Cagliari, 30 Mar 2019 - È andata ieri in scena, presso il teatro lirico di Cagliari, la prima rappresentazione dell’opera “Tosca” di Giacomo Puccini.
Si tratta del secondo spettacolo della stagione lirica 2019 (dopo Lo Schiavo di Gomes), che ha riscosso un significativo gradimento da parte del pubblico cagliaritano, accorso in massa ad assistere ad una delle opere più famose della lirica italiana e non solo.
Le ragioni del successo sono state molteplici.
Innanzitutto viene in rilievo il melodramma stesso, che come detto è uno dei più conosciuti al mondo.
Lo spettacolo è suddiviso in tre atti (durata complessiva due ore e trenta minuti) e narra le vicende del pittore Caravadossi e della sua amata, la cantante Tosca. Ovviamente la trama è molto più articolata, infatti come ogni storia d’amore che si rispetti nell’ambito della lirica, non può mancare il terzo incomodo (Scarpia) che fa di tutto per tenere separati i due innamorati.
Si tratta dunque di un tema ricorrente, qui inserito in un contesto rivoluzionario, ambientato a Roma, con il panorama suggestivo di Castel Sant’Angelo.
Il finale lascia a bocca aperta, gli spettatori rimangono stupiti per l’esito inaspettato della storia e ciò contribuisce ad impreziosire lo spettacolo e mantenere l’attenzione del pubblico fino al termine.
Ad una trama avvincente si aggiunge una musica coinvolgente e suggestiva. Certo, in quest’opera mancano quelle arie o “pezzi” che molti appassionati sono soliti canticchiare (rimanendo su Puccini, può considerarsi l’aria “Nessun Dorma” della Turandot), tuttavia il componimento mantiene un ritmo incalzante, rapido, deciso, capace di porsi come un narratore che guida lo spettatore nello svolgimento della trama.
In tutto questo si inserisce l’allestimento predisposto dall’ente cagliaritano.
La direzione dell’orchestra è stata, ancora una volta, affidata al maestro Donato Renzetti che anche in tale occasione ha confermato le sue qualità e la piena fiducia che il teatro lirico ripone in lui. Non ha, infatti, arrancato per un attimo e ha condotto l’orchestra in modo eccellente senza sovrastare gli interpreti, ma anzi permettendo loro di esprimere al meglio le proprie qualità.
Non è un caso che al momento dell’inizio dei diversi atti, quando il riflettore si è soffermato sul maestro, il pubblico non ha esitato a tributargli ogni qualvolta numerosi e calorosi applausi.
In merito agli interpreti Amarilli Nizza ha indossato i panni di Floria Tosca, identificandosi pienamente nel personaggio, morbosamente legato al pittore Caravadossi. Con grande convinzione è riuscita ad esprimere le diverse sfaccettature di Tosca passando per la gelosia, il tradimento, l’umiliazione, il dolore e il sacrificio.
Su tutti ha però colpito la prestazione fenomenale di Marcello Giordani (Caravadossi), un tenore che ha già avuto modo di esibirsi al teatro di Cagliari, ma mai come in questo caso ha mostrato tutto il suo talento e fatto sentire la sua voce potente ed impetuosa. Gli spettatori hanno apprezzato notevolmente le sue doti con applausi a scena aperta, specie dopo l’aria “E lucevan le stelle” e in occasione della chiamata alla ribalta.
In merito alla scenografia non si è badato al risparmio. Ogni ambiente è stato finemente costruito anche con materiali elaborati e il tutto sfruttando le idee dello scenografo Juan Guillermo Nova, che ha affiancato il regista Pier Francesco Maestrini nella preparazione di uno spettacolo dal taglio non troppo tradizionale.
I tanti appassionati della lirica, che spesso storcono il naso dinanzi a rappresentazioni moderne e innovative, possono stare tranquilli dato che lo spettacolo riflette quelli che sono i canoni classici in termini di ambientazione, costumi e arredi scenici.
A ogni modo anche chi ama gli allestimenti di tipo moderno non resta deluso. E’ infatti presente un sipario trasparente all’interno del quale vengono proiettati alcuni ambienti o immagini, alcune anche essenziali per la costruzione della scenografia, dotate di profondità e plasticità.
Al netto di tutti questi elementi di notevole qualità la “Tosca cagliaritana” è un’opera che deve essere vista, specie per chi non si è mai avvicinato a questo genere, in quanto racchiude per i suoi contenuti e per l’allestimento realizzato, tutti gli elementi in cui si sostanzia la bellezza della lirica. G.P.S.