Cagliari, 21 Magg 2025 - La Commissione Sanità del Consiglio regionale incassa il primo via libera dagli operatori del sistema sanitario sulla proposta di legge n.59 (Tempi e procedure sul suicidio medicalmente, diritto riconosciuto nel 2019 dalla sentenza .242 della Corte Costituzionale).
A favore della proposta si sono pronunciati questa mattina i rappresentanti degli ordini regionali dei medici e degli infermieri. Per i sanitari, si tratta di un’iniziativa da condividere pur nella consapevolezza che sulla materia sarebbe necessario un intervento legislativo del Parlamento in modo da evitare una disciplina frammentata su un tema così importante.
I rappresentanti degli ordini dei medici hanno suggerito alla Commissione una valutazione più approfondita sui tempi indicati in legge (20 giorni) tra la presentazione della domanda e l’erogazione del trattamento di suicidio assistito al paziente che ne fa richiesta. «Venti giorni sono pochi – hanno detto i presidenti degli Ordini dei Medici di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari Emilio Montaldo, Giovanna Meconcelli, Maria Maddalena Giobbe e Salvatore Lorenzoni – riunire commissione medica e comitato etico in un lasso di tempo così breve sarà molto difficile». Nulla da obiettare invece sulla decisione di intervenire sulla materia con una legge regionale: «L’iniziativa delle regioni può rappresentare uno stimolo a legiferare nei confronti del Parlamento che, a distanza di 6 anni dalla sentenza delle Consulta, non si è ancora pronunciato su un tema di tale portata».
Favorevoli alla proposta anche i rappresentanti provinciali dell’Ordine degli infermieri Gianluca Chelo (Sassari), Raffaele Secci (Oristano), Francesca Cottogno (Cagliari) e Graziano Lebiu (Sulcis). «Bene il riconoscimento del nostro ruolo –hanno detto – per operare in un campo così delicato sarebbe utile individuare percorsi di formazione specialistici e un protocollo di intervento chiaro e condiviso». Dagli infermieri è arrivato inoltre l’invito a prevedere un ruolo anche per i medici di famiglia che per i pazienti rappresentano la prima figura di riferimento. «Siamo favorevoli a questa proposta di legge – ha detto Chelo – è un tentativo coraggioso e doveroso di dare attuazione a una sentenza che riconosce un diritto fondamentale delle persone».
Nel corso delle audizioni sono intervenuti i consiglieri di opposizione Corrado Meloni (FdI) e Umberto Ticca (Riformatori) e, per la maggioranza, Peppino Canu (Sinistra Futura). I primi due hanno contestato la decisione della Commissione di portare in discussione la proposta: «La legge verrà sicuramente impugnata – hanno detto Meloni e Ticca – su questa materia la competenza è dello Stato. Le regioni non possono intervenire come dimostra il caso della Toscana. Stiamo perdendo tempo».
Di diverso avviso l’esponente della maggioranza: «Questa legge non legifera sull’esistenza o meno del diritto che è già stato sancito dalla Corte Costituzionale – ha detto Canu – qui si vuole solo individuare un percorso per non ostacolare la volontà dei pazienti che decidono di ricorrere al suicidio medicalmente assistito».
«Nessuna perdita di tempo – ha detto la presidente Carla Fundoni chiudendo la seduta – vogliamo dar voce ai tanti malati che non hanno accesso alle cure. Non so se la legge verrà impugnata, in ogni caso discutere di questi temi è utile per sensibilizzare le coscienze».
Le audizioni della Commissione proseguiranno la prossima settimana.
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