illegali, ma dimenticano che illegali sono solo i suoi attacchi contro la popolazioni ucraina, aggrediti da tre anni nella loro terra, i bombardamenti di Israele contro l'Iran, chiedendo una soluzione diplomatica per i timori legati al programma nucleare di Teheran.
La presa di posizione è stata diffusa dal ministero degli Esteri di Mosca con un messaggio su Telegram. Secondo la Russia, l'Iran ha rilasciato "chiare dichiarazioni" a sostegno del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) e della sua volontà di dialogo con gli Stati Uniti.
Il ministero ha aggiunto di essere in attesa di "una analisi imparziale" da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per verificare se i raid di Tel Aviv abbiano danneggiato le centrali nella Repubblica islamica.
L'Iran è Paese firmatario del Tnp e ha consentito ispezioni dell'Aiea nelle sue centrali nucleari. Al contrario, ricorda l'emittente Al Jazeera, Israele non ha mai firmato il Trattato ed è ritenuto in possesso di un arsenale atomico.
Fordow è un impianto di arricchimento dell’uranio situato in Iran, a circa 30 km a nord-est di Qom, scavato all’interno di una montagna a una profondità di 80-90 metri. Originariamente una base dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, è gestito dall’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran (AEOI) ed è il secondo sito di arricchimento dell’uranio del paese dopo Natanz. La sua esistenza fu rivelata all’AIEA dall’Iran nel 2009, dopo che i servizi segreti occidentali ne scoprirono la costruzione segreta, iniziata probabilmente tra il 2002 e il 2007. L’Iran sostiene che il sito serva per scopi pacifici, ma la sua configurazione e la segretezza hanno sollevato sospetti su possibili ambizioni nucleari.
Secondo l’accordo Jcpoa del 2015, Fordow avrebbe dovuto cessare l’arricchimento dell’uranio per 15 anni, convertendosi in un centro di ricerca. Tuttavia, nel 2023 l’AIEA ha rilevato uranio arricchito all’83,7%, vicino al livello per armi nucleari (90%), e modifiche non dichiarate al sito. Attualmente ospita circa 2.700 centrifughe, incluse IR-6 avanzate, e produce uranio al 60%. La sua posizione sotterranea lo rende quasi impenetrabile agli attacchi aerei, eccetto che con bombe “bunker buster” come la GBU-57 statunitense. Di recente, il 13 giugno 2025, Israele ha colpito il sito senza causare danni significativi alle strutture sotterranee, secondo l’Aiea.
Trump potrebbe affiancare Israele: "L'Iran si arrenda". Idf: colpiti siti produzione armi.
Cagliari, 18 Giu 2025 - Donald Trump, dopo aver assicurato in campagna elettorale che con lui l’America non avrebbe speso neanche un dollaro per una guerra, ora, invece, l’instabile bancarottiere americano, sta valutando una serie di opzioni per l'Iran, incluso un possibile attacco. Lo riportano Nbc citando alcune fonti dopo la riunione del consiglio di sicurezza alla Casa Bianca. Il mediatore di Trump, Steve Witkoff, il capo di stato maggiore aggiunto Dan Caine e altri leader militari hanno lasciato la Casa Bianca dopo la riunione.
Il segretario alla difesa americano, Pete Hegseth, ha assicurato che gli Stati Uniti sono "in allerta e pronti" a "proteggere le proprie basi e i propri interessi" in Medio Oriente, anche se sperano ancora in un accordo con Teheran sul nucleare. Per ora, però, secondo quanto riferisce la Nbc citando funzionari Usa "non ci sono indicazioni di un imminente attacco iraniano contro le basi statunitensi" nella regione. Lo riporta Nbc citando un funzionario americano. Secondo indiscrezioni del New York Times, Teheran sarebbe pronta ad attaccare le basi americane nel caso in cui gli Stati Uniti si unissero a Israele nei bombardamenti contro l'Iran
Il corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell'Iran ha dichiarato che durante l'ultimo attacco a Israele sono stati usati anche missili ipersonici.
"La battaglia ha inizio": con queste parole la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha replicato alle minacce del presidente americano, Donald Trump, che ha intimato a Teheran di accettare "una resa incondizionata". "Alì ritorna a Khaybar", ha scritto Khamenei citato da al Jazeera alludendo al primo califfo dell'Islam sciita e alla sua conquista della città ebraica nel VII secolo. "Con l'aiuto di Allah la Repubblica Islamica trionferà sul regime sionista per volontà di Dio", conclude il post corredato dall'immagine di un uomo armato di spada che varca il cancello di un castello mentre il cielo si riempie di fulmini.
Senza rifornimenti americani o un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti, Israele può mantenere la sua difesa missilistica per altri 10-12 giorni se l'Iran manterrà i suoi attacchi costanti. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti informate, secondo le quali già entro la fine della settimana lo Stato ebraico potrebbe essere in grado di intercettare solo una parte minore di missili per razionare le sue munizioni difensive.
Gli attacchi israeliani in Iran hanno ucciso circa 600 persone. È quanto riferisce l'organizzazione Human Rights Activists, un gruppo per i diritti umani con sede a Washington. Le vittime sarebbero almeno 585 e i feriti 1.326. Fra i deceduti identificati 239 sono civili e 126 membri delle forze di sicurezza.
Il ministero della Sanità israeliano ha dichiarato che oltre 90 persone ferite dall'attacco missilistico iraniano della notte sono state ricoverate. Secondo Israele, l'Iran avrebbe lanciato nella notte due raffiche per un totale di circa 15 missili. Inoltre le Forze di difesa israeliane hanno rivendicato l'abbattimento di tre droni iraniani.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver colpito i siti di produzione di centrifughe usati per il programma nucleare e di armi dell'Iran. L'esercito ha aggiunto che tra le fabbriche di armi colpite c'era un sito per la produzione di materie prime e componenti per l'assemblaggio dei missili terra-terra che il regime iraniano ha lanciato contro Israele, nonché strutture per la produzione di sistemi e componenti per missili terra-aria progettati per colpire aerei.
La Russia ha denunciato come illegali, ma dimenticano che illegali sono solo i suoi attacchi contro la popolazioni ucraina, aggrediti da tre anni nella loro terra, i bombardamenti di Israele contro l'Iran, chiedendo una soluzione diplomatica per i timori legati al programma nucleare di Teheran.
La presa di posizione è stata diffusa dal ministero degli Esteri di Mosca con un messaggio su Telegram. Secondo la Russia, l'Iran ha rilasciato "chiare dichiarazioni" a sostegno del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) e della sua volontà di dialogo con gli Stati Uniti.
Il ministero ha aggiunto di essere in attesa di "una analisi imparziale" da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) per verificare se i raid di Tel Aviv abbiano danneggiato le centrali nella Repubblica islamica.
L'Iran è Paese firmatario del Tnp e ha consentito ispezioni dell'Aiea nelle sue centrali nucleari. Al contrario, ricorda l'emittente Al Jazeera, Israele non ha mai firmato il Trattato ed è ritenuto in possesso di un arsenale atomico.
Fordow è un impianto di arricchimento dell’uranio situato in Iran, a circa 30 km a nord-est di Qom, scavato all’interno di una montagna a una profondità di 80-90 metri. Originariamente una base dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, è gestito dall’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran (AEOI) ed è il secondo sito di arricchimento dell’uranio del paese dopo Natanz. La sua esistenza fu rivelata all’AIEA dall’Iran nel 2009, dopo che i servizi segreti occidentali ne scoprirono la costruzione segreta, iniziata probabilmente tra il 2002 e il 2007. L’Iran sostiene che il sito serva per scopi pacifici, ma la sua configurazione e la segretezza hanno sollevato sospetti su possibili ambizioni nucleari.
Secondo l’accordo Jcpoa del 2015, Fordow avrebbe dovuto cessare l’arricchimento dell’uranio per 15 anni, convertendosi in un centro di ricerca. Tuttavia, nel 2023 l’AIEA ha rilevato uranio arricchito all’83,7%, vicino al livello per armi nucleari (90%), e modifiche non dichiarate al sito. Attualmente ospita circa 2.700 centrifughe, incluse IR-6 avanzate, e produce uranio al 60%. La sua posizione sotterranea lo rende quasi impenetrabile agli attacchi aerei, eccetto che con bombe “bunker buster” come la GBU-57 statunitense. Di recente, il 13 giugno 2025, Israele ha colpito il sito senza causare danni significativi alle strutture sotterranee, secondo l’Aiea.
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