Cagliari, 24 Lug 2025 - “Il 18 giugno scorso ho scritto al ministro Nordio per esprimere preoccupazioni chiare e legittime sull’ipotesi di trasferire un numero elevato di detenuti al 41 bis nelle carceri sarde. Nessuna risposta. Nessuna possibilità di confronto con il Ministero della Giustizia”. Lo afferma la Presidente della Regione, Alessandra Todde, facendo riferimento a una missiva che ha inviato al ministro Nordio il mese scorso, quando due direttori generali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia (Antonio Bianco, responsabile della Direzione generale per la gestione dei beni, dei servizi e degli interventi in materia di edilizia penitenziaria, ed Ernesto Napolillo, responsabile della Direzione generale detenuti e trattamento) fecero visita al carcere di Uta.
Ed è proprio Napolillo ad aver scritto alle autorità sarde. “Apprendiamo dalla stampa del contenuto di una lettera inviata da Ernesto Napolillo ai presidenti del Tribunale di sorveglianza e del Tribunale di Cagliari, al Procuratore della Repubblica, al Prefetto, al Questore, al Comandante provinciale dei Carabinieri, al Procuratore nazionale Antimafia di Roma, al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria regionale e al direttore generale della ASL.
In questa lettera si comunica che la decisione di trasferire 92 detenuti in regime di 41 bis nel carcere di Uta è stata presa e richiede a tutte queste autorità di prepararsi a tale evenienza. Se questo fatto fosse confermato sarebbe un atto grave che calpesta il principio di leale collaborazione tra istituzioni e che non tiene conto delle conseguenze per la sicurezza, la sanità, gli impatti sull’economia e la tenuta sociale del nostro territorio”.
Nella missiva inviata al ministro Nordio (che trovate allegata alla presente nota) la Presidente aveva messo in evidenza: che la Sardegna è considerata dal Procuratore Generale “a forte rischio di sviluppo mafioso” e che la presenza dei detenuti al 41 bis rischia di rafforzare alleanze tra le mafie tradizionali e la criminalità locale; che la carenza di personale della Polizia Penitenziaria ha già favorito episodi drammatici, come la fuga di Marco Raduano a Nuoro nel 2023; che l’impatto sociale e sanitario di questa scelta non è sostenibile senza un piano strutturato di interventi.
“Ho il dovere di tutelare i cittadini sardi. Chiedo al Governo di fermarsi e di aprire immediatamente un confronto serio e responsabile”, evidenzia la Presidente, che poi conclude: “La Sardegna non può e non deve essere trattata come un laboratorio per esperimenti pericolosi”. Com
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