Cagliari, 26 Giu 2025 - Due focolai confermati a Orani e Orotelli e altri due in attesa dei risultati dell’Istituto zooprofilatico, a Osidda e Bitti. Blocco totale della movimentazione dei bovini, nel raggio di dieci chilometri, nelle zone dove è accertata la presenza del virus, con una zona di sorveglianza estesa per cinquanta chilometri. Controlli in tutte le aziende da parte dei servizi veterinari delle Asl.Sono queste - in sintesi – le conferme emerse nel corso delle audizioni degli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, nella riunione in seduta congiunta delle commissioni V^ e VI^, convocate d’urgenza per fare il punto sulla nuova emergenza della sanità animale in Sardegna: la dermatite nodulare bovina. Una malattia infettiva e contagiosa dei ruminanti, ad alto rischio di trasmissione che, per la prima volta, si è manifestata nell’Isola e in Italia. Il primo caso accertato a Orani è quello denunciato da un allevatore lo scorso 19 giugno (così ha spiegato l’assessore Bartolazzi) confermato dopo solo due giorni dalle analisi dell’istituto zooprofilatico della Sardegna e quindi dal centro di referenza nazionale per le malattie esotiche, istituito presso l’Izs di Teramo.
Dal 19 giugno è scattato l’allarme, il blocco della movimentazione del bestiame, l’attivazione dei controlli del servizio veterinario, la disinfezione mentre il 23 giugno si è riunita l’unità di crisi del ministero dell’Agricoltura.
L’impegno è su più fronti: gestire l’emergenza, limitare i danni e conoscere la cause dell’infezione, ipotizzando fin da subito soluzioni per la sua eradicazione. La malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare, zecche) che avrebbe quindi “trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb ad uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni). Individuare quale sia l’insetto vettore non è un dettaglio. In attesa delle risultanze delle indagini entomologiche, attualmente in corso, l’assessore auspica che possa trattarsi della zecca, per ragioni legate ad una minore volatilità rispetto alla zanzara o alla mosca, e quindi all’efficacia delle operazioni di disinfezione.
Per quanto attiene la profilassi si ipotizza il ricorso al vaccino («esiste ed è prodotto in Europa e si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato», ha affermato l’assessore della Sanità) ma le decisioni, trattandosi di una malattia di tipo A (malattie non presenti nell’Ue e per cui è richiesta l’eradicazione immediata) saranno concordate con il ministero e in linea con i dettati di Bruxelles («i commissari dell’Unione Europea sono già in Sardegna nelle aree dove sono stati accertati i casi di dermatite bovina», ha dichiarato l’assessore Bartolazzi).
Sollecitati anche dalle richieste di chiarimento avanzate dai consiglieri Cera e Rubiu (FdI), Cau (Oc), Canu (Sf) nonché dagli interventi dei presidenti delle due commissioni (Antonio Solinas e Carla Fundoni, Pd) i due rappresentanti dell’esecutivo regionale hanno garantito il massimo impegno per fare fronte a quella che potrebbe rivelarsi un nuovo flagello per gli allevamenti dell’Isola. Ed è proprio sui danni economici patiti dagli allevatori che si è incentrato l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, che ha stimato in circa 5 milioni di euro l’ammontare dei sostegni da destinare agli allevatori soggetti al blocco della movimentazione. Movimentazione – ha precisato l’assessore Bartolazzi – che al momento è consentita all’interno di aree dove non è stata registrata la presenza di casi di bovini infetti, ma soltanto previa certificazione clinica.
La prossima settimana è in programma una riunione con tutte le organizzazione agricole, gli enti e le agenzie interessate («servono azioni coordinate, tempestive, mirate ed efficaci», è la parola d’ordine degli assessori e dei commissari dei parlamentini di Sanità e Agricoltura). Com
Comments are closed.