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Rinuncia alle cure, Frau precisa: “inesatte le cifre comunicate dalla Cgil, ma lavoriamo senza sosta per recuperare il disastro ereditato dalla destra e dare assistenza a tutti”.

Cagliari, 29 Magg 2025 - “Senza alcun intento polemico ma costruttivo, riteniamo non corretti i dati sulla rinuncia alle cure comunicati dalla Cgil. Va fatta infatti un analisi più approfondita su tutti i fattori che incidono su queste percentuali. Ne indico una. Gli esenti per tutte le tipologie di esenzione sono oltre 608 mila in Sardegna, su una platea di un milione e 547 mila persone, ovvero il 39,3 per cento della popolazione assistita. Percentuali elevate di presa in carico, legate alle condizioni socio-economiche dell’isola e che hanno consentito finora di affrontare, seppur parzialmente, per questa ampia platea il problema della rinuncia alle cure. Che riguarda ovviamente una platea molto più ampia, e noi intendiamo agire in modo globale al tema e in modo equo per tutti i cittadini a partire dai più fragili.

Detto ciò in premessa, è pur vero che il problema esiste ed è grave, e non possiamo tollerare che ogni cittadino bisognoso rinunci all’accesso alle visite o agli esami specialistici”, spiega il consigliere di Uniti per Alessandra Todde, Giuseppe Frau, medico e vice presidente del Consiglio Regionale.

“Il problema - spiega ancora Frau - non nasce da oggi ma è una tendenza consolidata, ereditata anche dalla pessima gestione della giunta di centrodestra e dal malgoverno delle Asl, che la Giunta Todde sta cercando di abbattere con iniziative strutturali, capaci di incidere in maniera profonda, non solo sul lato della povertà. C’è un lavoro in itinere sulle liste d’attesa, che sono il principale ostacolo nell’accesso alle cure in Sardegna, affrontato su più livelli. Sul piano economico, l’Assessorato e la Giunta hanno aumentato il tetto di spesa di oltre 7 milioni di euro, mentre altri 5 milioni sono stati messi a correre sul piano di abbattimento delle liste d’attesa”. Questo va fatto in un lavoro contestuale e di alleanza tra sanità pubblica e privata convenzionata.

“Infine, c’è l’infrastrutturazione della rete territoriale, con le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità, che per la parte strutturale sono legati al Pnrr. In quel caso scontiamo gli oggettivi ritardi accumulati nel tempo, che contiamo di recuperare nei prossimi mesi, avendo tempo fino a marzo 2026 per l’impiego dei fondi”.

Su questo sono già al lavoro i nuovi commissari delle Aziende sanitarie.

Sul fronte organizzativo, dopo la nomina del Ruas, il responsabile unico dell’assistenza sanitaria, l’Assessorato sta mettendo mano al riordino del Cup con una delibera pronta ad uscire che servirà a mettere ordine nelle agende e a creare canali dedicati per alcuni tipi di patologie, ad esempio quelle oncologiche, che potranno accedere agli esami diagnostici direttamente con la prescrizione dello specialista di riferimento. Una rivoluzione, che insieme al maggior controllo sulle disdette dalle visite, garantirà uno snellimento consistente delle attuali prenotazioni Cup”.

Infine, una valorizzazione maggiore economica e di crescita professionale per i medici e tutti i professionisti impegnati in prima linea. Com

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