Cagliari, 27 Sett 2023 - L’ex assessora all’Agricoltura della Regione Sardegna, è finita in guai seri. Infatti stamani Gabriella Murgia, è stata sottoposta a custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Murgia, 56 anni, di Oristano, ex Pd ora fedelissima dell’attuale presidente della Sardegna, è una dei 31 indagati in un’operazione svolta all’alba dai carabinieri del Ros (con il supporto dei comandi locali) al termine di un’indagine in cui sono contestati a vario titolo i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
Tra gli altri soggetti colpiti dall’A.G. sarda, ci sono un nipote del bandito Graziano Mesina, Tonino Crissantu, Un medico noto nell’isola, Tommaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all’ospedale Marino di Cagliari. L’ordinanza è stata emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del capoluogo sardo su richiesta della locale Dda (Direzione distrettuale antimafia) e le misure sono state eseguite sul territorio dell’isola, a Milano e a Torino.
L’indagine, era partita nel 2020 in seguito all’operazione “Dana”, che aveva smantellato una organizzazione criminale specializzata nel narcotraffico. È stato individuato, si legge in una nota diffusa dall’Arma, “un presunto gruppo dedito alla commissione di reati di varia natura, attivo nel territorio sardo, che si ritiene costituito da alcuni personaggi locali di spicco (noti per pregresse condanne per sequestro di persona a scopo di estorsione), oltre ad alcuni esponenti del mondo delle professioni e delle istituzioni”. “I rapporti tra le diverse componenti, in comunanza di scopi, avrebbero garantito: di attingere, in caso di necessità, al sostegno del sodalizio per ottenere presunti vantaggi di varia natura; alla componente criminale di infiltrarsi e condizionare vasti settori della vita sociale dell’isola, anche nei termini di un accesso privilegiato all’interno dell’amministrazione regionale“.
L’associazione mafiosa è contestata a otto indagati, tra cui Murgia e il primario Marino, che secondo gli inquirenti svolgevano un ruolo di collegamento tra criminalità e istituzioni. Tanto che l’ospedale in cui lavorava il medico era diventato uno dei luoghi di incontro tra i due mondi. “Questa operazione dimostra un cambiamento del paradigma in cui si pensava che la Sardegna avesse solo associazioni e bande modulari legate alle attività storiche come gli assalti ai portavalori e i sequestri“, ha detto in conferenza stampa il comandante del Ros di Cagliari, il tenente colonnello Giorgio Mazzoli.
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