Marsiglia, 24 Sett 2023 – Ieri, durante il viaggio di ritorno da Marsiglia, il Papa ha tenuto una conferenza stampa che ha spaziato dalla guerra in Ucraina, al dramma dei migranti e poi la questione del fine vita.
Sulla guerra questo il suo pensiero: "Questa guerra è un po’ interessata non solo dal problema russo e ucraino ma dalla vendita delle armi, il commercio delle armi gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte".
"Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più possibile" ha continuato "nelle guerre il reale è il possibile non per farsi l'illusione che domani i due leader in guerra vanno a mangiare insieme". Il Papa ha aggiunto: "Adesso ho visto che qualche Paese si tira indietro, che non dà le armi, comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente questa è una cosa brutta". Per evitare fraintendimenti sulla posizione della Santa Sede in merito all'invio delle armi, il portavoce vaticano Matteo Bruni ha precisato: "Faccio notare che sono state pronunciate nell'ambito di una riflessione sulle conseguenze del commercio delle armi: il Papa con un paradosso ha sottolineato come chi traffica in armamenti non debba mai pagare le conseguenze delle proprie scelte, ma le lasci da pagare a popoli, come quello ucraino, martirizzati". Il Pontefice ha parlato anche della missione del cardinale Zuppi: "La Segreteria di Stato sta facendo di tutto per aiutare. C'è qualcosa con i bambini che sta andando bene".
Poi Francesco è tornato a parlare del dramma dei migranti: "Ci sono stati casi molto brutti dove i migranti come un ping pong, sono andati indietro e si sa che tante volte finiscono nei lager, finiscono anche peggio di prima". Al giornalista che chiedeva se i suoi appelli da dieci anni abbiano fallito, il Papa ha risposto: "Credo di no, dirò che oggi c'è coscienza del problema migratorio, c'è coscienza che è arrivata a un punto, come una patata bollente che non si sa come prenderla". Il Papa ha ribadito che nei lager "è il regno del terrore, sono schiavi" e "noi non possiamo mandarli indietro come una palla di ping pong".
"I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi, integrati". Infine giallo sulla questione dell'eutanasia, in discussione in queste ore in Francia. Mentre l'Eliseo ha detto che era stato tra i temi di confronto oggi, a Marsiglia, tra il Pontefice e il presidente Emmanuel Macron, il Papa ai giornalisti ha detto: "Oggi non abbiamo parlato su questo tema ma ne abbiamo parlato nell'altra visita, quando ci siamo incontrati in Vaticano. Gli ho detto il mio parere chiaro: con la vita non si gioca néall'inizio né alla fine".
Conclusa a Marsiglia la visita di papa Francesco con la Messa allo Stadio Vélodrome che presiede in francese. Sono stati cinquantamila i fedeli accorsi nella struttura, altri centomila hanno seguito il percorso della papamobile. Sugli spalti, tra gli altri, la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente francese Emmanuel Macron.
"L’esperienza della fede genera anzitutto un sussulto dinanzi alla vita. Sussultare significa essere 'toccati dentro', avere un fremito interiore, sentire che qualcosa si muove nel nostro cuore. È il contrario di un cuore piatto, freddo, accomodato nel quieto vivere, che si blinda nell’indifferenza e diventa impermeabile, che si indurisce, insensibile a tutto e a tutti, pure al tragico scarto della vita umana, che oggi viene rifiutata in tante persone che emigrano, così come in tanti bambini non nati e in tanti anziani abbandonati", ha detto Bergoglio nell'omelia. "Un cuore freddo e piatto - ha aggiunto - trascina la vita in modo meccanico, senza passione, senza slanci, senza desiderio. E di tutto questo, nella nostra società europea, ci si può ammalare: il cinismo, il disincanto, la rassegnazione, l’incertezza, un senso generale di tristezza. Tutto insieme. Quella tristezza nascosta... Qualcuno le ha chiamate 'passioni tristi': è una vita senza sussulti".
Il Papa, prima di ripartire per Roma, all'aeroporto internazionale di Marsiglia avrà un altro breve incontro con il presidente francese Emmanuel Macron con il quale in mattinata ha avuto un faccia a faccia. Il Papa, in serata, sarà accolto davanti al padiglione d'onore dal Presidente della Repubblica e dalla consorte Brigitte e insieme raggiungeranno il salone Hélène Boucher dove ci sarà un nuovo incontro privato di alcuni minuti. Al termine, il Papa e il Presidente della Repubblica attraverseranno la Guardia d'Onore e si congederanno. L'aereo papale arriverà a Fiumicino intorno alle 20.50. Sul volo la consueta conferenza stampa coi media al seguito.
"Per Marsiglia, per il nostro Paese, fiero di accogliere Sua santità Papa Francesco in occasione degli Incontri del Mediterraneo". Così in un post pubblicato sul social X il presidente francese Emmanuel Macron sulla visita in corso del pontefice. Bergoglio e Macron hanno discusso in privato per circa un'ora, lontano dalle telecamere. Come spiegato dall'Eliseo all'emittente Bfmtv, hanno discusso della guerra in Ucraina, della situazione nel Sahel, dell'ambiente e del trattamento dei migranti.
"C'è un grido di dolore che più di tutti risuona, e che sta tramutando il mare nostrum in mare mortuum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità. E' il grido soffocato dei fratelli e delle sorelle migranti". Così Papa Francesco alla sessione conclusiva degli Incontri sul Mediterraneo (Rencontres Mediterraneennes).
"Marsiglia ha un grande porto ed è una grande porta, che non può essere chiusa. Vari porti mediterranei, invece, si sono chiusi. E due parole sono risuonate, alimentando le paure della gente: 'invasione' ed 'emergenza'. Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza. Quanto all’emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà" aggiunge il Pontefice.
Nel secondo e ultimo giorno del viaggio apostolico di Papa Francesco a Marsiglia il Papa afferma: "Occorre ripartire dal grido spesso silenzioso degli ultimi non dai primi della classe che, pur stando bene, alzano la voce" ha affermato. "Ripartiamo, Chiesa e comunità civile, dall'ascolto dei poveri, che si abbracciano, non si contano - ha sottolineato - perché sono volti, non numeri".
“Il cambio di passo delle nostre comunità sta nel trattare i poveri "come fratelli di cui conoscere le storie, non come problemi fastidiosi, cacciandoli via mandandoli a casa; sta nell'accoglierli, non nel nasconderli; nell'integrarli, non nello sgomberarli; nel dar loro dignità" aggiunge il Pontefice "E Marsiglia, voglio ripeterlo, è la capitale dell'integrazione è un orgoglio vostro".
Il Mediterraneo deve tornare ad essere "laboratorio di pace" ha detto il Papa. "Questa è la sua vocazione, essere luogo dove Paesi e realtà diverse si incontrino sulla base dell'umanità che tutti condividiamo, non delle ideologie che contrappongono". Il Mediterraneo esprime "un pensiero comunitario. Quanto ne abbiamo bisogno nel frangente attuale, dove nazionalismi antiquati e belligeranti vogliono far tramontare il sogno della comunità delle nazioni! Ma -ricordiamolo - con le armi si fa la guerra, non la pace, e con l'avidità di potere sempre si torna al passato, non si costruisce il futuro".
Al termine dell'intervento ai Rencontres Medoiterraneennes il Papa parlando a braccio ha aggiunto: "Una volta il presidente mi ha invitato a visitare la Francia e mi ha detto: 'ma è importante che venga a Marsiglia'".
Il Papa, nel discorso a Marsiglia, si è espresso contro l'eutanasia, che è attualmente tema di dibattito in Francia. "Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare?", ha chiesto il Papa.
Francesco è tornato ad esprimersi anche contro l'aborto: "Chi pensa ai bambini non nati, rifiutati in nome di un falso diritto al progresso, che è invece regresso nei bisogni dell'individuo?". E ha commentato: "Oggi abbiamo il dramma di confondere i bambini con i cagnolini...".
Papa Francesco, prima di recarsi al Palais du Pharo di Marsiglia per la sessione conclusiva degli Incontri sul Mediterraneo si è recato nella Casa delle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa, a Saint Mauront, per un incontro privato con alcune persone in situazioni di disagio economico. "Grazie per la vostra accoglienza. Tutti siamo fratelli questo è importante", ha affermato il Pontefice.
Ieri la visita del Pontefice nella Basilica di Notre-Dame-de-la-Garde con il clero diocesano e al Memoriale dedicato ai marinai e migranti dispersi in mare per un momento di raccoglimento con i leader religiosi. Il Memoriale è una Croce della Camargue che simboleggia le tre virtù teologali: la fede, rappresentata dai tre tridenti della Croce, la speranza, simboleggiata dall'ancora, e la carità, rappresentata dal cuore. La Croce è detta "della Camargue" perchè è stata realizzata in questa regione negli anni '20 del 1900. Nei pressi sono presenti i membri di Marseille Esperance, una delegazione di Stella Maris, una delegazione di Caritas Gap-Briancon, una delegazione del servizio diocesano della pastorale dei migranti e una delegazione di “Associations de secours en mer pour un temps de priere pour les migrants morts en mer”.
"Non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce; non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell'indifferenza. Le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse. È un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!".
"Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti". Lo ha detto il Papa al Memoriale delle vittime del mare. "Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti. Prima ancora, però, serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera. Vi invito ora a un momento di silenzio in memoria di questi nostri fratelli e sorelle: lasciamoci toccare dalle loro tragedie", ha aggiunto il Pontefice invitando al silenzio.
E parlando della città che ospita gli Incontri Mediterranei il Pontefice, al termine del momento di raccoglimento, ha aggiunto: "Oggi pure Marsiglia, caratterizzata da un variegato pluralismo religioso, ha davanti a sé un bivio: incontro o scontro. E io ringrazio tutti voi, che vi schierate sulla via dell'incontro: grazie per il vostro impegno solidale e concreto per la promozione umana e per l'integrazione".
"E' bello che qui, insieme a diverse realtà che lavorano con i migranti, ci sia il Marseille-Esperance - ha sottolineato il Pontefice -, organismo di dialogo interreligioso che promuove la fraternità e la convivenza pacifica. Guardiamo ai pionieri e ai testimoni del dialogo, come Jules Isaac, vissuto qua vicino, di cui si è da poco ricordato il 60esimo anniversario della morte. Voi siete la Marsiglia del futuro. Andate avanti senza scoraggiarvi, perché questa città sia per la Francia, per l'Europa e per il mondo un mosaico di speranza".
“Noi credenti, dunque, dobbiamo essere esemplari nell'accoglienza reciproca e fraterna. Spesso non sono facili i rapporti tra i gruppi religiosi, con il tarlo dell'estremismo e la peste ideologica del fondamentalismo che corrodono la vita reale delle comunità. Ma vorrei, in proposito, dare eco a quanto scrisse un uomo di Dio vissuto non lontano da qui: ”Nessuno custodisca nel suo cuore sentimenti di odio per il suo prossimo, ma amore, perché chi odia anche un solo uomo non potrà starsene tranquillo davanti a Dio. Dio non ascolta la sua preghiera finché custodisce collera nel suo cuore", ha continuato citando S. Cesario di Arles.
"Come auspicio, vorrei infine citare alcune parole che David Sassoli pronunciò a Bari, in occasione di un precedente incontro sul Mediterraneo: ‘A Bagdad, nella Casa della Saggezza del Califfo Al Ma’mun, si incontravano ebrei, cristiani e musulmani a leggere i libri sacri e i filosofi greci. Oggi sentiamo tutti, credenti e laici, la necessità di riedificare quella casa per continuare insieme a combattere gli idoli, abbattere muri, costruire ponti, dare corpo ad un nuovo umanesimo. Guardare in profondità il nostro tempo e amarlo anche di più quando è difficile da amare, credo che sia il seme gettato in queste giornate così attente al nostro destino. Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo! Per l’Unione Europea e per tutti noi ne va della nostra sopravvivenza'".
E rivolgendosi alle ONG: "Sono felice di vedere tanti di voi che vanno in mare per salvare i migranti. Tante volte vi impediscono di andare perché alla nave manca qualcosa…. Ma sono i gesti di odio verso i fratelli, travestiti di equilibrio. Vi ringrazio per quello che fate…"
Già durante la preghiera mariana il Pontefice aveva detto: ''Apriamo le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore. Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un'umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita accoglienza, un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime. Pur nelle tante occupazioni di ogni giorno, - esorta il Papa- non lasciate, per favore, che venga meno il calore dello sguardo paterno e materno di Dio. È bello farlo dispensando il suo perdono con generosità, sempre, sempre, per sciogliere, attraverso la grazia, gli uomini dalle catene del peccato e liberarli da blocchi, rimorsi, rancori e paure contro cui da soli non possono prevalere''. E ai sacerdoti ricorda: ''Nel sacramento della penitenza perdonate sempre''.
"La scomparsa di Giorgio Napolitano ha suscitato in me sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di stato che, nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana, nonché vivo interesse per le sorti delle nazioni. Conservo grata memoria degli incontri personali avuti con lui, durante i quali ne ho apprezzato l'umanità e la lungimiranza nell'assumere con rettitudine scelte importanti, specialmente in momenti delicati per la vita del paese, con il costante intento di promuovere l'unità e la concordia in spirito di solidarietà, animato dalla ricerca del bene comune". Così Papa Francesco in un telegramma di cordoglio per la scomparsa del presidente emerito della repubblica italiana Giorgio Napolitano, inviato alla signora Clio Bittoni Napolitano.
Il Papa è atterrato intorno alle 16 di ieri pomeriggio a Marsiglia per gli “Incontri mediterranei”, cui partecipano vescovi di 30 diversi paesi, amministratori locali, giovani e che avranno al centro la crisi migratoria e umanitaria che la regione sta attraversando: “Il Mediterraneo come mare che unisce e non divide, come teatro di unione tra religioni e popoli diversi”, è il tema della due giorni. Ad accoglierlo all'aeroporto la prima ministra francese Élisabeth Borne.
La situazione a Lampedusa “è una crudeltà, una terribile mancanza di umanità”, ha affermato parlando con i giornalisti sull'aereo. Poi, guardando la foto di un piccolo migrante a Lampedusa ha commentato: “Li tengono nei lager libici e poi li buttano a mare”. A chi chiedeva se sarà un viaggio storico come quello fatto proprio a Lampedusa ha risposto: ”Credo di sì. Spero di avere il coraggio di dire tutto quello che voglio dire".
Francesco ha inviato un telegramma al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in visita a Marsiglia, dove prenderò parte ad un incontro che riunisce Chiese e Città mediterranee allo scopo di riflettere sulle sfide dell'accoglienza, dell'integrazione e della fraternità, così da favorire il dialogo interculturale e promuovere vie di pace, mi è caro rivolgere a lei, signor Presidente - scrive Papa Francesco a Mattarella - il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici per il benessere spirituale e sociale del popolo italiano, cui volentieri invio la mia benedizione".
La prima tappa è stata alla Basilica di Notre Dame de la Garde per la preghiera mariana con il clero diocesano, poi la visita il Memoriale dei marinai e migranti morti in mare per un momento di preghiera. Oggi il Pontefice prenderà parte alla sessione conclusiva dell'iniziativa, poi ci sarà un colloquio con il presidente Emmanuel Macron, il quale parteciperà anche alla messa nello Stadio Velodrome, che può ospitare 67mila persone, ultimo appuntamento pubblico in agenda. Essendo andati rapidamente esauriti i posti sugli spalti, sono stati installati schermi giganti all'esterno per i marsigliesi che non riusciranno a entrare nello stadio. Si tratta della prima messa celebrata in terra francese dal papa argentino dall'inizio del suo pontificato dieci anni fa. Al termine ripartirà per Roma.
Per il Pontefice è il 44esimo viaggio apostolico. L'ultima visita di un papa a Marsiglia risale al 1533, anno in cui Papa Clemente VII, al secolo Giulio de' Medici, arrivò per il matrimonio del figlio di re Francesco I, il futuro re Enrico II, con sua nipote, Caterina de' Medici.
È stato messo in atto un dispositivo di sicurezza eccezionale, "il più importante che si ricordi in città", ha reso noto il prefetto di polizia, Frederique Camilleri. Secondo la stampa locale, per garantire il regolare svolgimento della visita del pontefice, sono stati mobilitati oltre 6mila uomini, tra gendarmi, poliziotto e agenti di sicurezza privati.
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