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Giovedì 4 e venerdì 5 aprile alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per un nuovo duplice Pezzi Unici, rassegna trasversa per la stagione 2023-2024.

Cagliari, 28 Mar 2024 - Il talento e l'ironia di Cristiana Morganti, in “Behind The Light”, la nuova creazione della danzatrice e coreografa, per dodici anni solista del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, protagonista giovedì 4 e venerdì 5 aprile alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per un nuovo duplice appuntamento con “Pezzi Unici” / rassegna trasversa sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Una performance affascinante e coinvolgente in cui l'artista, formatasi tra l'Accademia Nazionale di Danza di Roma e la celeberrima Folkwang Hochschule di Essen fondata da Pina Bausch (per poi approfondire l'uso della voce e la ricerca teatrale in Danimarca con l’Odin Teatret di Eugenio Barba), all'attivo collaborazioni con Susanne Linke, Urs Dietrich, Joachim Schlömer, Felix Ruckert e la Neuer Tanz diretta da VA Wölfl e Wanda Golonka, per approdare al Tanztheater Wuppertal come danzatrice solista (dal 1993 al 2014) e esordire come coreografa con “Moving with Pina” (Premio Positano Leonide Massine 2011 e Prix du Syndicat Professionel de la Critique française nel 2020), racconta «la crisi esistenziale e artistica di una coreografa/danzatrice durante e dopo la pandemia».

“Behind The Light” descrive con una cifra spiccatamente (auto)ironica e poetica il succedersi di differenti stati d'animo, dalla disperazione alla joie de vivre, nel drammatico periodo in cui l'intero pianeta è stato come imprigionato in un incubo, tra il diffondersi del contagio e la minaccia di una possibile estinzione della specie, tra il tempo sospeso del lockdown con la chiusura dei teatri e le inquietudini per un (ancora) ipotetico futuro. Una intrigante e rigorosa partitura gestuale per un “monologo danzato” dove parole e movimenti si intrecciano, per evocare pensieri e emozioni: Cristiana Morganti porta sulla scena frammenti di vita vissuta e dilemmi personali, piccole e grandi tragedie attraverso una narrazione per quadri in cui si alternano autentiche e travolgenti esplosioni d'energia e atmosfere più intimistiche, toni grotteschi e surreali e note amare e struggenti. Una sorta di diario in pubblico, tra spunti autobiografici e temi universali, trasfigurati attraverso la forza espressiva e il potere catartico dell'arte: la nuova creazione di Cristiana Morganti, dopo il successo di “Moving with Pina” e “Jessica and Me”, le coreografie “A Fury Tale” (2016), “Non sapevano dove lasciarmi” (2017) e “Another Round for Five” (2019) e il Trio “In Another Place” (2021) con il danzatore Kenji Takagi e la violoncellista Emily Wittbrodt, mette l'accento sugli effetti collaterali della recente pandemia con la rappresentazione di una «personale crisi globale» per una riflessione sulla condizione umana nel terzo millennio e sulle nuove derive della danza contemporanea.

“Behind The Light” illustra con uno stile tragicomico una inattesa catastrofe, rappresenta una sorta di cronaca di «una crisi familiare, professionale e intima, una sequela di eventi con il tipico “effetto domino”, in cui una disgrazia pare chiamarne un’altra, in cui sembra venga meno ogni singolo punto di riferimento, ogni certezza»: una pièce di teatrodanza dove Cristiana Morganti indossa con eleganza e nonchalance la raffinata maschera di un moderno clown, attraverso la sintesi folgorante di una grammatica fatta di gesti e parole, sguardi e silenzi, azioni a tempo di musica, che rimanda al genio di Buster Keaton e Charlie Chaplin. Un sottile umorismo che scaturisce dalle situazioni estreme e paradossali e dalle contraddizioni del reale affiora durante tutta le performance, grazie alla capacità di cogliere con acuto senso critico le astrusità e le dissonanze, in un gioco di contrasti che nulla toglie al pathos e tuttavia cancella ogni traccia di autocommiserazione, per trarre dalle situazioni più insostenibili nuova linfa vitale e nuovi spunti creativi. “Behind The Light” è un'opera multimediale, con salde radici nel Tanztheater di Pina Bausch, ma in una declinazione inedita e personalissima, in cui il linguaggio astratto e simbolico della danza classica e contemporanea, con incursioni nella modern dance, si arricchisce di elementi espressivi propri del teatro, come del mimo e del cabaret, per assumere un carattere fortemente allegorico, narrativo e evocativo.

Cristiana Morganti interpreta una storia particolare ma anche emblematica, in cui è possibile ritrovarsi e riconoscersi, in una profonda e istintiva empatia: «la vicenda personale risuona con intensità in chi guarda, dalla platea, in un momento storico che, con una pandemia, una crisi economica e di valori, si può definire fra i più destabilizzanti della contemporaneità». “Behind The Light” – con un titolo significativo, eppure enigmatico, nel suo significato letterale, ovvero “dietro la luce” – rappresenta una sorta di “confessione”, «ora urlata, ora sussurrata tra le lacrime, con il capo adagiato sul pavimento», che si traduce in una narrazione per quadri dove la protagonista danza, recita e canta su uno sfondo bianco, apparentemente neutro «in cui irrompono, per dialogare con l’interprete, gli originali e raffinati video di Connie Prantera». Una colonna sonora che spazia dagli accenti barocchi di Antonio Vivaldi al punk-rock, dalle musiche di “Giselle” di Adolphe Adam alle sonorità elettroniche di Ryoji Ikeda, accompagna e sottolinea i diversi “capitoli” di uno spettacolo in cui l'artista si mette idealmente a nudo, rivela le sue fragilità e i suoi drammi, e si concede pure una riflessione sugli stilemi e il rigore del Tanztheater e sulla necessità di trovare nuove forme in nome della libertà di espressione, prerogativa irrinunciabile dell'arte, senza tuttavia sottrarsi al dialogo con il pubblico, superando i confini dell'autoreferenzialità. Nel finale «un delicato ritorno all’interiorità, dopo questa spontanea e esplosiva condivisione»: “Behind The Light” rappresenta un viaggio attraverso le idee e le emozioni, le sensazioni e le intuizioni, in cui l'artista si mette in gioco e sfida regole e convenzioni, infrangendo la quarta parete per far vibrare le corde della mente e del cuore, una poesia danzata da vivere attimo per attimo, lasciandosi incantare e sorprendere dal mistero della bellezza... con un pizzico di ironia. Co

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